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La nostra strategia per una gestione responsabile ed efficace delle risorse idriche

La tutela dell’acqua nel nostro percorso verso il Net Zero

Contribuire alla salvaguardia delle risorse idriche è parte fondamentale dei nostri obiettivi di sostenibilità. Il nostro impegno in questo ambito inizia dalla definizione di una serie di azioni per monitorare e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici come la scarsità idrica e la desertificazione, dando priorità ai siti operativi che si trovano in aree a stress idrico.

Inoltre, realizziamo iniziative per ridurre i prelievi di acqua dolce e sostituirli con acqua proveniente da fonti secondarie (acqua meteorica, di falda bonificata, acqua reflua trattata o acqua dissalata) in modo da ridurre gli impatti sulle comunità e gli ecosistemi locali.

La pubblicazione del Posizionamento Eni sull’acqua è un ulteriore passo concreto verso il rafforzamento degli impegni previsti dal CEO Water Mandate e in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. La trasparenza nel perseguire questi obiettivi accompagna tutte le nostre azioni e applichiamo questo principio a ogni livello, per qualsiasi realtà aziendale, aderendo ai principali indici Environmental, Social, Governance (ESG).

Il nostro posizionamento sull’acqua

Gli impegni di Eni sull’acqua

Nel diffondere la cultura per la tutela dell’acqua coinvolgiamo direttamente le persone di Eni, i fornitori e le comunità locali. Gestiamo le risorse idriche utilizzando criteri di prevenzione, protezione, informazione e partecipazione.

Tutti i dati sulle nostre performance di sostenibilità

I risultati che otteniamo negli ambiti della sostenibilità disponibili in grafici e tabelle.

Due colleghe in ufficio guardano i dati a monitor

Il nostro impegno per la difesa dell’acqua nel mondo

La difesa dell’acqua è un obiettivo globale sostenuto dalle più importanti istituzioni internazionali. Abbiamo voluto dare concretezza e trasparenza al nostro impegno adeguandoci volontariamente agli standard globali.

Eni è stata la prima azienda del settore energetico ad aderire al CEO Water Mandate dello UN Global Compact, un’iniziativa delle Nazioni Unite supportata da oltre 242 aziende di diversi settori. Il suo obiettivo è incoraggiare le imprese a intraprendere azioni concrete per un uso sostenibile dell’acqua nei processi industriali. Gli aderenti si impegnano a migliorare le performance aziendali in sei ambiti specifici (Direct Operations, Supply Chain & Watershed Management, Collective Action, Public Policy e Community Engagement), riferendo annualmente sui progressi compiuti. Contribuire alla sicurezza idrica e agli obiettivi di sviluppo sostenibile è una delle principali missioni del mandato.

Applichiamo il principio della trasparenza a ogni livello e per qualsiasi realtà aziendale e aderiamo per questo ai principali indici ESG. Nel 2023 abbiamo ottenuto lo score B nel questionario CDP Water Security per la trasparenza sulla gestione delle risorse idriche, sopra la media del settore.  CDP è una organizzazione no-profit che valuta le performance e le strategie delle imprese quotate in borsa sul clima, sulla risorsa idrica e sulla sostenibilità delle biomasse impiegate nei processi produttivi. Il valore dello score orienta le aziende verso la riduzione degli impatti ambientali e sulla salvaguardia della risorsa idrica e la protezione delle foreste, incoraggia a capitalizzare le opportunità e guida l'azione di investitori e clienti verso un mondo più sostenibile.

L’accesso universale all’acqua pulita è un aspetto essenziale del mondo in cui vogliamo vivere, così come affermato dall’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Sullo stesso tema, l’Obiettivo 14 punta a proteggere gli ecosistemi marini e costieri, riducendo la contaminazione dei mari e l’acidificazione degli oceani. Infine, l’Obiettivo 15 mira a conservare, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce terrestri nonché dei loro servizi, in modo particolare delle foreste, delle paludi, delle montagne e delle zone aride, concorrendo all’obiettivo di preservazione della risorsa idrica.

Il nostro impegno per la difesa dell’acqua nel mondo

La difesa dell’acqua è un obiettivo globale sostenuto dalle più importanti istituzioni internazionali. Abbiamo voluto dare concretezza e trasparenza al nostro impegno adeguandoci volontariamente agli standard globali.

Eni è stata la prima azienda del settore energetico ad aderire al CEO Water Mandate dello UN Global Compact, un’iniziativa delle Nazioni Unite supportata da oltre 242 aziende di diversi settori. Il suo obiettivo è incoraggiare le imprese a intraprendere azioni concrete per un uso sostenibile dell’acqua nei processi industriali. Gli aderenti si impegnano a migliorare le performance aziendali in sei ambiti specifici (Direct Operations, Supply Chain & Watershed Management, Collective Action, Public Policy e Community Engagement), riferendo annualmente sui progressi compiuti. Contribuire alla sicurezza idrica e agli obiettivi di sviluppo sostenibile è una delle principali missioni del mandato.

Applichiamo il principio della trasparenza a ogni livello e per qualsiasi realtà aziendale e aderiamo per questo ai principali indici ESG. Nel 2023 abbiamo ottenuto lo score B nel questionario CDP Water Security per la trasparenza sulla gestione delle risorse idriche, sopra la media del settore.  CDP è una organizzazione no-profit che valuta le performance e le strategie delle imprese quotate in borsa sul clima, sulla risorsa idrica e sulla sostenibilità delle biomasse impiegate nei processi produttivi. Il valore dello score orienta le aziende verso la riduzione degli impatti ambientali e sulla salvaguardia della risorsa idrica e la protezione delle foreste, incoraggia a capitalizzare le opportunità e guida l'azione di investitori e clienti verso un mondo più sostenibile.

L’accesso universale all’acqua pulita è un aspetto essenziale del mondo in cui vogliamo vivere, così come affermato dall’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Sullo stesso tema, l’Obiettivo 14 punta a proteggere gli ecosistemi marini e costieri, riducendo la contaminazione dei mari e l’acidificazione degli oceani. Infine, l’Obiettivo 15 mira a conservare, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce terrestri nonché dei loro servizi, in modo particolare delle foreste, delle paludi, delle montagne e delle zone aride, concorrendo all’obiettivo di preservazione della risorsa idrica.

Le nostre azioni a tutela della biodiversità

Lavoriamo per ridurre al minimo i rischi e per massimizzare gli sforzi volti alla protezione e alla conservazione degli ecosistemi marini e terrestri.

Gestione efficiente e integrata delle risorse idriche

Eni persegue la salvaguardia della risorsa idrica e la riduzione dei prelievi di acqua dolce tramite la gestione efficiente e integrata delle acque necessarie alle attività operative.

Diamo priorità alle aree a stress idrico e attraverso il riutilizzo di acque reflue (di bassa qualità provenienti da attività civili/industriali) riduciamo i prelievi di alta qualità presso:

  • la raffineria di Livorno, uno dei principali siti italiani esposti a stress idrico. A dicembre 2022 sono state ultimate l’installazione e il collaudo del nuovo impianto di produzione di acqua demineralizzata a servizio della raffineria. Il progetto ha previsto il trattamento e riutilizzo delle acque reflue di raffineria e consente una riduzione dei prelievi di acqua dolce pari a 0,4 Mm³/l’anno, (equivalenti a un risparmio di circa il 10% dei prelievi di acqua dolce superficiale del sito).  
  • il polo petrolchimico di Ravenna, con un impianto per il riutilizzo delle acque reflue, operativo dal 2025 (circa il - 0,8 Mm3 dei prelievi di acqua dolce superficiale del sito) 
  • il polo petrolchimico di Brindisi, con un impianto per il riutilizzo di circa 0,4 Mm³ all’anno di acque reflue, operativo entro il 2026 
  • la bioraffineria di Gela, dove Eni gestisce il trattamento di circa 3,9 Mm³ di acque reflue urbane nel 2023 e ne riutilizza 0,4 Mm³ a scopi industriali.  

Siamo impegnati a valorizzare le acque provenienti da attività di bonifica attraverso processi che rendono possibile il loro riutilizzo per scopi industriali.  Un esempio sono le iniziative di Eni Rewind nei siti di Porto Torres, Priolo, Assemini, Manfredonia e Gela dove l’acqua di falda contaminata viene utilizzata per produrre acqua demineralizzata, sostituendo i prelievi di acqua dolce.

Le acque da bonifica, opportunamente trattate, sono utilizzate, ad esempio, presso:

  • il petrolchimico di Porto Torres (per 1/3 del fabbisogno di acqua dolce del sito) 

  • la bioraffineria di Gela, dove circa il 50% del fabbisogno idrico è stato soddisfatto da acque di bassa qualità (acque reflue e di bonifica).

Sono in corso ulteriori studi per aumentare il riutilizzo di acque da bonifica e reflue nei siti industriali di Porto Torres, Priolo e Mantova.

Le acque di produzione si riferiscono all’acqua presente naturalmente nel giacimento e associata all’estrazione di idrocarburi, la quale potrebbe contenere contaminanti (oli, metalli pesanti o altri composti nocivi). In questo ambito ci impegniamo nel trattare e riutilizzare le acque di produzione. Ecco alcuni esempi:

  • il progetto Viggiano Blue Water, in Val d’Agri in Basilicata per uso industriale
  • in Egitto, presso il sito di Meleiha a scopo produttivo
  • in Turkmenistan, presso il sito di Burun a scopo produttivo.

Una delle leve per ridurre i prelievi di acqua dolce è la loro sostituzione con l’acqua dissalata. L’acqua dissalata è acqua dolce ottenuta attraverso il processo di dissalazione, che consiste nel rimuovere il sale e le impurità dall’acqua di mare o da altre fonti ad alta salinità. 

Ad esempio, l’uso di dissalatori in Egitto ha consentito di:

  • eliminare i prelievi di acqua dolce presso il sito di Zohr
  • ridurre i prelievi di acqua dolce dell’80% nel sito di Abu Rudeis.

Con Eni Rewind per il trattamento delle risorse idriche

La rigenerazione e il riuso dell’acqua sono al centro della mission della società ambientale di Eni, che esegue interventi di bonifica della falda attraverso l’utilizzo di soluzioni tecnologiche sempre più innovative.

La ricerca sulla gestione sostenibile dell’acqua insieme al CNR di Metaponto

Il Centro Eni-CNR “Ipazia D'Alessandria” di Metaponto, in Basilicata, ha come obiettivo la promozione di soluzioni e tecnologie innovative per l’efficienza e l’ottimizzazione della gestione delle acque in agricoltura, in modo da mitigare gli impatti della siccità nei paesi del Mediterraneo e in altre aree strategiche come Corno d'Africa, Sahel, Medio Oriente.

Le attività si inquadrano nelle strategie di sostenibilità e di circolarità del ciclo di trattamento delle acque reflue urbane. La gestione delle acque reflue rappresenta un rilevante costo economico ed ambientale, ma può anche trasformarsi in una potenziale opportunità di sviluppo economico. Infatti, recuperare e valorizzare gli ingenti quantitativi di acqua che vengono scaricati dai depuratori non solo può contribuire a mitigare le ricorrenti crisi idriche che affliggono il mondo agricolo, ma può dare un concreto sviluppo a nuove filiere nel settore delle bio-agri energie

 

Sono tre le tematiche di ricerca su cui si basa l’attività del centro congiunto:

  • l’ottimizzazione dell’uso dell’acqua in agricoltura sia attraverso sistemi di irrigazione innovativi che riducano l’utilizzo di acqua sia attraverso l’efficientamento dell’assorbimento dell’acqua da parte delle piante per mezzo dello studio di batteri e funghi naturalmente presenti nell’apparato radicale delle piante. Inoltre, la selezione di genotipi di piante con maggiore capacità di crescita nei diversi ambienti mediante piattaforme avanzate di fenotipizzazione di campo automatizzate ad alto rendimento (high-throughput phenotyping); 
  • lo sviluppo di nuove tecnologie per il trattamento delle acque reflue civili ed industriali con la possibilità di poter riutilizzare le acque trattate in ambito agricolo (sperimentale). Questo può avere un ruolo nella mitigazione dei cambiamenti climatici, riducendo l’emissione di gas serra e contribuendo al contempo al sequestro del C nel terreno. Inoltre, le acque reflue costituiscono spesso la risorsa maggiormente disponibile in molte aree aride, con portate costanti nell’arco dell’anno e con scarsi ambiti di utilizzo. 
  • la gestione ottimale delle acque di falda costiere, mitigando da un lato il rischio legato all’intrusione del cuneo salino che progressivamente porta ad una salinizzazione delle acque di falda con un decremento del volume di acqua sotterranea dolce disponibile e dall’altro il rischio di subsidenza. 

La prima linea di attività, che studia in particolare la risposta di alcune colture selezionate allo stress idrico, ha visto la conduzione di campagne in campo in cui le colture sono state sottoposte a differenti regimi irrigui, ridotti rispetto al fabbisogno teorico. Le risposte fisiologiche ed agronomiche dei genotipi testati vengono periodicamente studiate, anche per mezzo di strumentazione digitale installata su una flotta di droni, per valutare gli effetti del ridotto apporto idrico. 

Inoltre, vengono analizzati i consorzi batterici naturalmente presenti nel terreno e nell’apparato radicale al fine di identificare, tramite analisi di laboratorio su campioni prelevati in campo, i ceppi con caratteristiche di promozione da poter utilizzare come biostimolanti (PGPR) in campagne successive. Dall’avvio del progetto sono state condotte quattro campagne di test, due delle quali con colture oleaginose, i cui risultati contribuiranno a definire delle pratiche di gestione ottimale della risorsa idrica.  

Il secondo progetto prevede la realizzazione di prototipi innovativi di trattamento delle acque reflue civili con l’obiettivo di riutilizzare in ambito agricolo-irriguo le acque trattate. I prototipi saranno localizzati presso il depuratore sito nel comune di Ferrandina, e si affiancheranno quello costruito dalla Scuola di Ingegneria della Università degli Studi della Basilicata (partner del Centro Ipazia d’Alessandria), già in funzione presso il depuratore di Ferrandina. Il prosieguo delle attività consisterà, una volta avviato l’impianto di trattamento sperimentale, nell’irrigazione di colture oleaginose per confrontare gli effetti dell’irrigazione con acque reflue depurate rispetto all’irrigazione con acqua di sorgente. 

Il terzo progetto in corso presso il Centro di ricerca prevede invece la modellazione numerica degli acquiferi costieri con l’obiettivo di simularne il comportamento al variare sia delle condizioni ambientali che delle portate emunte, principalmente per fini irrigui. L’obiettivo principale è quello di creare uno strumento di gestione della risorsa idrica di falda che ne permetta un uso corretto e che vada ad evitare i rischi di intrusione del cuneo salino e di subsidenza che si potrebbero generare in seguito ad un emungimento eccessivo. L’area di studio è la sezione nord-orientale della piana di Metaponto. La modellazione è integrata con i risultati ottenuti per mezzo di campagne di campionamento realizzate nell’area oggetto dello studio. 

Eni e Consiglio Nazionale delle Ricerche, innovare per la transizione

Insieme al CNR abbiamo attivato una serie di progetti scientifici nel Sud Italia per la sostenibilità a tutto campo del settore energetico.

I nostri progetti di accesso all’acqua

Eni da sempre affianca alle sue attività in ambito energetico la promozione di iniziative a favore delle comunità. Tra le nostre direttrici per la creazione di valore vi sono le Alleanze per la promozione dello sviluppo locale nei Paesi in cui operiamo. Il nostro impegno, infatti, non è solo rivolto alla valorizzazione delle risorse dei Paesi produttori, destinando la produzione di gas al mercato locale e favorendo l’accesso all’elettricità, ma anche alla promozione di un ampio portafoglio di iniziative a favore delle comunità: quelle relative all’accesso all’acqua sono parte importante.

Eni for 2023. Naviga lo speciale interattivo

Scopri il report di sostenibilità che raccoglie i nostri obiettivi, impegni e risultati per una transizione energetica socialmente equa.

eni for just transition


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