I rischi finanziari sono gestiti nel rispetto delle linee guida emanate dal Consiglio di Amministrazione (CdA) di Eni SpA, nel suo ruolo di indirizzo e definizione dei limiti di rischio, finalizzate ad allineare e coordinare centralmente le politiche Eni in materia di rischi finanziari (“Linee di indirizzo in materia di gestione e controllo dei rischi finanziari”). Le “Linee Guida” definiscono per ciascun rischio le componenti chiave del processo di gestione e controllo, quali l’obiettivo di risk management, la metodologia di misurazione, la struttura dei limiti, il modello di relazione e gli strumenti di copertura e mitigazione.
Consiste nella possibilità che variazioni dei tassi di cambio, dei tassi di interesse o dei prezzi delle commodity, possano influire negativamente sul valore delle attività, delle passività o dei flussi di cassa attesi. La gestione del rischio di mercato è disciplinata dalle sopra indicate “Linee di indirizzo” e da procedure che fanno riferimento a un modello centralizzato di gestione delle attività finanziarie, basato sulle Strutture di Finanza Operativa (Finanza Eni Corporate, Eni Finance International SA e Banque Eni SA, quest’ultima nei limiti imposti dalla normativa bancaria in tema di “Concentration Risk”), nonché su Eni Trade & Biofuels SpA ed Eni Global Energy Markets SpA per quanto attiene alle attività in derivati su commodity.
In particolare, Finanza Eni Corporate e Eni Finance International SA e garantiscono, rispettivamente, per le società Eni italiane e non italiane la copertura dei fabbisogni e l’assorbimento dei surplus finanziari. Su Finanza Eni Corporate sono accentrate tutte le operazioni in cambi e in derivati finanziari non commodity di Eni, mentre Eni Trade & Biofuels SpA e Eni Global Energy Markets SpA assicurano la negoziazione sui mercati dei relativi derivati di copertura sulle commodity attraverso l’attività di execution.
L’esposizione al rischio di variazioni dei tassi di cambio deriva dall’operatività dell’impresa in valute diverse dall’euro (principalmente il dollaro USA) e determina una serie di impatti:
In generale, un apprezzamento del dollaro USA rispetto all’euro ha un effetto positivo sull’utile operativo di Eni e viceversa. L’obiettivo di risk management Eni è la minimizzazione del rischio di tasso di cambio transattivo e l’ottimizzazione del rischio di cambio economico connesso al rischio prezzo commodity. Il rischio derivante dalla maturazione del reddito d’esercizio in divisa oppure dalla conversione delle attività e passività di aziende che redigono il bilancio con moneta funzionale diversa dall’euro non è di norma oggetto di copertura, salvo diversa valutazione specifica.
Eni centralizza la gestione del rischio di tasso di cambio, compensando le esposizioni di segno opposto derivanti dalle diverse attività di business coinvolte e coprendo con il mercato l’esposizione residua, massimizzando i benefici derivanti dal netting. Al fine di gestire l’esposizione residua, le “Linee di indirizzo” ammettono l’utilizzo di differenti tipologie di strumenti derivati (in particolare swap e forward, nonché opzioni su valute).
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2023 Sezione “Rischio di mercato - Tasso di cambio” pag. 321.
Le oscillazioni dei tassi di interesse influiscono sul valore di mercato delle attività e passività finanziarie dell’impresa e sul livello degli oneri finanziari netti. L’obiettivo di risk management Eni è la minimizzazione del rischio di tasso di interesse nel perseguimento degli obiettivi di struttura finanziaria definiti e approvati nel “Piano Finanziario”. Le Strutture di Finanza Operativa, in funzione del modello di finanza accentrata, raccolgono i fabbisogni finanziari Eni e gestiscono le posizioni rivenienti, ivi incluse le operazioni di carattere strutturale, in coerenza con gli obiettivi del “Piano Finanziario” e garantendo il mantenimento del profilo di rischio entro i limiti definiti. Eni utilizza contratti derivati su tasso di interesse, in particolare Interest Rate Swap, per gestire il bilanciamento tra indebitamento a tasso fisso e indebitamento a tasso variabile.
Il rischio di prezzo delle commodity è identificato come la possibilità che fluttuazioni del prezzo delle materie prime e dei prodotti di base producano significative variazioni dei margini operativi di Eni, determinando un impatto sul risultato economico, tale da compromettere gli obiettivi definiti nel piano quadriennale e nel budget. Il rischio di prezzo delle commodity è riconducibile a una serie di categorie di esposizione:
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2023 Sezione “Rischio di mercato - Commodity” pag. 321-322.
Il rischio di mercato riveniente dall’attività di gestione della porzione di riserva di liquidità denominata “liquidità strategica” è identificato come la possibilità che fluttuazioni del prezzo degli strumenti investiti (obbligazioni, strumenti di money market e fondi comuni di investimento) influiscano sul valore degli stessi in fase di alienazione o quando sono valutati in bilancio al fair value. La costituzione e il mantenimento della riserva di liquidità si propongono principalmente di garantire la flessibilità finanziaria necessaria per far fronte a eventuali fabbisogni straordinari (es. difficoltà di accesso al credito, shock esogeni, quadro macroeconomico e operazioni straordinarie) ed è dimensionata in modo da assicurare la copertura del debito a breve termine e del debito a medio-lungo termine in scadenza in un orizzonte temporale di 24 mesi.
Al fine di regolare l’attività di investimento della liquidita strategica, Eni ha definito una politica di investimento con specifici obiettivi e vincoli, articolati in termini di tipologia di strumenti finanziari che possono essere oggetto di investimento, nonché limiti operativi, quantitativi e di durata; ha individuato altresì un insieme di principi di governance cui attenersi e introdotto un appropriato sistema di controllo.
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2023 Sezione “Rischio di mercato – Liquidità Strategica” pag. 322.
Il rischio di credito rappresenta l’esposizione dell’impresa a potenziali perdite derivanti dal mancato adempimento delle obbligazioni assunte dalla controparte. Eni ha definito policy di gestione del rischio di credito coerenti con la natura e con le caratteristiche delle controparti delle transazioni commerciali e finanziarie nell’ambito del modello di finanza accentrata prescelto.
Eni ha adottato un modello per la quantificazione e il controllo del rischio credito basato sulla valutazione dell’Expected Loss. L’Expected Loss costituisce il valore della perdita attesa a fronte di un credito vantato nei confronti di una controparte, per la quale si stima una probabilità di default e una capacità di recupero sul credito passato in default attraverso la cosiddetta Loss Given Default.
All’interno del modello di gestione e controllo del rischio credito, le esposizioni creditizie sono distinte in base alla loro natura in esposizioni di natura commerciale, sostanzialmente relative ai contratti di vendita delle commodity oggetto dei business di Eni ed esposizioni di natura finanziaria relative agli strumenti finanziari utilizzati da Eni, quali depositi, derivati e investimenti in titoli mobiliari.
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2023 Sezione “Rischio di credito” pag. 324.
Il rischio liquidità è il rischio che l’impresa non sia in grado di rispettare gli impegni di pagamento a causa della difficolta di reperire fondi (funding liquidity risk) o di liquidare attività sul mercato (asset liquidity risk). La conseguenza del verificarsi di detto evento è un impatto negativo sul risultato economico nel caso in cui l’impresa sia costretta a sostenere costi addizionali per fronteggiare i propri impegni o, come estrema conseguenza, una situazione di insolvibilità che pone a rischio la continuità aziendale.
Tra gli obiettivi di risk management di Eni vi è il mantenimento di un ammontare adeguato di risorse prontamente disponibili per far fronte a shock esogeni (drastici mutamenti di scenario, restrizioni nell’accesso al mercato dei capitali) ovvero per assicurare un adeguato livello di elasticità operativa ai programmi di sviluppo dell’azienda. A tal fine Eni mantiene una riserva di liquidità strategica costituita prevalentemente da strumenti finanziari a breve termine e ad alta liquidabilità, privilegiando un profilo di rischio molto contenuto.
Allo stato attuale, la Società ritiene di disporre di fonti di finanziamento più che adeguate a soddisfare le prevedibili necessità finanziarie, attraverso la disponibilità di attivi finanziari e di linee di credito nonché l’accesso, tramite il sistema creditizio e i mercati dei capitali, a un’ampia gamma di tipologie di finanziamento.
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2023 Sezione “Rischio di credito per esposizioni di natura finanziaria - Rischio di liquidità” pag. 324-325.
I rischi finanziari sono gestiti nel rispetto delle linee guida emanate dal Consiglio di Amministrazione (CdA) di Eni SpA, nel suo ruolo di indirizzo e definizione dei limiti di rischio, finalizzate ad allineare e coordinare centralmente le politiche Eni in materia di rischi finanziari (“Linee di indirizzo in materia di gestione e controllo dei rischi finanziari”). Le “Linee Guida” definiscono per ciascun rischio le componenti chiave del processo di gestione e controllo, quali l’obiettivo di risk management, la metodologia di misurazione, la struttura dei limiti, il modello di relazione e gli strumenti di copertura e mitigazione.
Consiste nella possibilità che variazioni dei tassi di cambio, dei tassi di interesse o dei prezzi delle commodity, possano influire negativamente sul valore delle attività, delle passività o dei flussi di cassa attesi. La gestione del rischio di mercato è disciplinata dalle sopra indicate “Linee di indirizzo” e da procedure che fanno riferimento a un modello centralizzato di gestione delle attività finanziarie, basato sulle Strutture di Finanza Operativa (Finanza Eni Corporate, Eni Finance International SA e Banque Eni SA, quest’ultima nei limiti imposti dalla normativa bancaria in tema di “Concentration Risk”), nonché su Eni Trade & Biofuels SpA ed Eni Global Energy Markets SpA per quanto attiene alle attività in derivati su commodity.
In particolare, Finanza Eni Corporate e Eni Finance International SA e garantiscono, rispettivamente, per le società Eni italiane e non italiane la copertura dei fabbisogni e l’assorbimento dei surplus finanziari. Su Finanza Eni Corporate sono accentrate tutte le operazioni in cambi e in derivati finanziari non commodity di Eni, mentre Eni Trade & Biofuels SpA e Eni Global Energy Markets SpA assicurano la negoziazione sui mercati dei relativi derivati di copertura sulle commodity attraverso l’attività di execution.
L’esposizione al rischio di variazioni dei tassi di cambio deriva dall’operatività dell’impresa in valute diverse dall’euro (principalmente il dollaro USA) e determina una serie di impatti:
In generale, un apprezzamento del dollaro USA rispetto all’euro ha un effetto positivo sull’utile operativo di Eni e viceversa. L’obiettivo di risk management Eni è la minimizzazione del rischio di tasso di cambio transattivo e l’ottimizzazione del rischio di cambio economico connesso al rischio prezzo commodity. Il rischio derivante dalla maturazione del reddito d’esercizio in divisa oppure dalla conversione delle attività e passività di aziende che redigono il bilancio con moneta funzionale diversa dall’euro non è di norma oggetto di copertura, salvo diversa valutazione specifica.
Eni centralizza la gestione del rischio di tasso di cambio, compensando le esposizioni di segno opposto derivanti dalle diverse attività di business coinvolte e coprendo con il mercato l’esposizione residua, massimizzando i benefici derivanti dal netting. Al fine di gestire l’esposizione residua, le “Linee di indirizzo” ammettono l’utilizzo di differenti tipologie di strumenti derivati (in particolare swap e forward, nonché opzioni su valute).
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2023 Sezione “Rischio di mercato - Tasso di cambio” pag. 321.
Le oscillazioni dei tassi di interesse influiscono sul valore di mercato delle attività e passività finanziarie dell’impresa e sul livello degli oneri finanziari netti. L’obiettivo di risk management Eni è la minimizzazione del rischio di tasso di interesse nel perseguimento degli obiettivi di struttura finanziaria definiti e approvati nel “Piano Finanziario”. Le Strutture di Finanza Operativa, in funzione del modello di finanza accentrata, raccolgono i fabbisogni finanziari Eni e gestiscono le posizioni rivenienti, ivi incluse le operazioni di carattere strutturale, in coerenza con gli obiettivi del “Piano Finanziario” e garantendo il mantenimento del profilo di rischio entro i limiti definiti. Eni utilizza contratti derivati su tasso di interesse, in particolare Interest Rate Swap, per gestire il bilanciamento tra indebitamento a tasso fisso e indebitamento a tasso variabile.
Il rischio di prezzo delle commodity è identificato come la possibilità che fluttuazioni del prezzo delle materie prime e dei prodotti di base producano significative variazioni dei margini operativi di Eni, determinando un impatto sul risultato economico, tale da compromettere gli obiettivi definiti nel piano quadriennale e nel budget. Il rischio di prezzo delle commodity è riconducibile a una serie di categorie di esposizione:
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2023 Sezione “Rischio di mercato - Commodity” pag. 321-322.
Il rischio di mercato riveniente dall’attività di gestione della porzione di riserva di liquidità denominata “liquidità strategica” è identificato come la possibilità che fluttuazioni del prezzo degli strumenti investiti (obbligazioni, strumenti di money market e fondi comuni di investimento) influiscano sul valore degli stessi in fase di alienazione o quando sono valutati in bilancio al fair value. La costituzione e il mantenimento della riserva di liquidità si propongono principalmente di garantire la flessibilità finanziaria necessaria per far fronte a eventuali fabbisogni straordinari (es. difficoltà di accesso al credito, shock esogeni, quadro macroeconomico e operazioni straordinarie) ed è dimensionata in modo da assicurare la copertura del debito a breve termine e del debito a medio-lungo termine in scadenza in un orizzonte temporale di 24 mesi.
Al fine di regolare l’attività di investimento della liquidita strategica, Eni ha definito una politica di investimento con specifici obiettivi e vincoli, articolati in termini di tipologia di strumenti finanziari che possono essere oggetto di investimento, nonché limiti operativi, quantitativi e di durata; ha individuato altresì un insieme di principi di governance cui attenersi e introdotto un appropriato sistema di controllo.
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2023 Sezione “Rischio di mercato – Liquidità Strategica” pag. 322.
Il rischio di credito rappresenta l’esposizione dell’impresa a potenziali perdite derivanti dal mancato adempimento delle obbligazioni assunte dalla controparte. Eni ha definito policy di gestione del rischio di credito coerenti con la natura e con le caratteristiche delle controparti delle transazioni commerciali e finanziarie nell’ambito del modello di finanza accentrata prescelto.
Eni ha adottato un modello per la quantificazione e il controllo del rischio credito basato sulla valutazione dell’Expected Loss. L’Expected Loss costituisce il valore della perdita attesa a fronte di un credito vantato nei confronti di una controparte, per la quale si stima una probabilità di default e una capacità di recupero sul credito passato in default attraverso la cosiddetta Loss Given Default.
All’interno del modello di gestione e controllo del rischio credito, le esposizioni creditizie sono distinte in base alla loro natura in esposizioni di natura commerciale, sostanzialmente relative ai contratti di vendita delle commodity oggetto dei business di Eni ed esposizioni di natura finanziaria relative agli strumenti finanziari utilizzati da Eni, quali depositi, derivati e investimenti in titoli mobiliari.
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2023 Sezione “Rischio di credito” pag. 324.
Il rischio liquidità è il rischio che l’impresa non sia in grado di rispettare gli impegni di pagamento a causa della difficolta di reperire fondi (funding liquidity risk) o di liquidare attività sul mercato (asset liquidity risk). La conseguenza del verificarsi di detto evento è un impatto negativo sul risultato economico nel caso in cui l’impresa sia costretta a sostenere costi addizionali per fronteggiare i propri impegni o, come estrema conseguenza, una situazione di insolvibilità che pone a rischio la continuità aziendale.
Tra gli obiettivi di risk management di Eni vi è il mantenimento di un ammontare adeguato di risorse prontamente disponibili per far fronte a shock esogeni (drastici mutamenti di scenario, restrizioni nell’accesso al mercato dei capitali) ovvero per assicurare un adeguato livello di elasticità operativa ai programmi di sviluppo dell’azienda. A tal fine Eni mantiene una riserva di liquidità strategica costituita prevalentemente da strumenti finanziari a breve termine e ad alta liquidabilità, privilegiando un profilo di rischio molto contenuto.
Allo stato attuale, la Società ritiene di disporre di fonti di finanziamento più che adeguate a soddisfare le prevedibili necessità finanziarie, attraverso la disponibilità di attivi finanziari e di linee di credito nonché l’accesso, tramite il sistema creditizio e i mercati dei capitali, a un’ampia gamma di tipologie di finanziamento.
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2023 Sezione “Rischio di credito per esposizioni di natura finanziaria - Rischio di liquidità” pag. 324-325.
Il portafoglio dei top risk Eni è composto di 19 rischi classificati in:
Di seguito sono rappresentati i top risk di Eni rispetto agli obiettivi aziendali, con l’indicazione delle specifiche azioni.
Principali eventi di rischio
Scenario Prezzi, visione d’insieme del rischio di fluttuazioni sfavorevoli dei prezzi del Brent e delle altre commodity rispetto alle previsioni di piano.
Azioni di trattamento
Focalizzazione su resilienza e flessibilità del portafoglio attraverso: generazione di cassa dei business tradizionali, crescita dei nuovi business, ottimizzazione del portafoglio e manovra investimenti;
diversificazione portafoglio supply gas/LNG attraverso lo sviluppo di iniziative integrate UPS/GGP per la valorizzazione del gas equity e azioni di ottimizzazione del portafoglio;
strategia attiva di hedging del portafoglio in funzione delle condizioni di mercato;
ottimizzazione assetti industriali business tradizionali;
sviluppo capacità di raffinazione bio, mediante conversione circuito produttivo raffinazione tradizionale e selettive partnership in progetti in aree geografiche differenziate;
flessibilizzazione feedstock anche tramite l’integrazione con agribusiness e diversificazione prodotti con sviluppo del segmento Sustainable Aviation Fuel (SAF);
specializzazione del portafoglio della chimica verso prodotti e mercati a maggior valore aggiunto; sviluppo chimica da rinnovabili/bio e riciclo;
massimizzazione del valore da mercato dei servizi power e iniziative per favorire la decarbonizzazione della generazione power;
massimizzazione sinergie tra capacità di generazione elettrica da rinnovabili in sviluppo e portafoglio clienti power (energy management integrato ed hedging con portafoglio clienti) e ulteriore securitizzazione dei ricavi attraverso la partecipazione alle aste e la stipula di Purchase Power Agreement.
Principali eventi di rischio
Contrazione domanda/contesto competitivo, riferito al verificarsi di uno sbilancio domanda e offerta di mercato o di un incremento della competitività tale da: (i) ridurre volumi di vendita, (ii) aumentare le difficoltà nel difendere customer base/ sviluppare iniziative di crescita, (iii) generare dinamiche avverse sui prezzi dei prodotti finiti, (iv) contrazione domanda.
Azioni di trattamento
Diversificazione portafoglio supply gas/LNG attraverso lo sviluppo di iniziative integrate UPS/GGP per la valorizzazione del gas equity e azioni di ottimizzazione del portafoglio;
strategia attiva di hedging del portafoglio in funzione delle condizioni di mercato;
crescita del business della mobilità sostenibile e sviluppo selettivo della rete;
differenziazione del portafoglio della chimica verso prodotti a maggiore valore aggiunto ed estensione filiera a valle verso compounding;
sviluppo chimica da rinnovabili e riciclo;
crescita organica clienti retail gas e luce con progressiva integrazione con la capacità di generazione energie rinnovabili e con lo sviluppo dei servizi di generazione distribuita e di efficienza energetica e di e-mobility;
consolidamento posizione sul mercato renewables in particolare nei Paesi di presenza retail attraverso lo sviluppo della pipeline di progetti acquisiti, con particolare focus su Spagna e Italia.
Principali eventi di rischio
Climate change, riferito alla possibilità che si verifichino modifiche di scenario/condizioni climatiche che possano generare rischi legati alla transizione energetica (normativi, di mercato, tecnologici e reputazionali) e rischi fisici sui business di Eni nel breve, medio e lungo periodo.
Azioni di trattamento
Principali eventi di rischio
Rischio Credito Commerciale, riferito al possibile mancato adempimento delle obbligazioni assunte da una controparte, con ricadute sulla situazione economica/finanziaria e sul raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Azioni di trattamento
Modello del credito accentrato e coordinamento operativo nella gestione dei clienti multi-business;
azioni gestionali a mitigazione del rischio: garanzie, factoring, coperture assicurative;
monitoraggio sistematico degli indicatori di rischiosità delle controparti affidate e meccanismi tempestivi di alerting.
Principali eventi di rischio
Biologico - diffusione di pandemie ed epidemie, riferito alla diffusione di pandemie ed epidemie con potenziali impatti sulle persone e sui sistemi sanitari nonché sul business.
Azioni di trattamento
Costante indirizzo e monitoraggio da parte dell’Unità di crisi Eni per allineamento, coordinamento e identificazione azioni di risposta;
predisposizione e implementazione, per tutte le consociate e linee datoriali di Eni, di un piano per la preparazione e risposta delle emergenze sanitarie (Medical Emergency Response Plan - MERP) finalizzato anche alla definizione di un business continuity plan;
campagne di informazione e formazione del personale;
attività di indirizzo tecnico-scientifico delle funzioni centrali per definire le misure di prevenzione e di trattamento da declinare e implementare a livello di business.
Principali eventi di rischio
Geopolitico, riferito all’impatto di tematiche geopolitiche sulle scelte strategiche e operative del business.
Azioni di trattamento
Attività istituzionali con interlocutori nazionali e internazionali di riferimento per il superamento delle situazioni di crisi;
monitoraggio del contesto, con focus su situazioni politico-istituzionali critiche e su aspetti normativi con potenziali impatti sul business;
valorizzazione della presenza Eni, anche per il tramite di iniziative di sostenibilità, con attenzione a tematiche economiche e sociali dei Paesi.
Principali eventi di rischio
Global security risk, riferito ad azioni o eventi dolosi che possono arrecare danni alle persone e agli asset materiali e immateriali. Instabilità politica e sociale, riferito sia all’instabilità politica e sociale, sia a eventi criminali/bunkering all’interno del Paese verso Eni e consociate, con potenziali ricadute in termini di minori produzioni, ritardi nei progetti, potenziali danni a persone e asset.
Credit & Financing Risk, relativo a difficoltà finanziarie dei partner, ritardo nell’incasso dei crediti e nel recupero dei costi sostenuti.
Azioni di trattamento
Diversificazione geografica del portafoglio;
ingaggio in tavoli nazionali e internazionali per la realizzazione di piani di collaborazione e risposta a potenziali minacce con coinvolgimento delle imprese;
interventi di mitigazione per i rischi security mediante progetti e programmi specifici per alcune aree/siti maggiormente sensibili;
presenza di un sistema di gestione dei rischi di security con analisi di misure preventive specifiche per Paese e per sito e implementazione di piani di emergenza finalizzati alla massima sicurezza delle persone e della gestione di attività ed asset;
stipula di piani di rientro specifici per Paese con utilizzo di strumenti già collaudati di tipo contrattuale e/o finanziario;
richiesta di garanzie sovrane e lettere di credito a tutela delle posizioni creditorie.
Principali eventi di rischio
Normativo Settore Energy, riferito agli impatti su operatività e competitività dei business legati all’evoluzione della normativa del settore energy.
Azioni di trattamento
Presidio delle dinamiche legislative e regolatorie; advocacy nell’ambito dei processi istituzionali di definizione di nuove direttive o regolamenti finalizzati alla decarbonizzazione e alla sicurezza energetica;
definizione azioni strategiche e operative in linea con l’evoluzione normativa:
- diversificazione geografica della capacità bio, flessibilizzazione feedstock e ampliamento gamma prodotti (sviluppo agro biofeedstock, produzione biojet);
- sviluppo chimica da fonti rinnovabili, sviluppo riciclo meccanico e chimico.
Principali eventi di rischio
Rapporti con gli stakeholder locali del settore energy.
Azioni di trattamento
Integrazione degli obiettivi e dei progetti di sostenibilità (es. Community Investment) all’interno del Piano Strategico e dei piani di incentivazione del management;
continuo dialogo con gli stakeholders per comunicare l’approccio sostenibile Eni alle attività, anche tramite progetti di sviluppo sociale e territoriale e di valorizzazione del local content;
realizzazione di accordi di collaborazione con enti nazionali e internazionali nella direzione del Partenariato Pubblico Privato (FAO, UNDP, UNESCO, UNIDO…);
rispetto e promozione Diritti Umani attraverso operatività del Modello di gestione dei Diritti Umani, analisi di impatto ed integrazione della vista sui diritti umani nei processi di business.
Principali eventi di rischio
Permitting, riferito al verificarsi di possibili ritardi o mancato rilascio di autorizzazioni, rinnovi o permessi da parte della Pubblica Amministrazione con impatti su tempi e costi di progetto nonché ricadute in termini sociali, ambientali e di immagine e reputazione.
Azioni di trattamento
Dialogo costante con le Istituzioni e audizioni presso le commissioni parlamentari;
coinvolgimento continuo fin dalle prime fasi delle autorità e degli stakeholder su obiettivi e progress di progetto;
trasferimento e condivisione del know-how con gli enti coinvolti, anche attraverso un maggior coinvolgimento degli organi tecnici;
presidio e monitoraggio degli iter autorizzativi;
visite/sopralluoghi dei rappresentanti delle istituzioni nei siti interessati;
piattaforma centrale Eni funzionale alla gestione del processo di Permitting e Compliance Ambientale dei siti operativi.
Principali eventi di rischio
Rischi di blow-out e altri incidenti agli asset upstream, alle raffinerie e agli stabilimenti petrolchimici, nonché nel trasporto degli idrocarburi e prodotti derivati via mare e via terra (es. incendi, esplosioni, ecc.), con danni alle persone e agli asset ed impatti sulla redditività e sulla reputazione aziendale.
Azioni di trattamento
Coperture assicurative;
attenta azione di prevenzione (applicazione nuove tecnologie) e real time monitoring per i pozzi;
monitoraggio proattivo degli eventi incidentali con identificazione dei weak signals in ambito Process Safety e completamento delle azioni scaturite da Audit e Risk Assessment relativi a tematiche di Process Safety;
improvement tecnologici e operativi e continuo miglioramento nella implementazione del sistema di gestione Asset Integrity Management a prevenzione di incidenti insieme all’incremento dell’affidabilità impianti;
vetting: gestione e coordinamento delle attività rilevanti per la valutazione, l’ispezione e la selezione tecnica delle navi, l’assegnazione di un rating agli operatori;
specifiche contrattuali standard nel trasporto marittimo;
Contract Risk Management (Pre/Post award);
formazione continua.
Principali eventi di rischio
Cyber Security & Spionaggio industriale, riferito al verificarsi di attacchi informatici capaci di compromettere i sistemi informativi gestionali (ICT) e i sistemi industriali (ICS), nonché di favorire la sottrazione di informazioni sensibili per Eni.
Azioni di trattamento
Modello di governance centralizzato della Cyber Security, con unità dedicate alla cyber intelligence e alla prevenzione, monitoraggio e gestione dei cyber attack;
potenziamento delle infrastrutture e dei servizi di Cyber Security Operation;
rafforzamento dei presidi di sicurezza per le consociate estere e dei siti industriali;
aumento della capacità di detection tramite Implementazione di IoC (Indicatori di Compromissione) specifici pervenuti da fonti Istituzionali e da provider di Cyber Threat Intelligence;
promozione di una cultura della sicurezza informatica anche tramite azioni dedicate (es. simulazioni di Phishing);
innalzamento del livello di monitoraggio degli eventi di sicurezza.
Principali eventi di rischio
Indagini e Contenziosi in materia climate change, ambientale e salute e sicurezza.
Azioni di trattamento
Attività di difesa legale in sedi giurisdizionali e non;
presenza di strutture organizzative dedicate all’assistenza legale e al presidio dei rapporti istituzionali nazionali e internazionali su tematiche HSE e climate change;
monitoraggio continuo dell’evoluzione normativa e costante valutazione dell’adeguatezza dei modelli di presidio e controllo esistenti;
rafforzamento del processo di assegnazione e gestione degli incarichi a professionisti esterni mediante nuove modalità volte a garantire trasparenza e tracciabilità;
iniziative di comunicazione mirate.