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Colline Metallifere

Gli interventi di messa in sicurezza e bonifica dei siti ex minerari in Toscana

Le Colline Metallifere si estendono nella parte centro-occidentale della Toscana, interessando ben quattro province, tra Livorno, Pisa, Siena e Grosseto. Già al tempo degli Etruschi, questa zona era conosciuta per i giacimenti di ematite, pirite, calcopirite, allume, stibnite, calamina, blenda, galena e cassiterite.

Nel 1899 la società Montecatini ha rilevato dapprima la miniera di rame di Fenice Capanne e di Boccheggiano e, successivamente, quella di pirite di Gavorrano. Con la messa in esercizio, nel 1930, del sito di Niccioleta, la Montecatini si è assicurata il monopolio della pirite in Italia. È il 1967 quando, in seguito alla fusione con Edison del 1966, le attività passarono a Montedison, e successivamente, dal 1973, alla Società Lavorazione minerali e Derivati – Solmine del gruppo Egam (Ente Gestione Attività Minerarie). Nel 1978 le attività, in progressiva dismissione, vengono conferite ex lege a Eni, allora ente di Stato.

Oggi in Toscana Eni Rewind è titolare di quattro concessioni minerarie che si estendono su circa 1460 ettari ed è proprietaria di 680 ettari di terreni, di cui 360 interessati da interventi ambientali di messa in sicurezza mineraria e di bonifica suoli e falda. 

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Il procedimento ambientale

Nel 2009 abbiamo sottoscritto due accordi di programma per avviare la messa in sicurezza e la bonifica dei siti ex minerari: l’Accordo procedimentale e di programma per la messa in sicurezza mineraria e la bonifica ambientale dei siti minerari e dei siti contaminati delle Colline Metallifere, della Piana di Scarlino e del Comune di Manciano e l’Accordo Definitivo per la messa in sicurezza e la bonifica dell’Area Merse. In particolare, gli accordi hanno previsto:

  • la riqualificazione del territorio mediante 26 interventi ambientali e di messa in sicurezza mineraria (18 in capo a Eni Rewind e 8 su mandato) che interessano circa 360 ettari;
  • la riduzione della superficie o la rinuncia delle quattro concessioni minerarie (Niccioleta, Fenice-Capanne, Accesa Serrabottini e Gavorrano-Rigoloccio) per un totale di circa 1460 ettari;
  • la caratterizzazione e gli studi per la valorizzazione delle acque delle Gallerie di scolo di Niccioleta, Boccheggiano e Fenice Capanne e delle acque edotte dalla miniera di Gavorrano - Rigoloccio;
  • la progressiva cessione delle aree di proprietà.

Il piano di risanamento prevede 26 interventi ambientali: 20 sono già stati completati, 6 dei quali hanno ricevuto la certificazione di avvenuta bonifica, 2 con monitoraggio post operam concluso e 12 in monitoraggio post operam. Nel 2021 e 2023 sono state approvate le varianti ai progetti per i Bacini S. Giovanni e Gavorrano e nel 2024 è stata autorizzata l’esecuzione degli interventi di bonifica dei siti minori di Montieri. Altri 3 progetti sono in fase di sviluppo o con iter autorizzativo in corso, tra cui: il sito di Merse Campiano, per il quale è in corso la nuova progettazione degli interventi dopo diverse proposte progettuali a partire dal 2011 e una lunga interlocuzione con gli enti mirata alla tutela dei beni ambientali e archeologici; il sito di Fenice Capanne, dove si è concluso nel 2022 il procedimento di Valutazione di Interesse Culturale (VIC) che ha portato alla rielaborazione del progetto di messa in sicurezza mineraria; infine i nuovi siti di Niccioleta con iter in corso per l’approvazione del progetto di messa in sicurezza mineraria presentato nel 2022.

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Principali interventi in corso o conclusi

Il complesso di Niccioleta ospita i bacini di accumulo degli sterili derivanti dalle attività estrattive della miniera, attiva dagli anni ’30 fino al 1992. Gli interventi ambientali autorizzati, che abbiamo completato nel 2019, hanno previsto la bonifica del sito e la messa in sicurezza permanente con capping dell’area A7. In un’ottica di ascolto e valorizzazione del territorio, è in corso uno studio di fattibilità per l’installazione di un parco fotovoltaico e la creazione di itinerari ciclopedonali.

Si tratta di un complesso di nove bacini minerari di decantazione degli sterili, derivanti dall’impianto di arricchimento dei minerali estratti dalla miniera di Gavorrano dal 1910 fino alla fine degli anni ’70. L’area è oggetto di interventi di messa in sicurezza permanente approvati nel 2019 (Progetto esecutivo delle opere di rinforzo dell’argine 9), con successive varianti del 2021e 2023. Grazie al dialogo con le istituzioni locali, Eni Rewind è impegnata nel coniugare il ripristino ambientale con la valorizzazione archeo-mineraria e la possibile installazione di un parco fotovoltaico nell’area dei Bacini antichi.

Iniziative per il territorio

Per preservare la cultura e la memoria industriale mineraria delle Colline Metallifere, Eni Rewind ha realizzato nel 2021 un intervento di consolidamento e riqualificazione del castello di estrazione Pozzo Roma, un’alta torre verticale a traliccio in ferro costruita nei primi anni ’60 e divenuta imbolo della miniera di Gavorrano. Oggi il Pozzo Roma è parte della rete museale del Parco minerario naturalistico di Gavorrano, a sua volta compreso nel più esteso Parco tecnologico archeologico delle colline metallifere grossetane.

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Castello di estrazione Pozzo Roma