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Università della Basilicata modello di sviluppo sostenibile

“Un luogo di alta formazione e ricerca e divulgazione delle conoscenze che fa della scelta di sostenibilità il vero patto con le future generazioni”. Così Donatella Caniani, Prorettrice alla Pianificazione strategica dell’Università degli Studi della Basilicata

di Luigia Ierace
25 settembre 2024
6 min di lettura
di Luigia Ierace
25 settembre 2024
6 min di lettura

Non è un obbligo di legge, eppure l’Università della Basilicata periodicamente elabora il proprio “Bilancio di Sostenibilità” e si appresta a farlo anche quest’anno. L’obiettivo è dargli una continuità nel tempo dopo averlo messo a punto per la prima volta nel 2020, ottenendo un posizionamento di rilievo nel ranking internazionale “Greenmetric” delle università. Al 344° posto nel mondo e al 20° in Italia classificandosi tra le prime 5 università italiane per gli importanti investimenti infrastrutturali realizzati in Ateneo, per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per il risparmio energetico, la creazione di campus “verdi” e sostenibili e per politiche “green”.

«Non un semplice documento ma un piano di azioni concrete di sostenibilità ambientale, economica e sociale che stiamo realizzando», spiega Donatella Caniani, Prorettrice alla Pianificazione strategica dell’Università degli Studi della Basilicata. Cambiamento climatico, risparmio energetico, gestione dell’acqua e dei rifiuti, impatto dei trasporti e attività di formazione, ricerca e divulgazione in ambito ambientale sono tra i capisaldi delle politiche dell’ateneo lucano che, nel Piano strategico 2024-2026 appena approvato, ha previsto tra i suoi asset strategici proprio la sostenibilità.

«Didattica, ricerca, terza missione, partnership, accordi nazionali e internazionali, e, più in generale, ogni obiettivo e ogni azione strategica di Ateneo sono, infatti, permeati dal concetto di sostenibilità in tutte le sue declinazioni», sottolinea la Prorettrice che è anche Professoressa Associata di Ingegneria Sanitaria-Ambientale, spiegando che l’Università della Basilicata partecipa alla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), istituita dalla CRUI nel 2016, e «punta a rafforzare la partecipazione e visibilità a livello internazionale». L’Ateneo, ribadisce, «non è solo un polo educativo e scientifico, ma riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo sociale, economico e culturale del proprio territorio, alla continua ricerca di un equilibrio tra sviluppo industriale, sostenibilità ambientale, benessere e qualità della vita».

Un impegno verso la comunità, identificabile appunto come “terza missione”, sancito nello Statuto di Ateneo, nella consapevolezza che «l’impatto socio-economico sul territorio di riferimento è importante tanto quanto i contributi didattici e scientifici».

Tutto in linea con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile riportati nell’Agenda ONU 2030, nella Politica di Coesione dell’UE per il periodo dal 2021 al 2027 e nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con gli obiettivi di sviluppo nazionale legati al Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) e quelli di sviluppo locale previsti nell’Accordo con la Regione Basilicata.

Ad accompagnare il percorso che porterà all’aggiornamento del Bilancio di sostenibilità, fondamentale è l’approvazione del Piano strategico 2024-2026 che si articola in tre aree strategiche: Didattica, Ricerca e Terza Missione, che richiamano le tre aree di programma fondamentali dell’Università; quattro ambiti strategici: Scienze della Salute, La persona al centro, Identità e comunicazione, Sostenibilità, denominati Asset Strategici; e due fattori di sostegno trasversali: Risorse e organizzazione e Internazionalizzazione.

La sostenibilità rimane il filo conduttore di questo percorso che parte dall’elaborazione di itinerari formativi e promozione della consapevolezza per costruire il catalogo degli insegnamenti erogati e dei prodotti della ricerca dell'Ateneo, incentivando l’erogazione di quelli legati alle tematiche dello sviluppo sostenibile, per arrivare alla riduzione dell’impatto ambientale e alla promozione di pratiche sostenibili attraverso l’ottimizzazione dei consumi energetici, la promozione della mobilità sostenibile e l’implementazione del green public procurement, lo sviluppo di disciplinari innovativi e di sistemi di monitoraggio e gestione dei consumi elettrici e termici e dei parametri di IEQ (Indoor Environmental Quality) negli ambienti di lavoro e nelle aule, con la gestione efficiente dell’illuminazione negli ambienti interni e negli spazi esterni, fino alla produzione e utilizzo di energia elettrica con il potenziamento della produzione da fonti rinnovabili in tutte le sedi dell’Ateneo (fotovoltaico, geotermia e altre fonti).

Altro importante asset strategico è mettere la persona al centro. «L’università come luogo di alta formazione e ricerca e divulgazione delle conoscenze che fa della scelta di sostenibilità il vero patto con le future generazioni perché diventino protagonisti, attuatori e diffusori di valori di sviluppo sostenibile», ribadisce la professoressa Caniani sottolineando che «promuovere una cultura inclusiva, focalizzandosi sull’adozione di politiche d’inclusione, pari opportunità e rispetto della diversità rappresenta un pilastro fondamentale per l’Università della Basilicata».

Tra gli obiettivi specifici, promuovere la parità di genere attraverso la piena applicazione e il monitoraggio periodico del Gender Equality Plan di Ateneo e del Bilancio di Genere. «Unibas – sottolinea Caniani – è stata tra le prime università in Italia ad aver redatto il bilancio di genere e per questo ha anche contribuito a scrivere le linee guida per la redazione del bilancio di genere all’interno della Commissione della Conferenza dei Rettori Italiani».
L’Ateneo si pone anche come «ambiente propizio al dialogo aperto e alla promozione della coesione e inclusione sociale e del benessere e dell’equilibrio della persona, oltre a promuovere l’integrazione, l’inclusione e la pari dignità e incoraggiare stili di vita salubri e potenziare l'attività sportiva universitaria al fine di migliorare il benessere fisico e psicologico e la relazione tra i membri della comunità.

Resta ben saldo e attuale il progetto originario, che ha voluto l’Università degli Studi della Basilicata presidio territoriale di sviluppo e coesione. «Territorio e Università crescono assieme, oppure, semplicemente, sono condannati a un comune declino. La missione – si legge nel Piano Strategico - deve continuare a concretizzarsi attorno a un disegno che consideri che il bisogno di innovazione, di trasferimento tecnologico e di nuova imprenditorialità è strettamente legato alla capacità di fare ricerca di qualità, di trasmettere competenze solide, di formare cittadini consapevoli».

 

Donatella Caniani

È Prorettrice alla Pianificazione strategica dell’Università degli Studi della Basilicata. È anche Professoressa Associata di Ingegneria Sanitaria-Ambientale.