Inaugurata lo scorso 1° ottobre 2021, l'Expo 2020 Dubai, a cui abbiamo partecipato in qualità di Official Platinum Sponsor del Padiglione Italia, è stata un'occasione importante per raccontare la nostra strategia di decarbonizzazione attraverso l'innovazione su tutta la filiera energetica.
Rinviata di un anno rispetto ai programmi originari a causa dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, la prima Esposizione Universale in un Paese arabo, si è svolta dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022 negli Emirati Arabi Uniti. Il tema ufficiale è stato Connecting Minds, Creating the Future: un elogio dei sistemi di connessione tra persone e idee, un’occasione per creare partnership e dare forma al mondo di domani. L’Italia ha scelto di esprimere il meglio della sua cultura e dei suoi talenti attraverso l’ideale della Bellezza.
Siamo stati presenti a Expo 2020 Dubai con l’installazione Braiding the future, situata in uno spazio di 85 metri quadri all’interno del Padiglione Italia, dedicata alle nuove modalità di produzione di energia a ridotto impatto sull’ambiente, in particolare da materiali biologici. Il progetto, firmato dallo studio di architettura e innovazione CRA-Carlo Ratti Associati e Italo Rota, interpretava in chiave artistica il processo di biofissazione intensificata della CO2, sviluppato nei laboratori del nostro Centro Ricerche per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente di Novara.
L’allestimento, che era posto in prossimità dell’ingresso principale dello spazio espositivo e sospeso a tutta altezza su uno specchio d’acqua, ricreava una coltivazione di microalghe attraverso una grandiosa cascata di liane tecnologiche, lunghe fino a 20 metri. Dentro ognuna di esse scorrevano le microalghe, illuminate a LED, che formavano un ampio circuito di foto bioreazione. I fasci LED incorporati in ogni tubo, favorivano la fotosintesi e consentivano la crescita delle microalghe. Il circuito trasparente diventava così una spettacolare presentazione del processo biologico di crescita delle microalghe nel fotobioreattore, dove nutrendosi di CO₂, questi organismi unicellulari producevano composti ad alto valore nutrizionale e non solo. Inoltre, in esposizione si trovava anche l’impianto pilota a fotobioreattori multilayer nato dalla collaborazione di Eni con il Politecnico di Torino e con una rete di start-up italiane.
A Expo 2020 Dubai abbiamo raccontato la nostra strategia di decarbonizzazione attraverso l‘innovazione su tutta la filiera energetica che va dall’Upstream al Downstream. La ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica sono state al centro del tema che ha contraddististinto e identificato la nostra partecipazione all’evento, Innovation means making things possible, e hanno da sempre fatto parte del DNA aziendale rendendoci riconoscibili in ogni nostra attività nel mondo.
All’interno dell’Esposizione Universale, il Padiglione Italia si presentava con uno spazio multifunzionale, teatro di un palinsesto di eventi e iniziative volti a rilanciare l’immagine del nostro Paese all’estero e rafforzare i rapporti dell’Italia con gli Emirati Arabi Uniti, ma anche con gli altri Paesi partecipanti. Una serie di iniziative ed eventi rappresentativi delle progettualità più innovative.
Si trattava di un’innovation hub, un luogo per progettare un futuro basato sul dialogo e sulla collaborazione attiva tra popoli e nazioni, che rispettasse i valori di autodeterminazione, concorrenza, sostenibilità, innovazione e sviluppo ispirati ai 17 SDGs dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il tema scelto, La Bellezza unisce le persone, ha celebrato la bellezza capace di unire le persone attraverso un palinsesto di iniziative dedicate proprio al tema della Bellezza, intesa come risorsa strategica, quell’insieme di valori etici, delle competenze e delle eccellenze dell’Italia. Un Paese che fa della creatività, della biodiversità e della capacità di innovare una fonte di crescita e di sviluppo di conoscenze, culture e stili di vita.
Anche noi, come altre aziende energetiche globali, siamo chiamati ad affrontare una sfida ambiziosa: produrre energia al più basso impatto ambientale. Per vincerla, abbiamo scelto di investire ancora di più nella ricerca scientifica e tecnologica, un ambito in cui attualmente lavorano 1500 persone di Eni, operano 50 impianti pilota e sono in corso collaborazioni con oltre 70 Università e Centri Ricerche.
Il nostro impegno nella decarbonizzazione e nella transizione energetica si concretizza anche nelle partnership con eccellenze nel mondo della R&D, nazionali e internazionali, fra cui Commonwealth Fusion Systems (CFS) e Massachusetts Institute of Technology (MIT) con i quali collaboriamo al potenziamento dello sviluppo industriale della fusione a confinamento magnetico: una fonte di energia sicura, sostenibile, praticamente inesauribile e senza alcuna emissione di inquinanti né scarti di lungo termine.
In Italia, insieme all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) stiamo sviluppando un grande polo scientifico-tecnologico sulla fusione DTT (Divertor Tokamak Test).
Al tempo stesso, continuiamo a investire in iniziative di venture capital e di sviluppo e deployment di tecnologie disruptive con un focus su economia circolare, decarbonizzazione ed energie rinnovabili.
Trovare nuovi modi per riutilizzare l’anidride carbonica in processi industriali è strategico per ridurre le emissioni di gas clima alteranti. Anche la tecnologia della biofissazione utilizza dunque l’approccio dell’economia circolare, che fa parte del nostro modello di business. Lo stesso approccio che si trova alla base di altre innovazioni nate nei laboratori Eni, tecnologie che permettono di ottimizzare i processi, trasformando le sostanze chimiche, le biomasse e i rifiuti in risorse sostenibili. Come Ecofining™, che utilizziamo per produrre biocarburante avanzato HVO da materie prime di origine biologica nelle nostre bioraffinerie di Venezia e Gela. O Waste to Fuel, un sistema che permette di ricavare bio-olio dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU), che stiamo sviluppando sempre all'interno delle nostre bioraffinerie. O, ancora, come la CCS e la CCU, la valorizzazione dello zolfo o la conversione del gas naturale e della CO₂ in metanolo.
La tecnologia innovativa per fissare la CO₂ attraverso la coltivazione di microalghe è una soluzione per la riduzione delle emissioni che applica i principi dell’economia circolare.
Il cambiamento va anticipato, non seguito. Nei nostri laboratori progettiamo e realizziamo tecnologie proprietarie, idee e collaborazioni per creare valore nel lungo periodo.
La partecipazione a Expo 2020 Dubai ha permesso all’Italia di consolidare il suo ruolo nell’area del Mediterraneo, rafforzando la relazione interculturale tra Europa e Medio Oriente. Noi di Eni siamo attivi da tre anni in Medio Oriente con attività che spaziano dall’esplorazione, allo sviluppo, alla raffinazione, ma la nostra presenza storica nella regione risale agli anni Cinquanta, quando Enrico Mattei iniziò ad avviare le prime collaborazioni con i Paesi produttori. Oggi l’area, oltre a essere un leader globale nell’Oil & Gas, si sta imponendo anche nell’ambito delle rinnovabili e dell’innovazione tecnologica green.
In particolare negli Emirati Arabi Uniti, grazie alla partnership con ADNOC, dal 2019 abbiamo ampliato e diversificato il nostro portafoglio delle attività di raffinazione e trading, mentre nel 2020 abbiamo lanciato una partnership per la ricerca nella realizzazione di soluzioni tecnologiche low-carbon avanzate finalizzate alla riduzione, cattura, utilizzo o stoccaggio della CO2.
In Medio Oriente sono sei i Paesi in cui abbiamo in corso attività di business sul territorio promuovendo un’industrializzazione equa, responsabile e sostenibile.
L’Esposizione Universale in numeri, un evento globale aperto a tutti.
alla settimana di apertura al pubblico
di intrattenimento ogni giorno
che ospitano i Paesi partecipanti
al giorno