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  • SOSTENIBILITÀ

La certificazione Low ILUC per una filiera responsabile degli agri-hub

Il responsabile dell'agri-hub mostra le varietà di semi che vengono lavorate

Il sistema di certificazione globale ISCC (International Sustainability & Carbon Certification) ha rilasciato il suo primo attestato EU Low ILUC a Janari Farms, partner di Eni in Kenya e aggregatore agricolo, per la produzione di semi di ricino da cui ricavare oli vegetali utilizzabili come agri-feedstock nelle bioraffinerie.  La certificazione attesta la conformità agli standard UE che mirano a garantire che la produzione di biocarburanti non causi l'indiretta ridestinazione di terreni agricoli destinati alla produzione di alimenti e mangimi verso la produzione di biocarburanti. Il riconoscimento a Janari Farms conferma l’approccio sostenibile di Eni nella produzione di agri-feedstock per le bioraffinerie, supportato da pratiche agricole rigenerative volte a migliorare la fertilità del suolo e a ridurre l’impatto carbonico. Il programma agri-feedstock, promosso da Eni in diversi Paesi, tra cui Kenya, Angola, Mozambico, Repubblica del Congo, Costa d’Avorio, Ruanda, Vietnam, Indonesia, Kazakistan e Italia favorisce pratiche rigenerative e fornisce supporto alle comunità locali con il coinvolgimento di partners locali come Janari Farms. 

La certificazione Low ILUC rilasciata a Janari Farms

La certificazione UE Low ILUC rilasciata da ISCC a Janari Farms, partner locale di Eni e aggregatore agricolo in Kenya, è specifica per la filiera dei biocarburanti e attesta che la coltivazione, in questo caso del ricino, ha evitato la ridestinazione diretta e indiretta del terreno utilizzato per le colture alimentari e i mangimi. ISCC è uno dei sistemi di certificazione più importanti a livello globale, con oltre 12.000 certificati validi in più di 130 Paesi. La certificazione EU Low ILUC rappresenta un risultato significativo per Eni, perché dimostra che gli agri-feedstock destinati alle bioraffinerie possono essere ottenuti in modo sempre più sostenibile, dimostrando che questi raccolti sono il risultato di pratiche virtuose, di una più efficiente gestione del suolo, dell’utilizzo di macchinari più moderni e della coltivazione di terreni degradati, favorendo il ripristino della fertilità del suolo.

Sfruttamento diretto e indiretto del suolo, rese agricole e pratiche virtuose

La certificazione Low ILUC (Indirect Land Use Change) verifica la riduzione di sfruttamento del suolo a livello non solo diretto ma anche indiretto. Il cambiamento d'uso del suolo si riferisce alla trasformazione diretta di un terreno da un tipo di utilizzo a un altro, come la conversione di una foresta in terreno agricolo. Questo processo non è mai un'opzione nell'ambito della certificazione ISCC. Il cambiamento indiretto dell'uso del suolo (ILUC), invece, comprende cambiamenti più difficili da rilevare, come quando le coltivazioni per bioliquidi sostituiscono le coltivazioni di alimenti e mangimi sui terreni agricoli esistenti, spingendo alla conversione di terreni non agricoli in terreni agricoli. Presso Janari Farms, gli agricoltori hanno coltivato il ricino su terreni severamente degradati, così come identificati delle autorità locali. Gli agri-feedstock ottenuti secondo gli standard Low ILUC hanno un minore impatto carbonico perché contribuiscono a preservare quegli habitat naturali, come le foreste, le praterie e le aree umide, che assorbono il carbonio dall’atmosfera e lo immagazzinano in modo naturale nel suolo. Le pratiche agricole rigenerative che li caratterizzano, inoltre, sono in grado di aumentare il carbonio organico del suolo agricolo e di migliorarne la fertilità complessiva, aprendo la strada per nuove produzioni alimentari in futuro.  

Biocarburanti, un contributo chiave per una mobilità più sostenibile

La transizione verso trasporti a zero emissioni richiede un approccio integrato, in cui i biocarburanti si rivelano una soluzione rapida ed efficace.

Il programma agri-feedstock di Eni

Il modello di sviluppo per le iniziative di agri-feedstock rappresenta per Eni un elemento distintivo di integrazione verticale della filiera dei biocarburanti, il cui obiettivo è rifornire le bioraffinerie di oli vegetali ottenuti da materie prime coltivate su terreni degradatii, così identificati dalle autorità locali, o ricavate dalla valorizzazione di scarti e residui agroindustriali e forestali. Il programma agri-feedstock di Eni è un modello unico di produzione di feedstock che assicura un approvvigionamento sempre più sostenibile delle bioraffinerie Enilive. Questo sistema, volto anche ad offrire nuove prospettive economiche agli agricoltori locali, contribuisce, inoltre, alla rigenerazione di terreni marginali e degradati e all’utilizzo più efficiente delle risorse naturali. Il primo agri-hub è stato avviato in Kenya  nel 2021, ma sono attualmente attivi anche gli agri-hub presenti in Angola, Mozambico, e Costa d’Avorio. L’iniziativa è in corso di sviluppo anche in altri Paesi, tra cui la Repubblica del Congo, il Ruanda, il Vietnam, il Kazakistan e l’Italia con livelli diversi di avanzamento.

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