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Frontiera e-commerce. La nuova sfida digitale

Le imprese lucane che vendono online sono al primo posto in Italia per il ritmo di crescita registrato negli ultimi cinque anni, insieme a quelle campane.

di Sergio Ragone
27 luglio 2020
5 min di lettura
di Sergio Ragone
27 luglio 2020
5 min di lettura

Come sempre, le rivoluzioni non sono mai degli scoppi immediati ma processi lenti che gradualmente producono il cambio di un paradigma culturale. È esattamente questo il quadro entro il quale si è mosso l’e-commerce in Italia e in Basilicata. Dalle ultime analisi di Unioncamere (maggio 2020), si evince che negli ultimi cinque anni nel paese sono cresciute di 10mila unità le imprese che vendono sul web, a fronte di un calo di quasi 45mila operatori dell’intero comparto del commercio al dettaglio. 

In Basilicata e nelle altre regioni

A puntare sul “negozio” online sono stati soprattutto gli imprenditori del Sud, forse per ovviare alla carenza di infrastrutture. Infatti, se la Lombardia si distingue per il numero più elevato di imprese che vendono su internet (4.406), tra il 2015 e il 2020 Campania e Basilicata si posizionano al top per i ritmi di crescita rispetto al resto dell’Italia (+25,4% contro +14,5% medio annuo). Un segno del cambiamento delle abitudini di consumo che, soprattutto in epoca di Coronavirus, permette agli imprenditori che commerciano sulla “rete” di potere contare su una marcia in più. Analizzando questa tendenza nel dettaglio scopriamo che, in termini assoluti, la regione a più alta crescita è stata la Lombardia (+1.845), seguita da Campania (+1.725) e Lazio (+1.150). Mentre, in termini relativi, quelle che sono cresciute a ritmo medio annuo più sostenuto sono state Campania e Basilicata, che si sono mosse a pari passo (+25,4%), rincorse da Calabria (+22,6%) e Sicilia (+16,8%). Un primato inedito per la Basilicata, che la colloca nel futuro in un ruolo da protagonista. Il Made in Basilicata ha quindi un’occasione nuova e senza precedenti da sfruttare. 

I settori trainanti

Non parliamo solo ed esclusivamente di agroalimentare, certamente uno dei settori di punta dell’identità regionale, ma è chiaro che le possibilità del commercio online si aprono soprattutto per i piccoli e medi artigiani lucani, che rappresentano il tessuto reale dell’imprenditoria locale. Ci sono state diverse aziende che, proprio durante il lockdown, hanno investito nel digitale per poter affrontare la crisi e provare a conquistare porzioni di mercato anche oltre i confini nazionali. Ne sono un esempio le aziende lucane del settore Horeca (acronimo che sta per Hotellerie-Restaurant-Café), che hanno parzialmente riconvertito la propria produzione realizzando manufatti in plexiglass venduti sui principali marketplace internazionali, vedendo crescere notevolmente le richieste, la produzione e il fatturato. Ma non per tutte è stato così. Come riportato nell’ultimo report della Casaleggio Associati, “E-commerce in Italia 2020. Vendere online ai tempi del Coronavirus”, molte aziende non sono riuscite a soddisfare l’aumento della domanda, che si è palesato con una crescita media degli ordini del 96% (come ad esempio per i settori dell’intrattenimento online, dell’istruzione o della distribuzione di generi alimentari). Sempre sfogliando il report è possibile notare come il fatturato delle imprese attive sull’e-commerce è aumentato nel 2019 del 17%, per un totale di 48,5 miliardi di euro. Ma nonostante ciò, dal rapporto emerge come il 54% delle imprese interrogate abbiano dichiarato a metà marzo 2020 di non aver riscontrato un miglioramento negli affari. C’è, però, una fascia di persone che all’e-commerce non riesce a ricorrere: sono i residenti dei piccoli paesi e delle aree urbane escluse dalle reti più inclini a soddisfare le esigenze di realtà più popolate, sicuramente ben più redditizie. Ed è guardando a loro che oggi, anche in Basilicata, può nascere una nuova idea di impresa che tenga dentro la valorizzazione delle produzioni a “km 0” e la possibilità di aprire nuovi mercati mondiali. 

Altre sfide su cui puntare

Con l’e-commerce possono nascere anche altre aziende per coprire tutti gli aspetti della filiera, come ad esempio il packaging. In Italia ci sono realtà che possono fare scuola proprio in questo settore e che, in questi anni, hanno saputo rispondere alle necessità emergenti dei grandi operatori dell’e-commerce, dalla gestione dei picchi operativi all’abbattimento dei costi e all’ottimizzazione energetica. Ma non solo questo settore. Una terra come la Basilicata può ambire a molto di più, come ad esempio ad un e-commerce volto a trasferire l’esperienza di un format enogastronomico, le tradizioni di un territorio, le emozioni di un evento in ambito domestico, soprattutto in un periodo come questo in cui vanno evitati grandi assembramenti. Immaginare quindi la composizione di un box, una scatola dove poter mettere dentro non solo prodotti e oggetti, ma anche storie, curiosità e passione di artigiani e produttori. C’è poi la sfida dell’ultimo miglio, che una mobilità smart e moderna potrebbe vincere definitivamente. Non mancano le idee. L’eredità culturale del genio lucano di Leonardo Sinisgalli, l’uomo che ha saputo tenere insieme l’anima e la meccanica, può illuminare il cammino di chi vorrà scommettere sul futuro proprio qui in Basilicata. L’innovazione tecnologica è nel cuore più antico della nostra terra, basta solo un click.

            

L’autore: Sergio Ragone

Giornalista e blogger