Eni rendiconta le proprie emissioni GHG coerentemente con i principali standard internazionali e best practice di settore. In particolare, le emissioni Scope 1 e 2 sono contabilizzate sia in vista operata (100% delle emissioni da asset su cui Eni ha il controllo operativo) che in vista equity (per gli asset operati da Eni e quelli da terzi).
Eni adotta il criterio dell’operatore in maniera estensiva, comprendendo il 100% delle emissioni di GHG sia da asset su cui ha il controllo operativo sia da società cooperate a controllo congiunto.
Le emissioni Scope 3 vengono invece rendicontate secondo le categorie definite dallo standard GHG Protocol e delle linee guida di settore IPIECA (l'associazione globale del settore Oil&Gas per la promozione delle prestazioni ambientali e sociali nella transizione energetica). La componente più rilevante per il settore è costituita dalle emissioni legate al consumo finale dei prodotti venduti (categoria 11 del GHG protocol), che viene contabilizzata, in quota equity, sulla base del segmento di business prevalente (produzione venduta di idrocarburi Upstream).
Sottoponiamo le emissioni GHG a un processo di verifica da parte di un certificatore terzo nell’ambito del nostro Report di sostenibilità e attraverso una verifica dedicata. Gli indicatori risultanti vengono pubblicati ogni anno con annessa certificazione da parte del revisore. Per maggiori informazioni è possibile consultare la Dichiarazione sulla contabilizzazione e reporting delle emissioni di gas serra e relativa Relazione della Società di revisione.
La metodologia Eni di filiera fa riferimento a una rendicontazione delle emissioni GHG proprietaria e distintiva. È stata sviluppata con la collaborazione di esperti indipendenti ed è oggetto di progressivo miglioramento per riflettere le più recenti evoluzioni in materia di standard di rendicontazione delle emissioni. Il nostro approccio si ispira all’analisi lifecycle (LCA), che considera l’intero ciclo di vita per valutare l’impronta carbonica di un prodotto o di un processo. Questa metodologia consente una vista integrata delle emissioni GHG Scope 1+2+3 legate all’intero ciclo di vita dei prodotti energetici venduti da Eni (in ottica Well-to-Wheel) al netto dei carbon offset.
I volumi dei prodotti energetici e le emissioni generate lungo l’intera catena del valore sono quantificati in vista equity e sulla base di un perimetro esteso, che comprende sia le produzioni proprie sia i volumi acquistati da terzi. Eni ha adottato tale approccio per la definizione dei propri target di decarbonizzazione di medio-lungo termine, sia in termini di emissioni assolute (Net GHG Lifecycle emissions), che di intensità emissiva (Net carbon intensity).
Il percorso che porterà Eni alla Neutralità carbonica nel 2050 si compone di una serie di obiettivi che prevedono prima l’azzeramento delle emissioni nette (Scope 1+2) del business Upstream al 2030 e di tutta Eni al 2035, per poi raggiungere l’azzeramento netto al 2050 di tutte Scope 1+2+3 associate al ciclo di vita dei prodotti energetici venduti, sia in termini assoluti che di intensità. Ecco le performance dei principali indicatori in vista equity al netto dei carbon offset (ottenuti principalmente da Natural Climate Solutions). Per maggiori dettagli: Eni For 2023 - A Just Transition, p. 48.
L’indicatore fa riferimento alle emissioni GHG assolute Scope 1+2+3 associate a tutti i prodotti energetici venduti da Eni, includendo sia quelli derivanti da produzioni proprie, che quelli acquistati da terzi. Nel 2023, l’indicatore è in riduzione di circa il 5% rispetto al 2022, guidato principalmente dal calo delle vendite di gas del settore GGP. I crediti di carbonio hanno compensato 5,9 Mt CO2eq (vs. 3 MtCO2eq nel 2022).
Da questo ciclo di reporting, Eni ha introdotto l’indicatore Net GHG Emissions Scope 1+2+3, contabilizzato in vista equity, e non associato ad alcun target aziendale. Il nuovo indicatore comprende tutte le emissioni Scope 1+2 del gruppo e le emissioni Scope 3 da utilizzo dei prodotti venduti (categoria 11 del GHG protocol), coerentemente con gli standard internazionali e di settore (GHG Protocol/IPIECA). Questo indicatore si differenzia rispetto al Net GHG Lifecycle Emissions che, invece, tiene conto di tutte le emissioni Scope 1+2+3 dei prodotti energetici venduti da Eni secondo un approccio lifecycle, ed è applicato a un perimetro più esteso che comprende anche i prodotti generati da terzi (es. gas naturale prodotto da terzi e venduto da Eni). Nel 2023, le Net GHG Emissions sono risultate sostanzialmente in linea (+3%) rispetto al 2022.
L’indicatore è calcolato come il rapporto tra le Net GHG Lifecycle Emissions e il contenuto di energia dei prodotti energetici venduti da Eni. Nel 2023, si registra una leggera riduzione dell’indicatore (-1%) grazie soprattutto al minor impatto emissivo del mix di portafoglio del gas di terzi e alla progressiva crescita della produzione di energia rinnovabile.
L’indicatore considera le emissioni GHG Scope 1+2 degli asset Upstream operati da Eni e da terzi. Nel 2023, l’indicatore è migliorato di circa il 10% rispetto al 2022. Il risultato ha beneficiato delle azioni di ottimizzazione ed efficientamento nella gestione operativa.
L’indicatore considera le emissioni GHG Scope 1+2 delle attività operate da Eni e da terzi. Nel 2023, l’indicatore è migliorato di circa il 13% principalmente grazie a un calo delle emissioni correlato ai business Power, GGP, Upstream e Chimica.
Complessivamente, le emissioni dirette di GHG Scope 1 derivanti dalle attività operate da Eni nel 2023 sono state pari a 38,7 mln di tonnellate di CO2 eq. in riduzione rispetto al 2022 principalmente per effetto del calo delle emissioni nei business Chimica, Power e GGP, in parte compensato dall’incremento nel settore Upstream. L’indice di intensità emissiva Upstream Scope 1 risulta sostanzialmente in linea rispetto al 2022 (+0,5%).
Le emissioni indirette GHG Scope 2, nel 2023 sono diminuite dell’8% circa rispetto al 2022, per i minori consumi del settore Chimica e Upstream. Tali emissioni sono legate agli acquisti di energia da terzi e destinata al consumo degli asset operati e per Eni sono marginali in quanto la generazione elettrica avviene prevalentemente tramite proprie installazioni.
Il tema delle emissioni di metano ha assunto un’importanza centrale nel dibattito climatico internazionale, considerando il suo elevato potere climalterante e il ruolo riconosciuto in termini di opportunità di mitigazione del riscaldamento globale nel breve-medio termine.
Le emissioni fuggitive Upstream risultano in riduzione di circa -30 ktCO2 eq. rispetto al 2022 grazie all’implementazione delle campagne LDAR (Leak Detection And Repair) svolte con cadenza periodica. Oggi coprono il 99,7% degli asset gestiti da Eni, e si prevede una copertura completa entro il 2024.
Le emissioni di metano nel settore Upstream sono in riduzione del 21% rispetto al 2022 principalmente grazie alle campagne di monitoraggio effettuate, in linea con i requisiti della Oil & Gas Methane Partnership 2.0. Nel 2023, Eni ha ottenuto da United Nations Environment Programme (UNEP) il riconoscimento del livello di reporting “Gold Standard” OGMP 2.0. L’intensità emissiva di metano risulta quindi in miglioramento, pari a 0,06% rispetto allo 0,08% del 2022, in linea con l’impegno di mantenimento ben al di sotto dello 0,2%.
I volumi di idrocarburi inviati a flaring di routine in asset operati/cooperati Upstream risultano in riduzione dell’8% rispetto al 2022, principalmente per gli interventi di efficientamento e flaring down in Egitto, Nigeria e Ghana.
Gli interventi di efficienza energetica effettuati nell’anno consentono un risparmio effettivo di energia primaria rispetto ai consumi di baseline di oltre 394 ktep/anno derivanti principalmente da progetti in ambito Upstream (oltre 86%), con un beneficio in termini di riduzione di emissioni pari a circa 1 milione di tonnellate di CO2 eq. Se si considerano anche le emissioni Scope 2 (ovvero derivanti da energia elettrica e termica acquistate) il risparmio netto di CO 2 derivante da progetti di energy saving ammonta a circa 1,03 milioni di ton di CO 2 eq. A tale risultato ha contribuito in maniera preponderante il settore Exploration and Production, con 68 iniziative di efficienza energetica (applicate in 14 società di 12 Paesi), che consentono un risparmio di combustibili pari a circa 340 ktep/anno.
Nel 2023 i consumi di fonti primarie di Eni sono complessivamente aumentati per l’ingresso di nuovi asset Upstream in Algeria (In Amenas e In Salah), con incremento dei consumi di fuel gas. L’energia totale consumata è stata pari a 516,2 milioni di GJ, di cui E&P 234 milioni di GJ, Plenitude & Power 159 milioni di GJ, R&M e Chimica 110 milioni di GJ, Global Gas & LNG Portfolio 12 GJ e Corporate e Altre attività 1,4 milione di GJ.
I risultati che otteniamo negli ambiti della sostenibilità disponibili in grafici e tabelle.
Puntiamo a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, attraverso un piano scandito da obiettivi progressivi che coinvolge tutti i settori.
Scopri il report di sostenibilità che raccoglie i nostri obiettivi, impegni e risultati per una transizione energetica socialmente equa.
Iniziative a tutela di territori ed ecosistemi e soluzioni tecnologiche per compensare le emissioni di gas serra.