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Crotone

Le nostre attività ambientali per i suoli nelle aree ex industriali, per le ex discariche e per la falda.

Un lungo e complesso percorso di risanamento ambientale

La storia industriale del sito di Crotone è iniziata negli anni ’30 con le produzioni delle società Pertusola Sud (area ex Pertusola) e Ammonia Meridionale (aree ex Fosfotec ed ex Agricoltura), quest’ultima successivamente trasferita alla Montecatini e, quindi, nel 1966 incorporata in Montedison. Nei primi anni ’90, con l’entrata in crisi degli stabilimenti le attività sono confluite in Eni, allora ente di Stato: gli asset di Pertusola per effetto della delibera del Comitato Interministeriale per la Politica Industriale (1990), mentre quelli di Agricoltura e Fosfotec a seguito dell’operazione Enimont.

Eni, attraverso Enichem (oggi Eni Rewind), ha gestito tra il 1991 e il 1999 la chiusura degli impianti produttivi. Successivamente, Eni ha avviato gli interventi di messa in sicurezza e bonifica all’interno del sito poi divenuto Sito di Interesse Nazionale di Crotone-Cassano-Cerchiara. Il suo perimetro include anche le ex discariche fronte mare Pertusola e Fosfotec.

A giugno 2023, nell’ambito del procedimento ex art. 244 del Testo Unico Ambientale per le aree di provenienza ex Montedison, la Provincia di Crotone ha individuato con ordinanza Edison responsabile della contaminazione delle ex aree Agricoltura, Fosfotec e Sasol per circa il 95% e al 100% per la discarica ex Fosfotec. Eni Rewind è stata riconosciuta come responsabile solo per la quota marginale residua, in ragione degli anni trascorsi tra la costituzione di Enimont nel 1989 e la fermata degli impianti ex Montedison, avvenuta in larga parte prima del 1992. A seguito di tale ordinanza, Edison ha conferito mandato a Eni Rewind per l’esecuzione degli interventi.

Le nostre attività a Crotone

A Crotone Eni Rewind, pur non avendo esercitato le attività industriali che hanno determinato lo stato ambientale del sito, in qualità di proprietaria delle aree ereditate da Montedison e Pertusola Sud, ha avviato gli interventi di messa in sicurezza e bonifica con la realizzazione di una barriera idraulica che garantisce il contenimento della contaminazione entro il perimetro dello stabilimento. Con l’autorizzazione del progetto di bonifica della falda, Eni Rewind ha progressivamente ampliato il sistema di barrieramento, oggi dotata di 67 pozzi di emungimento, compresi quelli di recente realizzazione nell’area ex Sasol a seguito dell’ordinanza della Provincia e dello specifico decreto. Le acque emunte vengono inviate per il loro trattamento presso l’impianto di depurazione consortile del Consorzio Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive in liquidazione coatta amministrativa (CORAP), come previsto da decreto del 2010 e successiva variante del 2015.

Per i suoli Eni Rewind prosegue nell’esecuzione degli interventi attuabili previsti dai progetti approvati. In particolare, sono state completate le attività di scotico autorizzate con i decreti a stralcio del 2017 per porzioni delle aree ex Agricoltura ed ex Pertusola e la realizzazione delle scogliere fronte mare a protezione delle aree dei cantieri di bonifica da eventuali eventi meteo e marini prevista dal POB fase 1 decretato nel 2019. Per quanto riguarda la rimozione delle due ex discariche fronte mare e il completamento degli interventi nelle aree interne dello stabilimento, oggetto del Progetto di bonifica Fase 2 approvato con il decreto nel 2020, è previsto lo scavo e smaltimento di circa 1 milione di tonnellate di rifiuti non pericolosi e pericolosi, tra cui TENORM e TENORM con amianto. Oggi Eni Rewind sta eseguendo le attività di monitoraggio previste da tale progetto e ha realizzato quelle propedeutiche agli scavi, tra cui il deposito preliminare per i materiali non Tenorm.

L’avvio degli scavi, che era previsto il 20 gennaio 2025, è stato sospeso a seguito di esposti (il 14 e 15 gennaio) di Regione Calabria, Comune e Provincia di Crotone, che hanno diffidato Eni Rewind e la società Sovreco (proprietaria della discarica di Crotone) dal rendere esecutivo il contratto per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi. 

Oltre a quanto previsto dal POB a stralcio oggetto del decreto del MASE emesso il 1 agosto 2024, Eni Rewind dovrà eseguire gli interventi previsti nelle aree interne del sito oggetto di Variante del POB presentata il 18 ottobre 2024, finalizzata all’applicazione di tecnologie in situ, e quelli che saranno autorizzati sull’area dell’ex discarica Fosfotec, che contiene materiali con Tenorm e amianto, soggetti a ulteriori iter autorizzativi.

A seguito dell’ordinanza della Provincia di Crotone del 2023, relativa alla responsabilità della contaminazione per le aree ex Agricoltura e Fosfotec e per la discarica ex Fosfotec, Edison ha conferito mandato a Eni Rewind per l’esecuzione degli interventi.

Per l’area ex Sasol, infine, Eni Rewind ed Edison hanno già avviato la messa in sicurezza d’emergenza con l’attivazione dei pozzi barriera e trasmesso agli enti il progetto operativo di bonifica della falda.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Lo stato del procedimento ambientale

Ripercorrere la storia dei procedimenti ambientali del sito di Crotone aiuta a comprenderne la complessità e la difficoltà di attuazione degli interventi. Negli anni 2000, avviate le attività di messa in sicurezza di emergenza e di caratterizzazione, la bonifica è stata affidata a una gestione commissariale terminata senza significativi avanzamenti. Di conseguenza, nel 2008, Eni Rewind è stata richiamata dal ministero dell’Ambiente per presentare il progetto di bonifica della falda e dei suoli relativo alle aree di proprietà ereditate da Montedison e Pertusola.

Il progetto per la falda, autorizzato nel 2010, è stato poi oggetto di variante (decreto 2015), a seguito della richiesta del territorio di utilizzare l’impianto consortile del CORAP per il trattamento delle acque emunte.

Per la bonifica dei suoli, nel 2008, dopo il primo periodo di gestione commissariale, Eni Rewind ha presentato un progetto che prevedeva, tra l’altro, lo smaltimento dei rifiuti da bonifica in una nuova discarica di servizio da realizzare in località Giammiglione, in coerenza con l’allora Piano Regionale dei Rifiuti. A seguito del parere negativo degli enti locali, la società ha presentato vari progetti tra il 2009 e il 2017, che prospettavano soluzioni alternative per la gestione dei materiali abbancati nelle ex discariche: dalla messa in sicurezza permanente alla riallocazione in discariche di servizio realizzate in sito, in linea con quanto autorizzato nell’ambito di progetti di bonifica similari, in altri siti Eni Rewind (Gela, Porto Torres, Pieve Vergonte, Porto Marghera).

Solo nel 2017 è maturata la convergenza, di concerto con il Ministero, l’allora Commissario e gli enti locali per un progetto articolato in due fasi. Il Progetto Operativo di Bonifica (POB) Fase 2, approvato nel marzo del 2020, prevede principalmente la rimozione delle ex discariche frontemare (autorizzate dagli enti negli anni ’80, a servizio delle produzioni di Pertusola e Montedison), previa costruzione di una scogliera a protezione del cantiere di bonifica (oggetto del POB Fase 1, completata nel settembre 2021 e certificata dagli enti nel novembre 2024), di un deposito preliminare all’interno del sito, denominato D15 e completato a settembre 2023, per la caratterizzazione dei materiali scavati, fase propedeutica allo smaltimento in discariche esterne, e di test pilota delle tecnologie (Soil Mixing ed ENA) applicate nelle aree interne del sito per accelerare la decontaminazione della falda. Tali test hanno dato esito positivo e sono stati recepiti nella Variante del POB presentata a ottobre 2024. 

La stima dei rifiuti prodotti dagli scavi previsti dal POB è di circa 1 milione di tonnellate, di cui metà sono non pericolosi e quindi smaltibili in discariche operative in altre regioni italiane. I restanti sono composti da: circa 360.000 tonnellate di rifiuti pericolosi (conferibili in Italia solo nella discarica di Crotone), circa 50.000 tonnellate contenenti Tenorm e oltre 100.000 tonnellate contenenti sia Tenorm che amianto (smaltibili solo a valle di specifico iter prefettizio ex D.Lgs 101/2020).

Nonostante Eni Rewind sin dal 2019 abbia ripetutamente documentato la carenza di discariche alternative in Italia, il decreto MASE del 2020 ha recepito il Provvedimento Autorizzativo Regionale (PAUR) del 2019 con cui gli Enti locali hanno approvato la realizzazione del suddetto deposito D15 con il vincolo che i rifiuti ivi movimentati siano smaltiti fuori dalla Calabria. Vincolo contrario alla normativa e al buon senso, dal momento che proprio a Crotone (a 5 km dal sito in bonifica) è disponibile l’unica discarica nazionale idonea e con capacità residua superiore al fabbisogno del POB, e che riceve rifiuti pericolosi da tutta Italia - e potenzialmente anche dall’estero - ma a causa di questo vincolo non può ricevere i rifiuti prodotti dalla bonifica delle discariche frontemare di Crotone.

Al fine di superare questa criticità, Eni Rewind si è resa disponibile anche a finanziare e realizzare una discarica in altri comuni della Calabria, eventualmente con una capacità addizionale da destinare a interventi ambientali di interesse pubblico, ma ha avuto riscontri negativi dagli enti.

In assenza di riscontri all’istanza di modifica del PAUR presentata a maggio del 2022, nei primi mesi del 2024, Eni Rewind ha reiterato l’istanza alla Regione Calabria e poi al MASE, che ha convocato una nuova Conferenza di Servizi. Confermata in tale sede e avvalorata da un parere di ISPRA la carenza di discariche italiane alternative a quella di Crotone, nonostante i pareri negativi degli enti locali, il 1 agosto 2024 il MASE ha emanato il decreto che autorizza il progetto a stralcio del POB Fase 2 per lo scavo e smaltimento dei materiali non Tenorm. Si tratta di circa 760.000 tonnellate, pari a oltre il 70% dei materiali complessivi da rimuovere nell’ambito del POB Fase 2; il decreto del MASE ha pertanto richiesto alla Regione di avviare, entro il 1 settembre 2024, l’iter di modifica del PAUR, al fine di eliminare il vincolo all’utilizzo di discariche in Calabria. Oltre il 50% dei rifiuti non pericolosi verranno smaltiti in discariche fuori regione, già contrattualizzate da Eni Rewind e localizzate in Sicilia, Toscana, Piemonte e Veneto. Per quanto riguarda i rifiuti pericolosi, nelle more della modifica del PAUR, il MASE ha autorizzato l’utilizzo del deposito D15 in regime temporaneo, non soggetto al PAUR, in modo da poterli conferire nella discarica di Sovreco. Gli enti locali a ottobre 2024 hanno però presentato ricorso al TAR, chiedendo l’annullamento del decreto MASE del 1° agosto 2024; l’udienza per la trattazione di merito è prevista il 19 febbraio 2025.

Il decreto MASE del 1 agosto 2024 prevedeva anche l’obbligo per Eni Rewind di eseguire uno scouting “…da svolgere all’estero, per l’individuazione di siti di destino dei rifiuti pericolosi prodotti dalle attività di bonifica del Progetto stralcio autorizzato…”.  A valle di un processo di selezione che ha coinvolto 29 potenziali fornitori, Eni Rewind ha contrattualizzato due società italiane specializzate (ECO.RA.V ed ENKI), che hanno offerto potenziali disponibilità in 4 discariche, in Svezia e Germania. Va precisato che tali smaltimenti comporteranno trasporti intermodali di circa 3.000 chilometri per ciascuna tratta/viaggio, con una combinazione di gomma, nave o treno, che richiederà da 2 a 4 settimane, con conseguenti impatti ambientali e potenziali criticità per il rispetto del cronoprogramma della bonifica. I due contrattisti stanno predisponendo le necessarie notifiche transfrontaliere che potrebbero:

  1. non essere autorizzate dalle autorità degli Stati riceventi, perché in violazione dei principi di prossimità nella gestione dei rifiuti previsti dalla Normativa Europea sin dal 1994, con la ratifica della Convenzione di Basilea, e progressivamente inseveriti;
  2. essere autorizzate nel secondo semestre del 2025, ma non essere rinnovate a partire da maggio 2026 con l’applicazione del Regolamento UE 2024/1157, che prevede il divieto di esportazione dei rifiuti, a meno che il notificatore dimostri che “i rifiuti non possono essere smaltiti in modo tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile nel Paese in cui sono stati prodotti” (art. 11).

L’avvio degli scavi pianificato per il 20 gennaio 2025 è stato sospeso a seguito degli esposti presentati il 14 e 15 gennaio 2025 da Regione, Comune e Provincia, che hanno diffidato Eni Rewind dal conferire i rifiuti pericolosi presso la discarica di Crotone  – in linea con quanto disposto dal MASE riguardo all’utilizzo del deposito D15 in regime temporaneo - e la stessa Sovreco dal ricevere tali conferimenti. Il 17 gennaio Sovreco ha comunicato che, a causa delle diffide degli enti locali, non ritiene ci siano più i presupposti per attivare il contratto con Eni Rewind.

Il 28 gennaio scorso, nell’ambito di una nuova CdS, il MASE ha anticipato l’intenzione di sospendere l’autorizzazione all’utilizzo del deposito D15 in regime temporaneo, nelle more di approfondimenti con le autorità giudiziarie a cui gli enti hanno presentato gli esposti e dell’esame del TAR sui ricorsi che hanno richiesto l’annullamento del decreto di agosto 2024. Eni Rewind ha replicato che (come specificatamente evidenziato nella nota del MASE del 24 settembre 2024), ciò non consentirebbe di avviare immediatamente gli scavi, non essendo disponibili discariche alternative a Sovreco per il conferimento dei rifiuti pericolosi e, di più, non essendo neppure certo che nei prossimi mesi sarà possibile ottenere il rilascio delle notifiche transfrontaliere. Come specificato da Eni Rewind in sede di CdS, avviare gli scavi senza avere certezza sul se e quando saranno effettivamente disponibili discariche per rifiuti pericolosi idonee e capienti per i fabbisogni del POB, esporrebbe la società al rischio di commettere il reato di discarica abusiva qualora i rifiuti pericolosi stoccati nel D15 non potessero essere smaltiti entro il termine di legge di 12 mesi per carenza di destini e, soprattutto, costituirebbe un rischio potenziale per la salute e l’ambiente, dal momento che rifiuti abbancati da anni in una discarica a suo tempo autorizzata e chiusa con provvedimenti degli enti, sarebbero stoccati a tempo indeterminato in un deposito preliminare.  



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Focus su Crotone

L’intesa per la Legalità è un accordo, sottoscritto da Eni Rewind nel 2018, finalizzato alla prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli interventi di bonifica a Crotone. Il documento prevede un sistema di controlli su appalti e subappalti e un monitoraggio continuo dei cantieri da parte delle forze dell’ordine, con il coordinamento della Prefettura, e la costituzione di un tavolo permanente dedicato al confronto. Oltre alla società ambientale di Eni, è stato siglato dal Prefetto, dall’assessore regionale all'Ambiente, dal sindaco, dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali locali, da Confindustria, da Confapi, da Ance e dalla Camera di Commercio.