Riflessioni dall’Agorà del Mediterraneo, la piccola “Cernobbio” nelle Dolomiti lucane, a Castelmezzano. Il punto sulle priorità della regione e del Mezzogiorno
“Uno spritz lucano, s’il vous plaît, siamo seduti fuori”. Vogliamo aggiungere due peperoni cruschi e due taralli? Adesione immediata, “sì, sì grazie”. Con la vista sulle Dolomiti lucane, l’aria frizzante di fine estate, mentre i turisti del weekend si imbracano e volano nella gola tra Castelmezzano e Pietrapertosa, i problemi da area interna e spopolamento della Basilicata sembrano lontani. Qui, secondo posto più visitato della Basilicata, dopo Matera, nella sola Castelmezzano, ci sono quattrocento posti letto. Alle ultime elezioni i votanti erano qualche decina in più. È un paese quasi perfetto, che ha saputo mettere a frutto la prepotente bellezza opera di madre natura con investimenti ormai collaudati in attrattività turistica: il volo dell’angelo, la strada ferrata e, tra poco, la slittovia non sulla neve ma sulle ardite discese delle montagne appuntite che fanno da scenario al presepe delle casette con un’illuminazione struggente tutta a led. I privati che utilizzano i led bianchi sono in una black list, qui la magia ha colori caldi e avvolgenti. A fine settembre il sindaco Nicola Valluzzi ha organizzato, con Giuseppe Di Leo, la seconda edizione dell’Agorà del meridionalismo e ha fatto venire storici, sociologi, politici e anche il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci. Dibattiti, interviste e presentazioni di libri sul Mezzogiorno e il suo sviluppo, tra storia e attualità. Nonostante la provocazione culturale di Lucia Annunziata - i giovani devono andare via da qui, è necessario – la grande questione dell’autonomia differenziata, dell’avanzamento del Pnrr, della prevenzione al dissesto idrogeologico, dell’ammodernamento delle infrastrutture ferme alle grandi opere concepite dalla Cassa per il Mezzogiorno nel dopoguerra (cioè nel secolo scorso), la grande fuga dalla Basilicata è il tema dei temi. Insieme alla programmazione dei servizi per chi resta. Sempre più pochi ma non con problemi ridotti rispetto ai servizi essenziali. Se i Lep (Livelli essenziali di prestazione) sono la grande quaestio del rapporto Nord-Sud rispetto al progetto dell’autonomia differenziata, si pone un’ulteriore questione all’interno dello stesso Mezzogiorno, tra polpa e osso.
Se basta il turismo alla nostra regione
Al bancone del locale dove campeggiano i cruschi, l’atmosfera tra i due fratelli che gestiscono e accolgono è incoraggiante. Si lavora molto d’estate, poi nei week end, si compensa con l’azienda agricola e poi c’è lo shop online dove seduzione del palato, nostalgia dei fuorisede e curiosità gastronomiche regionali riescono ormai da tempo a mettere in moto il commercio a distanza. Lo conferma anche un’analisi della Fondazione Mattei sull’e-commerce: peperoni cruschi, aglianico e pane di Matera vanno forti. Qui quasi tutti hanno ristrutturato case e casette, hanno aperto accoglienti b&b, gli hotel che c’erano si sono adeguati. L’economia del turismo funziona, ma l’emorragia dei giovani non si frena, tutti gli indici demografici sono infausti anche se c’è sempre l’imprevisto della Storia che capovolge le previsioni. Ne sa qualcosa tutto il mondo affacciatosi alla fine del 2019. C’è, indubbiamente, di base la suggestione e la bellezza di un borgo delle Dolomiti lucane, presupposto diremmo ontologico di ogni progetto di sviluppo. Ma da questo punto di vista la Basilicata è certamente competitiva. Sono disabitati i borghi ma sono tutti belli, altitudini permettendo. Non è un caso che Irsina, il paese “colonizzato” dagli inglesi, per una scelta di vita “antiage”, presenta un indice demografico positivo, in controtendenza. Piccole speranze da coltivare. Ma il turismo basta alla Basilicata? Ne abbiamo discusso tante volte, su Orizzonti. No, non basta.
Sono le grandi questioni affrontate all’Agorà. Le opere che vanno al rallentatore? Il presidente del consiglio nazionale dei Lavori Pubblici, Massimo Sessa, sottolinea, partendo dalla riforma del codice degli appalti, il nuovo ruolo di acceleratori dei tecnici ministeriali. Progetti nessuno dei quali può sottrarsi a parametri di sostenibilità. I trasporti? L’amministratore delegato di Rete Ferroviaria italiana, Giampiero Strisciuglio, sottolinea il rapporto di dialogo e intesa che le grandi aziende devono avere con le comunità locali. La sanità? È l’ex ministro della salute del periodo Covid, il lucano Roberto Speranza, a ricordare che c’è un Pnrr che ha previsto case e ospedali di comunità, anche se il grande problema, non solo i Basilicata, resta come farle funzionare, cioè con quali medici e quali infermieri. La Calabria, per rimanere al Sud, lo ha al momento affrontato con un reclutamento molto speciale, con i medici cubani.
L’importanza della prevenzione
E se sul piano della narrazione serve fantasia e creatività (la magia in un posto come Castelmezzano è spontanea, soprattutto se la nebbia di sera avvolge le cime delle montagne e disperde i fasci di luce), quando si arriva ai problemi concreti quotidiani, come quelli del cambiamento climatico e la crisi idrica che ha colpito Potenza e la sua provincia, c’è poco da discutere, serve intervenire. “Ci vuole prevenzione”, sottolinea più volte il ministro Musumeci. Lo attendono centinaia di volontari della Protezione civile con le giubbe gialle. Qui, in Basilicata, la protezione civile è un valore fondante del vivere sociale, è una regione che non dimentica le ferite e i lutti. Ma bisogna guardare avanti. Tutti gli ospiti dell’Agorà di Castelmezzano, chi veniva da Napoli chi da Bari, pur distratti dall’agnello tenerissimo delle Dolomiti, lamentavano il percorso della Basentana, la prima grande infrastruttura viaria che attraversa la regione. I cantieri ci sono sia sullo svicolo da Sicignano-Potenza, sia da Potenza verso Metaponto. L’assessore regionale alle Infrastrutture, Pasquale Pepe, rassicura sulla progettazione: “La progettazione e i relativi lavori sono già completamente finanziati dall’Accordo di Programma Anas-Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”, ha detto in un incontro a Pisticci scalo con il Comitato SS 407 Basentana per adeguare viabilità ed esigenze delle imprese.
E infine, la grande questione: può vivere un territorio solo di turismo senza l’industria?
Proprio mentre terminava l’Agorà, è il presidente Bardi a dare dei nuovi numeri. Undici domande per un totale di investimenti industriali pari a oltre 90 milioni di euro, con agevolazioni richieste che ammontano a più di 62 milioni di euro. Finanziamenti che possono tradursi nella creazione di 127 nuovi posti di lavoro in aggiunta a quelli da salvaguardare. Sono i dati dell’istruttoria, in corso da parte di Invitalia, riguardanti le istanze dell’Area di crisi complessa dell’indotto automotive di Melfi, Rionero e Potenza (legge 181/89).
I fondi a disposizione, però, non sono sufficienti a coprire l’intero fabbisogno: il decreto ministeriale del 17 aprile 2023, infatti, ha stanziato 20 milioni di euro, plafond in grado di coprire soltanto le prime due domande, di cui una per intero e la seconda in parte. Di qui l’appello lanciato dal presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, al ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso: occorre incrementare lo stanziamento per evitare che la stragrande maggioranza delle richieste resterà senza alcun supporto dalla legge 181/89. Insomma, il cantiere Basilicata è aperto.