Università della Basilicata modello di sviluppo sostenibile
“Un luogo di alta formazione e ricerca e divulgazione delle conoscenze che fa della scelta di sostenibilità il vero patto con le future generazioni”. Così Donatella Caniani, Prorettrice alla Pianificazione strategica dell’Università degli Studi della Basilicata
Non è un obbligo di legge, eppure l’Università della Basilicata periodicamente elabora il proprio “Bilancio di Sostenibilità” e si appresta a farlo anche quest’anno. L’obiettivo è dargli una continuità nel tempo dopo averlo messo a punto per la prima volta nel 2020, ottenendo un posizionamento di rilievo nel ranking internazionale “Greenmetric” delle università. Al 344° posto nel mondo e al 20° in Italia classificandosi tra le prime 5 università italiane per gli importanti investimenti infrastrutturali realizzati in Ateneo, per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per il risparmio energetico, la creazione di campus “verdi” e sostenibili e per politiche “green”.
«Non un semplice documento ma un piano di azioni concrete di sostenibilità ambientale, economica e sociale che stiamo realizzando», spiega Donatella Caniani, Prorettrice alla Pianificazione strategica dell’Università degli Studi della Basilicata. Cambiamento climatico, risparmio energetico, gestione dell’acqua e dei rifiuti, impatto dei trasporti e attività di formazione, ricerca e divulgazione in ambito ambientale sono tra i capisaldi delle politiche dell’ateneo lucano che, nel Piano strategico 2024-2026 appena approvato, ha previsto tra i suoi asset strategici proprio la sostenibilità.
«Didattica, ricerca, terza missione, partnership, accordi nazionali e internazionali, e, più in generale, ogni obiettivo e ogni azione strategica di Ateneo sono, infatti, permeati dal concetto di sostenibilità in tutte le sue declinazioni», sottolinea la Prorettrice che è anche Professoressa Associata di Ingegneria Sanitaria-Ambientale, spiegando che l’Università della Basilicata partecipa alla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), istituita dalla CRUI nel 2016, e «punta a rafforzare la partecipazione e visibilità a livello internazionale». L’Ateneo, ribadisce, «non è solo un polo educativo e scientifico, ma riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo sociale, economico e culturale del proprio territorio, alla continua ricerca di un equilibrio tra sviluppo industriale, sostenibilità ambientale, benessere e qualità della vita».
Un impegno verso la comunità, identificabile appunto come “terza missione”, sancito nello Statuto di Ateneo, nella consapevolezza che «l’impatto socio-economico sul territorio di riferimento è importante tanto quanto i contributi didattici e scientifici».
Tutto in linea con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile riportati nell’Agenda ONU 2030, nella Politica di Coesione dell’UE per il periodo dal 2021 al 2027 e nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con gli obiettivi di sviluppo nazionale legati al Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) e quelli di sviluppo locale previsti nell’Accordo con la Regione Basilicata.
Ad accompagnare il percorso che porterà all’aggiornamento del Bilancio di sostenibilità, fondamentale è l’approvazione del Piano strategico 2024-2026 che si articola in tre aree strategiche: Didattica, Ricerca e Terza Missione, che richiamano le tre aree di programma fondamentali dell’Università; quattro ambiti strategici: Scienze della Salute, La persona al centro, Identità e comunicazione, Sostenibilità, denominati Asset Strategici; e due fattori di sostegno trasversali: Risorse e organizzazione e Internazionalizzazione.
La sostenibilità rimane il filo conduttore di questo percorso che parte dall’elaborazione di itinerari formativi e promozione della consapevolezza per costruire il catalogo degli insegnamenti erogati e dei prodotti della ricerca dell'Ateneo, incentivando l’erogazione di quelli legati alle tematiche dello sviluppo sostenibile, per arrivare alla riduzione dell’impatto ambientale e alla promozione di pratiche sostenibili attraverso l’ottimizzazione dei consumi energetici, la promozione della mobilità sostenibile e l’implementazione del green public procurement, lo sviluppo di disciplinari innovativi e di sistemi di monitoraggio e gestione dei consumi elettrici e termici e dei parametri di IEQ (Indoor Environmental Quality) negli ambienti di lavoro e nelle aule, con la gestione efficiente dell’illuminazione negli ambienti interni e negli spazi esterni, fino alla produzione e utilizzo di energia elettrica con il potenziamento della produzione da fonti rinnovabili in tutte le sedi dell’Ateneo (fotovoltaico, geotermia e altre fonti).
Altro importante asset strategico è mettere la persona al centro. «L’università come luogo di alta formazione e ricerca e divulgazione delle conoscenze che fa della scelta di sostenibilità il vero patto con le future generazioni perché diventino protagonisti, attuatori e diffusori di valori di sviluppo sostenibile», ribadisce la professoressa Caniani sottolineando che «promuovere una cultura inclusiva, focalizzandosi sull’adozione di politiche d’inclusione, pari opportunità e rispetto della diversità rappresenta un pilastro fondamentale per l’Università della Basilicata».
Tra gli obiettivi specifici, promuovere la parità di genere attraverso la piena applicazione e il monitoraggio periodico del Gender Equality Plan di Ateneo e del Bilancio di Genere. «Unibas – sottolinea Caniani – è stata tra le prime università in Italia ad aver redatto il bilancio di genere e per questo ha anche contribuito a scrivere le linee guida per la redazione del bilancio di genere all’interno della Commissione della Conferenza dei Rettori Italiani».
L’Ateneo si pone anche come «ambiente propizio al dialogo aperto e alla promozione della coesione e inclusione sociale e del benessere e dell’equilibrio della persona, oltre a promuovere l’integrazione, l’inclusione e la pari dignità e incoraggiare stili di vita salubri e potenziare l'attività sportiva universitaria al fine di migliorare il benessere fisico e psicologico e la relazione tra i membri della comunità.
Resta ben saldo e attuale il progetto originario, che ha voluto l’Università degli Studi della Basilicata presidio territoriale di sviluppo e coesione. «Territorio e Università crescono assieme, oppure, semplicemente, sono condannati a un comune declino. La missione – si legge nel Piano Strategico - deve continuare a concretizzarsi attorno a un disegno che consideri che il bisogno di innovazione, di trasferimento tecnologico e di nuova imprenditorialità è strettamente legato alla capacità di fare ricerca di qualità, di trasmettere competenze solide, di formare cittadini consapevoli».
Donatella Caniani
È Prorettrice alla Pianificazione strategica dell’Università degli Studi della Basilicata. È anche Professoressa Associata di Ingegneria Sanitaria-Ambientale.