Nessuna tangente per i vertici Eni

Le accuse sono state smentite dai testimoni e dai periti in aula, oltre che dalla stessa Guardia di Finanza già nel 2016. È FALSO che i vertici Eni abbiano percepito presunte tangenti.

Nessun pagamento in favore di vertici Eni

  • Dalla relazione della Guardia di Finanza del dicembre 2016, agli atti del fascicolo del Pubblico Ministero, non emerge alcuna retrocessione né all’attuale Amministratore Delegato Claudio Descalzi, né al suo predecessore Paolo Scaroni né tantomeno ad altri vertici dell’Eni. 
  • Secondo Vincenzo Armanna, all’epoca dei fatti responsabile delle attività minerarie dell’Eni nell'area subsahariana, coimputato nel procedimento, una parte del pagamento per l’operazione OPL 245, "cinquanta milioni in contanti, in banconote da 100 $", "era stata portata al chairman di Eni (…), cioè Paolo Scaroni" (dichiarazioni del 21 aprile 2016 in Procura riportate da Claudio Gatti nel libro “Enigate” edito da Il Fatto SpA nel 2018, pag 196). 
  • Armanna sostiene di essere stato informato di questo trasferimento di denaro da tale Victor Nwafor, da lui definito come "capo della sicurezza della residenza presidenziale nigeriana". A sua volta, Nwafor sarebbe venuto a conoscenza della cosa da terzi. Il denaro, "che occupava due trolley molto grandi", "sarebbe stata portato prima ad Abuja e poi trasportato fuori dalla Nigeria con un aereo privato, un aereo dell’Eni".

 

Con riferimento alle dichiarazioni del teste-coimputato Armanna, vanno chiariti cinque punti.

 

  • Nelle successive dichiarazioni rese al Tribunale di Milano nel luglio del 2017, lo stesso Armanna ha totalmente ritrattato chiarendo "di non aver mai detto che ci fosse stato un fenomeno corruttivo" per favorire i vertici di Eni. 
  • Interrogato dal Tribunale di Milano, Victor Nwafor, presunta fonte di Armanna, ha dichiarato di "non aver mai nemmeno conosciuto Vincenzo Armanna o altri manager dell’Eni". 
  • Un “secondo Victor” viene citato ancora da Armanna che sostiene come il primo, pur identificato correttamente dal Tribunale, non fosse quello giusto. Ma la richiesta viene rigettata dal Tribunale. 
  • Un “terzo Victor” (all’anagrafe Isaac Eke), viene ulteriormente citato da Armanna, con il sostegno della Procura; ammesso a testimoniare in aula, il “terzo Victor” smentisce Armanna. 
  • Anche il responsabile dell’AISE ad Abuja, Salvatore Castilletti, citato da Armanna come sua fonte sulla presunta tangente, dichiara di non aver mai avuto a che fare con la vicenda OPL 245 e di non aver mai conosciuto i protagonisti. 

Infine, a minare l’attendibilità della ricostruzione fornita da Armanna si aggiunge un dato empirico piuttosto rilevante: per questioni di capienza, «50 milioni in banconote da 100$ non possono essere contenuti in due trolley». I periti aereonautici intervenuti nel corso del processo hanno inoltre dimostrato l’impossibilità fisica di stivare 50 milioni di dollari nel piccolo aereo allora in uso su quella tratta o anche di farlo alzare in volo per il peso eccessivo (500 kg) se si fosse mai riusciti a metterli in stiva.



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