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Priolo

Per la riqualificazione del sito abbiamo messo in campo le nostre tecnologie di bonifica più innovative e sostenibili.

Le tecnologie di bonifica più sostenibili al servizio di Priolo

La nascita del polo petrolchimico siracusano avviene nell’ambito del piano di industrializzazione del Sud d’Italia promosso nel secondo dopoguerra, che in Sicilia orientale è stato attuato con l’avvio di impianti per la raffinazione del petrolio e la trasformazione dei suoi derivati. Fin dalle sue origini, che risalgono al 1956, lo stabilimento industriale di Priolo Gargallo ha visto dunque una significativa espansione nel settore petrolifero e in quello chimico segnata da diversi percorsi societari e operativi. Nel 1991, a valle dell’operazione Enimont, il gruppo Eni entra nel sito attraverso Enichem che acquisisce da Montedison gli impianti della chimica di base e degli intermedi e della raffinazione. È sempre in questa decade che viene dichiarato lo stato di emergenza ambientale (1990) e individuato il Sito di Interesse Nazionale di Priolo (1998) con un’estensione di circa 5.815 ettari a terra e 10.185 ettari a mare comprensivi del porto della Rada di Augusta, importante crocevia della navigazione commerciale nel Mediterraneo. Fin dal 2002 le società di Eni coinsediate hanno provveduto alla messa in sicurezza di emergenza nonché alla progettazione, definizione, realizzazione e gestione dei sistemi idonei a eliminare la contaminazione, secondo i progetti e i protocolli di monitoraggio approvati dal ministero dell’Ambiente e dagli enti che valorizzano il reimpiego delle acque di falda trattate, l’applicazione di tecnologie innovative ed ecocompatibili e la riqualificazione delle aree di proprietà.

Le nostre attività a Priolo

Eni Rewind, erede dei circa 300 ettari di proprietà Enichem, è impegnata dal 2002 nella messa in sicurezza di emergenza e nella bonifica dei suoli e della falda in ottemperanza ai decreti emessi dal ministero dell’Ambiente. Dal 2016 è attivo il Protocollo di Monitoraggio Unitario (PMU) delle acque di falda all’interno del sito multisocietario, approvato dagli enti, che verifica lo stato e l’andamento della bonifica, nonché l’efficacia e l’efficienza dei sistemi. La società ha ultimato le attività di demolizione degli impianti Dicloretano (DL1), Carbonati Alcalini (CS9) e Ossido di Propilene (PO), mentre per l’impianto cloro-soda è in corso l’iter autorizzativo.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Lo stato del procedimento ambientale

Nel 2001 sono state avviate le attività di caratterizzazione del sito, con successive integrazioni e implementazioni delle misure di emergenza necessarie. Dal 2003 la società ambientale di Eni ha presentato i progetti di bonifica per suoli e falda, alcuni già autorizzati con decreto ministeriale e altri in istruttoria.

Priolo-SaCanna
Priolo-SaCanna

Focus su Priolo

Priolo vanta il secondo impianto TAF più grande d'Italia tra quelli di proprietà Eni Rewind, con portata nominale pari a 600 metri cubi/ora. Come ad Assemini, Porto Torres e Brindisi, anche in questo sito l'acqua trattata viene demineralizzata e rimessa in circolo nei processi produttivi e negli impianti, consentendo un minor prelievo in natura.

 

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