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“Essere sostenibili per reggere la sfida della competitività”

Il presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma, delinea il percorso delle imprese lucane tenute a predisporre il bilancio ESG entro l’1 gennaio 2025 (grandi imprese) e 1 gennaio 2026 (Pmi quotate). Una rivoluzione culturale e un’opportunità però anche per le società non quotate

di Luigia Ierace
25 settembre 2024
8 min di lettura
di Luigia Ierace
25 settembre 2024
8 min di lettura

Non solo sostenibilità economica, ma anche ambientale, sociale e di governance andranno a delineare il nuovo volto delle imprese, il cui successo non sarà più dettato solo dai loro profitti, ma anche dalla capacità di preservare e creare valore per le persone e per l’ambiente circostante.

Scatterà dal primo gennaio 2025 per le grandi imprese e dal primo gennaio 2026 per quelle piccole e medie quotate l’obbligo di predisporre il bilancio ESG, Environmental, Social, and Governance (Ambientali, Sociali e di Governance) che fotografi la sostenibilità ambientale, ma anche sociale e di governance della propria attività economica.

Ne parliamo con il Presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma.

Come si stanno preparando le aziende lucane?

Anche tra i nostri imprenditori è sempre più matura la consapevolezza di quanto investire in sostenibilità, nella triplice dimensione che citava, è un fattore determinante per accrescere reputazione, valore sociale e anche ricavi. Non si tratta solo del necessario contributo al raggiungimento degli obiettivi che l’Europa si è data per concretizzare gli impegni per il clima, la transizione ecologica, la circolarità delle risorse e l’inclusione sociale. Essere sostenibili è diventato un requisito imprescindibile per reggere la sfida della competitività nel mercato attuale. E questo è sempre più evidente. C’è un interesse crescente per questi temi da parte dei nostri imprenditori e lo dimostrano i numeri delle iniziative che stiamo promuovendo per far conoscere opportunità e strumenti di sostegno.

Una vera rivoluzione culturale, ma soprattutto un percorso sfidante in un tessuto imprenditoriale come quello lucano caratterizzato per lo più da piccole e medie imprese.

La rivoluzione culturale sta soprattutto nel comprendere che la capacità di preservare e creare valore per le persone e per l’ambiente non è un obiettivo “una tantum” ma un percorso che va strutturato nel tempo e che richiede l’estensione delle pratiche di sostenibilità lungo tutta la filiera. È evidente che per le piccole e medie imprese che compongono la gran parte del nostro tessuto produttivo la sfida è più complessa, in quanto non sempre esse sono in possesso delle informazioni e delle competenze necessarie per intraprendere questo cammino. Di fatto, per l’obbligo della presentazione del bilancio ESG per le Pmi quotate scatterà dal primo gennaio 2026. Ci troviamo quindi in una fase preparatoria, in cui siamo impegnati soprattutto nell’attività di sensibilizzazione. Al di là delle previsioni normative, proviamo a trasferire a tutte le imprese, non solo quelle tenute all’obbligo, l’importanza dell’investire nelle pratiche ESG che non deve essere considerato un costo, ma un’opportunità che offre evidenti vantaggi in termini di reputazione, riduzione del rischio e anche ritorno economico.

In sostanza, cambia la prospettiva nella valutazione di un’azienda, che sarà fatta anche ai fini del rating assegnato alle banche e non solo per i suoi dati di bilancio economico.

Proprio così: con l’introduzione dell’obbligo, al pari dei dati economici, il bilancio ESG dell’impresa sarà valutato non solo da clienti, fornitori e partner, ma anche ai fini del rating assegnato dalle banche. Il documento dovrà fotografare la situazione aziendale rispetto a sostenibilità ambientale, ma anche sociale e di governance della propria attività economica.

Ma cambia anche la prospettiva da parte dell’imprenditore. Implementare processi virtuosi è importante per la competitività e la crescita?

Basti pensare a com’è cambiato in questi anni l’approccio di clienti e acquirenti sempre più attenti e propensi a promuovere un tipo di consumo sostenibile. Una precisazione, però, è d’obbligo: è fondamentale che quello della sostenibilità non sia un obiettivo astratto e sganciato dalla realtà ma sia sempre più orientato al realismo. Per questo ritengo fondamentale evidenziare che il concetto di ESG ha un’applicazione ben più ampia che va oltre il solo concetto di sostenibilità ambientale, inglobando anche il concetto di sostenibilità economia e sociale.

Non solo un cambiamento ideologico ma un percorso strategico che va sostenuto e favorito in un’ottica di collaborazione. Come si sta muovendo Confindustria Basilicata per affiancare le sue imprese?

Confindustria, a livello nazionale, è fortemente impegnata nelle attività di sensibilizzazione e supporto alle imprese. A livello territoriale, Confindustria Basilicata ha firmato un accordo con Eni volto a promuovere tra gli associati, i servizi e le opportunità della Piattaforma digitale Open-Es, con l’obiettivo di assistere le imprese nel loro percorso di valutazione e miglioramento delle performance ESG mediante un approccio condiviso, basato su metriche standard e versatili a copertura di tutti i settori e modelli di business. Lo strumento messo a disposizione gratuitamente per le aziende che si registrano alla piattaforma permette di svolgere, attraverso un percorso guidato, la misurazione degli aspetti legati alla pianificazione e l’implementazione dei comportamenti e delle buone prassi. Oltre a questo, come dicevo, siamo impegnati nell’attività di sensibilizzazione, favorendo un maggiore coinvolgimento delle realtà potenzialmente penalizzate dalle caratteristiche dimensionali.

Importante sarà il ruolo degli istituti di credito per implementare buone prassi di sviluppo sul territorio?

Gli istituti di credito svolgono un indispensabile ruolo di affiancamento alle imprese per supportarle in questa complessa transizione. I principali istituti di credito hanno destinato corpose risorse a cui possono avere accesso le Pmi, al fine di orientare flussi finanziari verso investimenti sostenibili per processi di adeguamento tecnologico e digitale e della trasformazione in ottica sostenibile e in linea con le direttive europee sulla transizione green, tramite strumenti finanziari diversificati. In questi anni molto è stato fatto ma ancora di più bisogna fare in termini di collaborazione banche/imprese per arrivare alla definizione di modelli di rendicontazione equilibrati e standardizzati con linee guida che facilitino la raccolta e la trasmissione delle informazioni. Il vantaggio sarebbe reciproco: per le imprese significherebbe un migliore accesso al credito mentre per le banche si tratterebbe di una sensibile riduzione del rischio connesso.

Due le scadenze: una più vicina per le grandi imprese. Ci sono casi virtuosi che possono fare da best practice?

Di esempi ce ne sarebbero tanti. Per fortuna, possiamo vantare numerose realtà aziendali che, al di là delle dimensioni e degli obblighi normativi, si sono già dotate del bilancio di sostenibilità, mostrando una fortissima attenzione alla tutela dell’ambiente, alla valorizzazione, anche culturale, del territorio, al welfare aziendale e alla promozione della parità di genere. Si tratta di imprese che operano nei più svariati settori: dal Mobile Imbottito, alla filiera dell’Oil&Gas, passando dalla Meccanica, dalla Chimica e, ovviamente, dall’agroalimentare.

Ci sarà, invece, più tempo per le piccole, ma il percorso sarà più impegnativo soprattutto per diffondere questo cambio culturale. Quanto le istituzioni potranno sostenere e supportare le imprese lucane in questo percorso?

In questo caso, il ruolo preminente delle istituzioni è mettere in campo strumenti che promuovano investimenti sempre più sostenibili, sia attraverso forme di sostegno diretto all’adeguamento di tecnologie e processi (come nel caso del bando “Efficientamento energetico delle imprese”), sia attraverso l’introduzione di criteri premiali che, sulla base della valutazione delle performance aziendali, valorizzino le realtà più virtuose. Le imprese sono chiamate a offrire un contributo primario per una crescita più inclusiva, ambientalmente e socialmente sostenibile e, per questo, non vanno lasciate sole.

 

Bio

È il presidente di Confindustria Basilicata da giugno 2020. Nato a Potenza, è Presidente della Impes Service, azienda che costruisce e manutiene impianti elettrostrumentali industriali e civili con core business nel Power, Oil&Gas, e Facility Management.

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