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SAF Enilive, il biojet per un’aviazione più sostenibile

Panorama da finestrino di un aereo

Che cos’è il SAF

Il SAF (Sustainable Aviation Fuel) è un biocarburante ottenuto grazie alla tecnologia HEFA (mediante processo di idrogenazione degli esteri e degli acidi grassi), che può essere miscelato fino al 50% con il carburante tradizionale per l’aviazione. È prodotto al 100% da materie prime rinnovabili, prevalentemente scarti e residui come oli alimentari esausti, grassi animali e sottoprodotti della lavorazione di oli vegetali.  

Rispetto ai prodotti di origine fossile, i biocarburanti derivano da materie prime biogeniche e consentono quindi una riduzione delle emissioni GHG, calcolate lungo l’intera catena del valore. Al momento, i SAF sono l’unica soluzione disponibile per contribuire alla decarbonizzazione del trasporto aereo. I biocarburanti non richiedono modifiche agli aeromobili né alle attuali infrastrutture di distribuzione del carburante negli aeroporti.

Il ruolo del SAF nella transizione del trasporto aereo

Per raggiungere l’obiettivo di un trasporto aereo più sostenibile, i produttori di SAF lavorano in sinergia con le compagnie aeree, i costruttori di motori, gli operatori aeroportuali e le istituzioni. 

A livello europeo, la maggior parte degli Stati membri dell'Unione Europea ha stabilito aumenti annuali degli obiettivi di miscelazione dei biocarburanti. Il Regolamento (UE) 2023/2405 stabilisce, infatti, che i fornitori di carburante per l’aviazione garantiscano che il jet fuel messo a disposizione degli operatori aerei in ogni aeroporto dell’Unione Europea contenga quote di SAF. 

SAF nel trasporto aereo: la roadmap dell’Unione Europea verso il 2050

Il Regolamento (UE) 2023/2405 stabilisce che l’immissione sul mercato di SAF dovrà avvenire in quantità crescenti secondo la seguente traiettoria, con un incremento della quota ogni cinque anni:

2%
quota minima

dal 1° gennaio 2025

6%
quota minima

dal 2030

20%
quota minima

dal 2035

34%
quota minima

dal 2040

42%
quota minima

dal 2045

70%
quota minima

dal 2050

SAF e HVO: la produzione dei biocarburanti nelle bioraffinerie Enilive

Nelle bioraffinerie Enilive, i biocarburanti (come il SAF e l’HVO diesel) sono ottenuti sottoponendo le materie prime a una serie di processi fisici e chimici. Gli scarti, i residui e gli oli vegetali arrivano alle bioraffinerie all'interno di navi e autobotti e vengono stoccati in serbatoi prima di essere sottoposti a due trattamenti: uno fisico, per rimuovere le impurezze, e uno chimico che porterà alla trasformazione vera e propria in biocarburanti.

Nel corso del primo trattamento, quello fisico, dalle biocariche vengono rimossi i componenti che risultano critici per la sezione di Ecofining™, la cui tecnologia è stata sviluppata da Eni in collaborazione con Honeywell UOP, in particolare residui solidi e gomme (fosfolipidi) attraverso processi di lavaggio e centrifugazione degli oli nella sezione degumming e successivamente metalli, attraverso un sistema di rimozione mediante materiali adsorbenti (terre sbiancanti) nella sezione bleaching.

L’olio ottenuto, privo di metalli, gomme e residui solidi, passa quindi al secondo trattamento, quello chimico, l’Ecofining™, che è composto da due stadi: idrodeossigenazione, che elimina l’ossigeno e le impurezze residue, tra cui l’azoto, e isomerizzazione, che trasforma le n-paraffine in isoparaffine con idonee proprietà a freddo.

Gli oli in carica alle bioraffinerie sono formati soprattutto da trigliceridi e acidi grassi che, attraverso i due stadi, si trasformano in idrocarburi (isoparaffine), che conferiscono al prodotto caratteristiche del tutto simili a quelli del gasolio di origine fossile. Grazie all’idrogenazione si ottiene la rimozione totale dell'ossigeno, la cui presenza nei prodotti di origine biogenica favorirebbe la formazione di colonie batteriche e mucillagini. L’HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) diesel è perciò esente da queste problematiche e pertanto l’HVO può essere utilizzato anche in purezza nei motori diesel. 

Dalla fine del 2024, attraverso la realizzazione di opportune modifiche impiantistiche, in particolare dell’unità isomerizzazione, del parco serbatoi e delle strutture logistiche, la bioraffineria di Gela integra alla produzione dell’HVO diesel, bionafta e biogpl, anche la produzione del SAF. Nel 2026, inoltre, la produzione di carburanti sostenibili per l’aviazione verrà estesa anche alla bioraffineria di Venezia Porto Marghera, grazie a un piano di investimenti mirato.

L’impianto Enilive a Gela

A gennaio 2025 Enilive ha annunciato l’avvio del primo impianto dedicato alla produzione di SAF (Sustainable Aviation Fuel) nella bioraffineria di Gela, in Sicilia. Questo SAF contiene il 100% di componente biogenica ed è idoneo ad essere utilizzato in miscela con il jet convenzionale fino al 50%. L’impianto di Gela ha una capacità di 400 mila tonnellate/anno, pari a quasi un terzo della domanda di SAF prevista in Europa nel 2025 (dato Wood Mackenzie) in conseguenza dell’entrata in vigore della ReFuelEU Aviation. 

 

Enilive ha stretto accordi con diverse compagnie aeree per la fornitura di SAF dal settembre 2022, grazie alle prime produzioni realizzate in sinergia tra la bioraffineria Enilive di Gela e altri impianti Eni a partire da materie prime di scarto. Enilive prevede di incrementare l’opzionalità della produzione di SAF fino a 1 milione di tonnellate/anno entro il 2026, con un potenziale raddoppio entro il 2030, anche grazie ai nuovi progetti in corso nella bioraffineria di Venezia e alla realizzazione di nuove bioraffinerie in Malesia e Corea del Sud. 

La bioraffinazione Enilive

I nostri obiettivi di produzione di carburanti sostenibili

>5 mln
ton/a

(milioni di tonnellate per anno) capacità totale di bioraffinazione entro il 2030


1 mln
ton/a

opzionalità della produzione di SAF entro il 2026 (con un potenziale raddoppio entro il 2030)


>5 mln
ton/a

(milioni di tonnellate per anno) capacità totale di bioraffinazione entro il 2030

1 mln
ton/a

opzionalità della produzione di SAF entro il 2026 (con un potenziale raddoppio entro il 2030)

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