Vent’anni dopo torna a Matera. Era il 2003 quando l’attore e regista americano Mel Gibson trasformò Matera nella Palestina, sull’esempio del più grande film che sia mai stato fatto sulla morte di Cristo, il Vangelo di Pasolini. Spinto dalla suggestione ma anche dalla capacità di una rete creativa che si stava mettendo in moto in città, tra relazioni internazionali e le prime bozze partecipate del sogno che si sarebbe avverato nel 2019, Gibson scrisse, diresse e produsse “The Passion”, cruenta ricostruzione in latino, aramaico ed ebraico del calvario di Cristo diventando un cittadino dei Sassi, integrato nei quartieri che ancora lo ricordano persino con un menù a lui dedicato. Si avviava una grande stagione culturale a Matera, la Film Commission regionale nacque sull’onda di quel successo, l’industria creativa accendeva i motori, ci sarebbe stata una legge a regolarla, necessaria perché figure professionali, progetti, bandi crescevano e si susseguivano a ritmo accelerato. Mel Gibson è tornato, dunque, dopo vent’anni per effettuare nuovi sopralluoghi per il sequel del vecchio film, “Resurrection”. La città è cambiata in 20 anni, l’hôtellerie ha un po’ snaturato l’abitare nei Sassi, ma lo sfondo resta quello. E così il regista è tornato alla Cava del Sole, al Convicinio di Sant’Antonio, situato nel rione Malve del Sasso Caveoso. Inoltre, si è recato a Gravina, in provincia di Bari, dove ha esplorato il caratteristico quartiere di Fondovico e ha assaggiato il dolce tipico della zona, noto come “tette delle monache”.
Il ritorno di Gibson è sorprendentemente simbolico. Oggi che la parabola di quella straordinaria stagione si flette, naturalmente, verso il basso e si cercano nuovi stimoli per un nuovo capitolo di sviluppo culturale.
Un grande stimolo viene dall’ipotesi della Zes cultura, cioè una zona franca con forti vantaggi fiscali e amministrativi per le imprese culturali che decidono di investire in città. Una vecchia idea di Raffaello De Ruggeri, uno dei protagonisti della storia culturale cittadina e poi sindaco proprio a cavallo degli anni della Capitale europea della cultura. L’idea di de Ruggeri è diventata una proposta del presidente Vito Bardi e portata avanti da Cosimo Latronico, assessore alla Salute ma anche con la delega al Pnrr.
E proprio da un incontro tra Latronico e Raffaele Fitto, alla vigilia della nomina del ministro a commissario europeo, è venuto l’ok in tempo per acquisire la piena disponibilità del Governo a favorire il percorso di nascita della Zes cultura in Basilicata. Sulla scia del via libera al progetto, il presidente Bardi ha chiesto la convocazione di un tavolo interistituzionale per definire le azioni e le modalità da mettere in campo. “Con la sua storia millenaria e la sua vitalità culturale – dice Latronico – merita di essere al centro di una strategia che ne valorizzi appieno il ruolo di Capitale della Cultura andando ben oltre il 2019. Abbiamo avuto un’intesa con il ministro per garantire a Matera un ruolo centrale nell’industria culturale e creativa da esplicare nell’audiovisivo, nel cinema ma anche in tanti altri comparti”. Subito dopo l’incontro si è unito ai numerosi commenti favorevoli al progetto innanzitutto il sindaco di Matera, Domenico Bennardi. “L’obiettivo è far convergere esperti in materia con rappresentanti istituzionali, anche del territorio lucano e materano, quale laboratorio di ‘esperimenti fiscali’ in cui applicare norme da poter ‘testare’, al fine di vederne gli effetti in termini di bilancio pubblico di ripartenza dei consumi e di risanamento economico, da poter poi applicare anche in altre aree economicamente svantaggiate come la Basilicata”. Tra le proposte, la richiesta di istituire una fiscalità differenziata sui prodotti energetici compravenduti nel territorio regionale.