L’intervento della Drumcliffe

Il Governo nigeriano si affida a un fondo off-shore statunitense

Secondo quanto emerso da fonti aperte e non smentite, il Governo Federale della Nigeria ha dato mandato allo studio legale Johnson & Johnson di Lagos, di cui è titolare Babatunde Olabide Johnson, di rappresentarlo nelle cause contro Eni e Shell aperte in Italia e in altri Paesi. Questo studio avrebbe poi stipulato un accordo sulla copertura delle spese legali con la società americana Poplar Falls, fondata nel 2016 nel Delaware dal fondo off-shore Drumcliffe Partners del Maryland, specializzato nel finanziare cause per il recupero di crediti.  

 

In forza di tale accordo, la Poplar Falls avrebbe anticipato 2,75 milioni di dollari a Johnson & Johnson avendo in cambio il diritto a un rimborso di importo più che doppio oltre – e questo è il punto più controverso – al 35% delle somme eventualmente recuperate a beneficio dello Stato africano. Ove le richieste della parte civile nigeriana fossero mai accolte dal Tribunale di Milano, la Poplar Falls incasserebbe un premio superiore ai 350 milioni di dollari, una somma fuori standard di mercato.  

 

In base alla procedura n. 1782 (prevista dalla normativa statunitense), che obbliga le società americane a mettere a disposizione la documentazione richiesta da altre società per difendersi fuori dagli Stati Uniti, Eni ha chiesto al Tribunale distrettuale del Delaware di ordinare alla Drumcliffe di esibire i documenti relativi ai suoi accordi con i soggetti nigeriani.

 

Il giudice del Delaware ha accolto la richiesta di Eni. 

 

Si attendono gli sviluppi.



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