- INNOVAZIONE
La transizione verso trasporti a zero emissioni richiede un approccio integrato, in cui i biocarburanti si rivelano una soluzione rapida ed efficace.
Luca Longo
La transizione verso forme di energia più sostenibili è una priorità per il settore dei trasporti. I biocarburanti emergono come una soluzione cruciale: offrono un’alternativa all’uso di carburanti tradizionali e aprono una nuova strada verso la sostenibilità energetica proprio nella fase di transizione e di adozione di massa di sistemi di mobilità a sempre più ridotto impatto ambientale.
I biocarburanti rappresentano una fonte di energia derivata da materie prime rinnovabili, come biomasse vegetali o animali, che può essere utilizzata nei trasporti per sostituire, in tutto o in parte, i combustibili fossili tradizionali. Questa tipologia di carburanti non solo riduce le emissioni di CO2 lungo tutta la loro filiera, ma aiuta anche a diversificare e a rendere più accessibili e sicure le fonti di energia a ridotte emissioni, offrendo un contributo importante alla soluzione del trilemma energetico, inteso come sostenibilità ambientale, sicurezza energetica e accessibilità economica e sociale all’energia. Secondo i dati dell'International Energy Agency (IEA), nel 2023 il settore dei trasporti ha generato il 23% circa delle emissioni globali di CO2, con l’86% di queste ultime provenienti dalla combustione di derivati da idrocarburi fossili. In Italia, le emissioni derivanti dai trasporti contribuiscono al 25% del totale nazionale, con oltre 100 milioni di tonnellate di CO2 sviluppate ogni anno. Questi dati evidenziano l'urgenza di trovare soluzioni efficaci per ridurre l'impatto ambientale del settore.
L'Unione Europea, consapevole di questa necessità, ha introdotto normative volte a promuovere l'uso di fonti rinnovabili anche nel settore dei trasporti. La direttiva RED (Renewable Energy Directive) - modificata da ultimo nel 2023 dalla direttiva RED III (UE 2023/2413) – stabilisce, che entro il 2030, almeno il 29% dell'energia utilizzata nei trasporti provenga da fonti rinnovabili o, in alternativa, che l’intensità delle emissioni GHG derivanti dallo stesso settore sia ridotta di almeno il 14,5%. La Direttiva REDIII dovrà essere recepita entro il 21 maggio 2025.
Per la decarbonizzazione del trasporto aereo e marittimo, l’Unione Europea si è inoltre dotata di normative dedicate che promuovono l’utilizzo e la diffusione di biocarburanti sostenibili. Infatti, dal 2025, si applicheranno:
La RED distingue anche tra biocarburanti cosiddetti “convenzionali” - ottenuti da colture come mais o colza - e biocarburanti di seconda generazione e avanzati prodotti da rifiuti organici, olii esausti, residui agricoli o forestali – come quelli che produce Enilive, la società di Eni dedicata alla mobilità. Queste materie prime – scarti agroforestali, rifiuti dell’industria alimentare e oli esausti, e anche bio-oli ottenuti da coltivazioni su terreni marginali o semiaridi, o in rotazione con la coltura primaria – sono premiate dalla normativa europea, che prevede anche target di penetrazione dedicati ai biocarburanti avanzati.
I biocarburanti rappresentano una risposta immediata per i veicoli dotati di motori tradizionali a combustione interna. Da subito, i biocarburanti possono contribuire a ridurre la dipendenza dagli idrocarburi fossili diversificando le fonti energetiche. In particolare, tecnologie avanzate come quelle che utilizza Enilive permettono di produrre l’olio vegetale idrogenato (HVO), che può essere utilizzato in purezza negli attuali motori omologati senza bisogno di modifiche, offrendo un'alternativa più sostenibile ai combustibili fossili.
I biocarburanti come l’HVO sono frutto di tecnologie innovative come EcofiningTM, ma sono nati ancora prima dei combustibili fossili. Nel 1893, Rudolf Diesel progettò il suo primo motore termico - alimentato ad olio di arachidi - e lo mostrò al mondo durante l'Esposizione Universale di Parigi del 1900. A quella stessa esposizione furono presentati anche prototipi di auto elettriche, segno che l'idea di alternative più sostenibili ai combustibili fossili era già nata oltre un secolo fa.
Esistono due principali processi per produrre biocarburanti:
Processi biochimici: includono la fermentazione e la digestione anaerobica, utilizzati per produrre bioetanolo e biometano. La fermentazione trasforma zuccheri e amidi in alcol, mentre la digestione anaerobica decompone i rifiuti organici per produrre biogas.
Processi termochimici: includono la pirolisi e la gassificazione, che trasformano la biomassa in combustibili liquidi e gassosi. Questi processi permettono di ottenere biodiesel da esteri metilici degli acidi grassi (FAME), che vanno additivati a combustibile fossile, ad oggi non oltre il 7%. Al contrario, oli vegetali idrotrattati (HVO), possono essere utilizzati come carburanti anche in purezza su tutte le motorizzazioni omologate.
Con il supporto di politiche che promuovono la sostenibilità e investimenti in tecnologie avanzate, l'Unione Europea si è affermata come guida mondiale in questo settore.
Eni è un attore chiave nell’innovazione dei biocarburanti, con tecnologie come EcofiningTM e ProesaTM. Questi processi avanzati permettono di trasformare biomassa e scarti agroalimentari in carburanti da fonti rinnovabili. Eni offre una gamma di prodotti per i trasporti su terra, cielo e mare:
La decarbonizzazione del settore dei trasporti richiede un approccio olistico che integri diverse soluzioni. I biocarburanti rappresentano oggi una delle risposte più immediate ed efficaci per ridurre le emissioni di CO2, soprattutto per i trasporti pesanti, per l’aviazione e per la marina, settori al momento molto complessi da elettrificare.
Le innovazioni tecnologiche nella produzione di biocarburanti giocheranno un importante ruolo nell'evoluzione della mobilità sostenibile. Il mix di soluzioni energetiche continuerà a evolversi nel tempo, ma i biocarburanti restano una parte fondamentale del puzzle nella sfida verso una maggiore sostenibilità.
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