Basilicata sicura, innanzitutto. Non solo perché Covid-free ma perché la regione ha tutti i presupposti per poter finalmente diventare esempio di un Mezzogiorno diverso e attrattivo per gli investimenti. È tempo, però, di passare dalle parole ai fatti, ponendo fine al più grande dei pregiudizi legati allo sviluppo, e cioè che l’idea dell’industria sia in contrasto, per sua stessa natura, con l’idea della sostenibilità. Servono poi infrastrutture, digitali e fisiche, serve costruire la prospettiva della green economy e la semplificazione amministrativa non è più rinviabile.
Insomma: “Serve uno shock per una ripresa esplosiva e non lineare attraverso una nuova politica industriale, da costruire anche grazie ai numerosi strumenti messi in campo e gli impegni assunti dell’Unione europea. Non ci sono più alibi”. Ne è convinto Francesco Somma, presidente degli industriali lucani, eletto dall’assemblea di Confindustria con un vero e proprio plebiscito per il quadriennio 2020-2024, dopo la scadenza del mandato di Pasquale Lorusso. Approdo apicale di un imprenditore di lungo corso, che ha mostrato di coniugare operatività e visione e che porta un cognome che appartiene alla storia fondativa dell’economia potentina e lucana.
Se c’è un momento per le grandi sfide questo lo è. “La Basilicata – ha detto Somma all’atto dell’insediamento – è a un bivio: limitarsi alle cure tampone attendendo la fine dell’emergenza, o cogliere la crisi come vera occasione, indirizzando tutte le energie costruttive verso una nuova stagione di crescita. La via maestra, per noi, non può che essere la seconda. Su questo cammino ci auguriamo di avere molti compagni di viaggio”.
E il primo compagno di viaggio non poteva che essere l’interlocutore istituzionale numero uno, il governo regionale, al quale Somma ha inviato subito le prime proposte operative per la ripartenza post-Covid. Un pacchetto di idee che pongono la Basilicata al centro di una visione di sviluppo fortemente innovativa e di un meccanismo in grado di recuperare i ritardi e smaltire la ruggine di procedure rallentate in passato e ulteriormente compromesse dalla pandemia.
“Accelerare le procedure istruttorie e valutative di alcuni avvisi pubblici – si legge tra le proposte – che, anche per effetto dell’intervenuta pandemia sono state rallentate, velocizzare anche le liquidazioni dei vari stati di avanzamento per gli investimenti delle imprese in corso di realizzazione”. Questo tanto per riaccendere i motori. Ma la parola chiave è una: innovazione, a partire da quella digitale. “Se è vero – argomenta Somma - che questo repêchage deve essere innanzitutto operato a livello nazionale, non può però non avere una declinazione complementare a livello regionale”. C’è bisogno di un processo di consapevolezza, è l’idea di Somma, la consapevolezza cioè che le potenzialità della Basilicata sono altissime e debbono accompagnarsi ai fatti, dopo gli annunci. “L’impostazione dovrà essere marcatamente progettuale, con una incalzante iniziativa sui temi di fondo delle fragilità regionali, che pretendono l’avvio di processi di innovazione, a partire dalla tecnostruttura pubblica e dalla modernizzazione del quadro infrastrutturale. “‘Basilicata sicura’ non è solo uno slogan, ma dovrà diventare un vero e proprio vantaggio competitivo. Una Basilicata dove venire e dove investire; non più solo laboratorio, ma fabbrica produttiva mediterranea in cui si intersechino virtuosamente modelli di sviluppo plurimi basati su ricerca, innovazione e sostenibilità”.
E sul concetto di quale sia la Basilicata possibile, Somma non ha dubbi: “Accanto a driver strategici come turismo e agroalimentare, bisogna dare nuova dignità alle politiche industriali, perché la nostra regione ha bisogno anche di più industria”. Bisogna, insomma, tenere tutto insieme, come più volte la storia di questa regione ha insegnato e come i dati inconfutabili del Pil hanno detto finora. La “bella” Basilicata non è un concetto antitetico con quello di una “Basilicata produttiva”. Ma le imprese hanno bisogno di un piano strategico. Investimenti pubblici, ha chiesto Somma al governatore Bardi. “È importante procedere a una accelerazione delle procedure e allo sblocco immediato delle opere pubbliche cantierabili”. E poi la questione del pagamento dei crediti delle imprese in attuazione delle disposizioni di cui al decreto legge Rilancio. “Questa azione è particolarmente importante perché serve ad iniettare liquidità nel sistema delle imprese”. E la progettualità industriale: “La questione ZES (Zone Economiche Speciali) deve consegnarci il tempo delle scelte. Ne stiamo parlando da troppo tempo, ma, ad oggi, le parole non sono state ancora riempite di contenuto, il dibattito è fermo al tema della governance. Intanto si ritorna a parlare del Piano per il Sud, che dovrebbe intersecarsi con strumenti quali le ZES. Come prima cosa, dunque, dovremmo capire se siamo ancora interessati ad andare avanti con questo strumento, interrogandoci sui reali motivi di un dibattito logoro, che sembra sempre derubricato a favore di altre priorità”. È all’interno di questo quadro di proposte che Somma chiede un più generale e coraggioso piano strategico di sviluppo: “Bisogna coinvolgere tutte le forze economiche e sociali nel progetto di rilancio, come abbiamo fatto insieme al mondo datoriale unito e ai sindacati, già in occasione degli Stati Generali del 18 febbraio scorso”. Questa, aggiunge il presidente, “dovrà essere l’occasione per scrollarci di dosso in maniera definitiva l’immagine, largamente diffusa, anche se non sempre veritiera, di una regione dalle occasioni sprecate, incapace di mettere a valore le ingenti risorse su cui ha potuto contare in questi anni, provenienti dai proventi delle royalties del petrolio e dai fondi comunitari”. A proposito di royalties, la nuova Confindustria di Somma sta valutando la possibilità di un progetto che, attraverso l’utilizzo di nuovi strumenti finanziari, garantisca alla Regione un’immediata disponibilità di ingenti risorse per un loro più efficace impiego, con effetti maggiormente apprezzabili sul territorio. “Dobbiamo muoverci, però, anche nella direzione della transizione energetica – aggiunge Somma – che è tra le più grandi traiettorie di crescita che ci indica l’Unione europea, sui cui l’Italia, e in particolare la Basilicata, hanno finora svolto un ruolo da protagonista. Riteniamo doveroso e urgente procedere a una semplificazione e decisa accelerazione degli iter autorizzativi per le fonti rinnovabili. Questo passa inevitabilmente attraverso una puntuale riorganizzazione degli uffici regionali, con la previsione che sia in capo a un unico soggetto la valutazione unitaria dei progetti sotto il profilo ambientale, energetico e paesaggistico. Rallentare sine die un’iniziativa imprenditoriale, per di più green, era già assurdo in passato e diventa drammatico oggi. I tempi di risposta devono rientrare tra gli obblighi delle pubbliche amministrazioni, in un patto sociale più ampio con le imprese”.