L’impegno di Eni

Salvaguardare le foreste è fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici e ridurre le emissioni di CO₂.

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L’importanza delle foreste e le principali cause del loro degrado

Le foreste ricoprono oltre il 31% della superficie delle terre emerse del nostro pianeta e hanno un ruolo centrale nel contenere la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera. Tuttavia, ogni anno la deforestazione di milioni di ettari è tra le prime cause di aumento della concentrazione della CO2 in atmosfera. Il degrado delle foreste e la riduzione della loro estensione territoriale derivano da:

  • pratiche agricole estensive non sostenibili
  • taglio illegale del legname
  • utilizzo non sostenibile della biomassa per scopi energetici
  • fenomeni di urbanizzazione.

Si tratta di fenomeni che contribuiscono a incrementare le emissioni di CO2 di origine antropica e riducono sensibilmente la capacità di assorbimento naturale del carbonio presente in atmosfera, a fronte delle accresciute emissioni legate all’industrializzazione.

L’impegno di Eni nella tutela delle superfici boschive

Eni ha reso i progetti di conservazione delle foreste uno dei pilastri della propria strategia di decarbonizzazione, con la quale intende raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050. I progetti di conservazione delle foreste si inseriscono all'interno di un quadro più ampio di interventi che mirano, in primo luogo, a ridurre le emissioni causate dalle attività industriali, e, in secondo luogo, a compensare le emissioni non abbattibili con le tecnologie attuali le cosiddette (“hard to abate emissions”).

Riconoscendo l’importante e crescente ruolo delle Natural Climate Solutions (NCS) per limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C e favorire lo sviluppo sostenibile delle comunità e la conservazione della biodiversità, Eni promuove interventi focalizzati principalmente sulle foreste tropicali, prevalentemente nei Paesi in via di sviluppo che, dal punto di vista delle strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici, sono scientificamente considerati tra i più rilevanti a livello internazionale.

Nel realizzare gli interventi di protezione e conservazione delle foreste, Eni affianca i Governi dei Paesi, le comunità locali e le Agenzie delle Nazioni Unite contribuendo alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

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I progetti REDD+

L’impegno di Eni in questo ambito segue lo schema REDD+ (Reducing Emissions from Deforestation and forest Degradation) concepito dalle Nazioni Unite, il quale prevede attività di conservazione delle foreste con gli obiettivi di ridurre le emissioni e migliorare la capacità di  stoccaggio naturale della CO2 come azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Oltre a benefici climatici e ambientali, questi progetti garantiscono importanti ricadute in termini di sviluppo sociale ed economico delle popolazioni locali, consentendo la creazione di nuovi posti di lavoro oltre che una reale diversificazione economica.
Grazie allo sviluppo di questi progetti, per ciascuna tonnellata di carbonio non emessa in atmosfera per effetto delle attività di lotta alla deforestazione, viene generata un’equivalente tonnellata di credito di carbonio utilizzabile per compensare le emissioni di carbonio, difficilmente abbattibili con le tecnologie attuali. Per garantire la qualità dei crediti generati, le attività progettuali sviluppate da Eni sono, attualmente, aderenti agli alti standard di certificazione Verified Carbon Standards (VCS) e Climate, Community & Biodiversity (CCB).

I paesi in cui Eni sta lavorando

In Zambia, nell’area del fiume Luangwa, il progetto REDD+ Luangwa Community Forests Project (LCFP) interessa un territorio che si estende per quasi 950.000 ettari - più della metà della superficie del Lazio -, unisce cinque parchi nazionali e si stima che ospiti 16.000 elefanti, oltre a leoni, leopardi, ippopotami, licaoni e antilopi. Eni sta inoltre valutando iniziative in diversi paesi, tra i quali: Malawi, Ghana, Mozambico, Vietnam, Malesia, Indonesia, Sri Lanka, Thailandia, Kenya, Angola, Colombia e altre aree dell’Asia, attraverso partnership con governi e sviluppatori internazionali riconosciuti.