Vuoi saperne di più? Fai una domanda
  • EVENTI

Eni Rewind: a Crotone spesi oltre 200 milioni di euro per la bonifica. Avvio degli scavi a fine 2024 possibile solo con l’utilizzo della discarica di Crotone: rifiuti non ricevibili da altri impianti in Italia

Aggiornamento della nota del 23 novembre 2023

 

27 Settembre 2024 - Per la bonifica dell’ex sito industriale di Crotone Eni Rewind ha speso finora oltre 200 milioni di euro. A questi si aggiungono circa 70 milioni di euro versati a seguito della sentenza del Tribunale di Milano del 2012 sull’azione di responsabilità del danno ambientale, promosso dal Ministero dell’Ambiente verso Enichem quale successore della società Pertusola. Tutti gli interventi ambientali sono stati realizzati in linea con i progetti autorizzati, ma l’avvio degli scavi, previsto a fine 2024, richiede il superamento del vincolo che vieta l’utilizzo della discarica Sovreco a Crotone, in assenza di discariche nazionali alternative per rifiuti pericolosi.

 

La storia del sito e i progetti di bonifica anteriori al 2017

 

Il sito industriale di Crotone è stato avviato negli anni ‘30 con le produzioni delle società Pertusola (zinco e metalli) e della Montecatini (fertilizzanti e detergenti), incorporata nel 1966 in Montedison. Negli anni ’90, a seguito dell’entrata in crisi degli stabilimenti, le attività sono confluite in Eni, allora Ente di Stato. Eni, attraverso Enichem (oggi Eni Rewind) ha gestito la fermata degli impianti produttivi (tra il 1991 e il 1999). Successivamente ha avviato gli interventi di messa in sicurezza e bonifica del sito.

Nell’ambito del progetto di bonifica della falda, Eni Rewind ha progressivamente realizzato una barriera idraulica, oggi dotata di 67 pozzi di emungimento, che garantisce il contenimento della contaminazione entro il perimetro del sito e la sua progressiva asportazione, con successivo trattamento delle acque presso l’impianto pubblico del CORAP (Consorzio Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive).

Per la bonifica dei suoli, nel 2008, dopo il periodo di gestione commissariale, Eni Rewind ha presentato un progetto che prevedeva, tra l’altro, lo smaltimento dei rifiuti da bonifica in una nuova discarica di servizio da realizzare in località Giammiglione, in coerenza con l’allora Piano Regionale dei Rifiuti. A seguito del parere negativo degli enti locali a tale proposta, la società ambientale di Eni ha presentato vari progetti (nel periodo 2009-2017), che prospettavano soluzioni alternative per la gestione dei materiali abbancati nelle ex discariche fronte mare: dalla messa in sicurezza permanente, al pretrattamento e riallocazione in discariche di servizio realizzate in sito, in linea con quanto autorizzato dagli enti preposti nell’ambito di progetti di bonifica similari, in diversi siti Eni Rewind (Gela, Porto Torres, Pieve Vergonte, Porto Marghera, per citare i principali).

 

Il Progetto di Bonifica presentato nel 2017 e decretato nel 2019 e nel 2020

 

Solo nel 2017 è maturata la convergenza, di concerto con il Ministero, l’allora Commissario e gli enti locali su un progetto articolato in due fasi: il POB (Progetto Operativo di Bonifica) Fase 1 e Fase 2. La Fase 1 è stata autorizzata con decreto del Ministero dell’Ambiente nel maggio del 2019: la realizzazione della scogliera a mare (a protezione delle aree interessate dalle future attività di scavo della Fase 2) è stata completata nel settembre 2021, con una spesa di circa 7 milioni di euro. La Fase 2, autorizzata nel marzo 2020, prevede la rimozione delle due discariche storiche fronte mare e il completamento degli interventi nelle aree interne dello stabilimento, prevalentemente con scavo e smaltimento in discariche esterne dei materiali prodotti dalle attività di bonifica.

La stima dei rifiuti prodotti dagli scavi previsti dal POB Fase 2 è di circa 1 milione di tonnellate, di cui metà sono non pericolosi e smaltibili in discariche operative in altre regioni, in particolare in Puglia, Sicilia e Toscana. I restanti sono composti da: circa 360.000 tonnellate di rifiuti pericolosi (ricevibili in Italia solo nella discarica Sovreco a Crotone, come confermato ad aprile del 2024 da ISPRA, su incarico del Ministero); circa 50.000 tonnellate contenenti TENORM e oltre 100.000 tonnellate contenenti sia TENORM che amianto, per cui non esistono discariche autorizzate in Italia, ma che sarebbero ricevibili da Sovreco (nella discarica di Crotone) previo iter prefettizio (ex D.Lgs 101/2020) oltre adempimento di quanto già previsto dall’AIA dell’impianto per la ricezione di materiali con amianto.

La carenza di discariche alternative a quella Sovreco a Crotone è stata documentata da Eni Rewind sin dal 2017, nel corso delle Conferenze di Servizio per la Fase 2 e successivamente più volte reiterata in incontri e lettere agli enti locali e centrali.

Anche nel resto d’Europa si riscontra una carenza strutturale di discariche idonee a ricevere rifiuti pericolosi, con capacità residue prioritariamente dedicate ai fabbisogni nazionali, nel rispetto del principio comunitario di prossimità.

Ciò nonostante, il decreto di marzo 2020 con cui il Ministero ha approvato il Progetto Fase 2 ha recepito la prescrizione del PAUR (Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale) del 2019, che impone il veto all’utilizzo di discariche in Calabria.

Al fine di superare questa criticità, Eni Rewind si è resa disponibile anche a finanziare e realizzare una discarica in altre aree della Calabria, eventualmente con una capacità maggiore da destinare a interventi ambientali di interesse pubblico regionale.

In assenza di riscontri, nei primi mesi del 2024, Eni Rewind ha reiterato l’istanza alla Regione Calabria e al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per la rimozione del vincolo posto dal PAUR. Il Ministero ha pertanto istruito una nuova conferenza di servizi in cui è stato acquisito, tra gli altri, anche il parere di ISPRA che ha confermato l’assenza di discariche italiane alternative a quella di Sovreco a Crotone per i rifiuti pericolosi. Tale conferenza di servizi, nonostante i pareri negativi degli enti locali, ha portato all’emanazione del decreto ministeriale del 1° agosto 2024, che autorizza il progetto a stralcio del POB Fase 2 per lo scavo e smaltimento dei materiali (complessivamente circa 760.000 tonnellate, ovvero oltre il 70% dei materiali previsti dal POB Fase 2) nelle aree ex Pertusola ed ex Agricoltura. Per lo scavo della ex discarica Fosfotec – che contiene Tenorm e Tenorm con amianto – si attendono gli approfondimenti che saranno completati nell’ambito dell’iter avviato dalla Prefettura di Crotone.

Il decreto dell’agosto scorso richiede a Eni Rewind di avviare gli scavi entro ottobre 2024  utilizzando la discarica Sovreco per lo smaltimento dei rifiuti da bonifica pericolosi. A tal fine il decreto disponeva che la Regione Calabria, entro il 1° settembre 2024, avviasse l’iter di modifica del PAUR per l’eliminazione del vincolo che vieta l’utilizzo di discariche regionali. In parallelo prescrive di completare la realizzazione della nuova viabilità di emergenza, propedeutica alla chiusura del tratto della strada provinciale L. Da Vinci antistante ai cantieri di bonifica; attualmente Eni Rewind è in attesa del rilascio del permesso di costruire da parte del Comune di Crotone. Il decreto infine richiede a Eni Rewind di aggiornare, entro dicembre, lo scouting svolto per verificare potenziali disponibilità di discariche in Europa idonee a ricevere rifiuti pericolosi. La società si è già attivata per rinnovare tali verifiche, pur avendo più volte documentato, sin dal 2020, che anche all’estero le disponibilità sono esigue e difficilmente compatibili, anche per vincoli normativi e regolatori, con i volumi e la pianificazione pluriennale necessari per il completamento della bonifica di Crotone.

Il 6 settembre scorso Eni Rewind, trascorso il termine previsto dal decreto senza che sia stata ricevuta informazione sull’avvio dell’iter per la rimozione del vincolo PAUR, ha inviato una diffida alla Regione Calabria ribadendo che tale inerzia rischia di impedire l’adempimento degli obblighi di bonifica. Inoltre, in relazione al ritardo nel rilascio del permesso di costruire per la strada di emergenza, il 27 agosto la società ha sollecitato il Comune a concluderne l’iter, tenuto conto che la chiusura del tratto di strada antistante al cantiere di bonifica, già prevista dal progetto di bonifica approvato nel 2020, è posta dal decreto ministeriale del 1° agosto 2024 come condizione necessaria per l’avvio degli scavi.

Eni Rewind ha inviato queste comunicazioni anche al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e al Commissario straordinario per la bonifica del sito d'interesse nazionale di Crotone-Cassano e Cerchiara, per eventuali azioni di competenza qualora gli enti locali non dessero seguito agli obblighi previsti dal decreto e necessari alla prosecuzione dei lavori di bonifica.

Il 24 settembre scorso, il Ministero ha inviato una lettera alla Regione e a Eni Rewind in cui comunica che:

  • non risulta che la Regione Calabria abbia avviato il procedimento di modifica del PAUR” e quindi “prende atto della perdurante efficacia del vincolo che non consente l’utilizzo del deposito preliminare dei rifiuti autorizzato con medesimo PAUR” ma
  •  “allo stesso tempo, salvo diverso e motivato avviso della Regione Calabria, non si ritiene che sussistano motivi ostativi a utilizzare…il deposito preliminare…ove idoneo per il deposito temporaneo di rifiuti pericolosi…previa formale comunicazione alla Regione Calabria, nella qualità di Autorità che ha rilasciato il PAUR, nelle more della rimozione del vincolo” e pertanto
  • “si diffida Eni Rewind ad avviare le attività di bonifica nel rispetto del vincolo regionale, mettendo in opera tutte le attività necessarie a gestire il deposito temporaneo…anche, nell’impossibilità di utilizzare la struttura del deposito preliminare esistente, mediante l’allestimento di una nuova area nel rispetto di tutti gli obblighi di legge”.

Il giorno successivo, 25 settembre, Eni Rewind ha risposto alla lettera del Ministero e alla Regione evidenziando che:

  • sorprende che il Ministero non solleciti la Regione a modificare il PAUR, essendo trascorsi 24 giorni dal termine in cui il decreto del MASE prescriveva che “la Regione deve avviare il procedimento di modifica”;
  • la diffida del MASE introduce l’obbligo per Eni Rewind di utilizzare come temporaneo il deposito esistente, progettato e autorizzato come preliminare in funzione dei fabbisogni della bonifica, al fine di superare il divieto all’utilizzo della discarica di Crotone. Ciò a meno di diverso e motivato avviso della Regione, che negli ultimi 5 anni ha ripetutamente espresso parere negativo a tutte le istanze di modifica del vincolo al fine esplicito di impedire il conferimento dei rifiuti in Calabria;
  • qualora non fosse possibile utilizzare il deposito esistente – che ha richiesto 20 mesi per essere progettato e realizzato, è costato 5,6 milioni di euro e occupa circa 2 ettari di terreno– l’opzione di realizzare in altra area un nuovo deposito ritarderebbe di alcuni anni l’avvio degli scavi, trattandosi di un deposito che di temporaneo avrebbe solo la qualifica imposta dalla diffida del MASE.
  • A fronte della diffida del Mase, chiede alla Regione di confermare entro il 10 ottobre 2024 che non sussistano motivi ostativi a utilizzare il deposito esistente in regime di deposito temporaneo in modo da poter avviare gli scavi entro il mese di ottobre (come previsto dal decreto MASE del 1 agosto u.s. e nell’ipotesi che il Comune e la Provincia rilascino rispettivamente, il permesso per la costruzione della strada e il certificato di avvenuta bonifica per il POB Fase 1) con conferimento dei rifiuti pericolosi presso la discarica di Crotone.

Rapporti con i Media - Milano

ufficio.stampa@eni.com

Rapporti con i Media - Roma

ufficio.stampa@eni.com

Investor Relations

Piazza Vanoni, 1 - 20097 San Donato Milanese (MI)

investor.relations@eni.com

Centralino



Back to top
Back to top