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Gli agri-hub

Il cuore di questa evoluzione sono gli agri-hub, dei centri di raccolta e spremitura dove confluiscono i semi agricoli.

Le bioraffinerie Enilive di Porto Marghera (Venezia) e Gela, che da fine 2022 non utilizzano più olio di palma come materia prima producono biocarburanti prevalentemente da materie prime di scarto, come oli esausti da cucina, grassi animali, residui dell’industria agroalimentare, e da una parte residuale di oli vegetali. Inoltre, per assicurare l’approvvigionamento sempre più sostenibile delle sue bioraffinerie, Eni ha lanciato un progetto di agri-feedstock in alcuni Paesi dell’Africa, che prevede la coltivazione di piante.

Quali sono i tasselli che compongono la filiera dei biocarburantii?

L’approvvigionamento di materie prime per la bioraffinazione avviene a livello mondiale e comprende oltre 400 materie da scarti e residui, lavorati attraverso la tecnologia proprietaria Ecofining™. Per garantire ulteriore sviluppo, i progetti di agri-feedstock consentono interconnessioni tra la comunità locale e il mercato internazionale: partendo da un seme, si sviluppa un’energia nuova che può contribuire a una mobilità più sostenibile.
Panoramica dell’Agri-hub in funzione
Prodotti secondari della spremitura di semi all’Agri-hub di Makueni
AGRI-HUB
L’accesso al mercato

Eni garantisce alle popolazioni locali l’accesso al mercato per le produzioni destinate all’estrazione dell’olio attraverso la rete degli agri-hub, assicurando il ritiro delle stesse.

Parte di un ampio sistema

Questo è solo uno dei tanti tasselli che si snodano attraverso le tappe della filiera.

Il viaggio continua

Al fine di aumentare l’approvvigionamento di materie prime per la bioraffinazione, Eni ha esteso la rete di collaborazione con i Paesi per i progetti agri-feedstock. Oltre a Kenya, Congo, Angola, Mozambico e Costa d’Avorio, i Paesi di interesse includono anche il Vietnam, il Kazakistan e l’Italia.