Decongestionamento e destagionalizzazione per una crescita realmente sostenibile e stabile: sono queste le linee guida alla base della strategia di ENIT per la stagione turistica 2024. Le racconta la presidente di ENIT, Alessandra Priante
ENIT, l'Agenzia Nazionale del Turismo, è un attore chiave nella promozione del turismo italiano, impegnato ad aumentarne l'attrattività grazie alla destagionalizzazione, alla diversificazione dell’offerta e alla valorizzazione di strutture e siti turistici. Noi di Orizzonti abbiamo intervistato la Presidente Alessandra Priante per esplorare le strategie di ENIT per la stagione turistica 2024 e non solo, e discutere di come l'agenzia intenda potenziare l'interesse verso l'Italia, promuovere le tradizioni locali e affrontare le sfide della connettività nei trasporti.
Presidente Priante, lei è entrata in carica all'inizio di quest'anno. Potrebbe descrivere la strategia e gli obiettivi che ha definito per l'ENIT in vista della stagione turistica 2024? E per i prossimi anni?
Innanzitutto la strategia non può essere legata ad una stagione turistica solamente. La stagione turistica 2024 è pienamente in corso ed è sotto gli occhi di tutti che sta andando benissimo. L’Italia è una meta straordinariamente desiderata e “prenotata” ma ha spazi di miglioramento, sia sui punti di congestione che per la durata e il periodo dell’anno scelto. In sostanza decongestionamento e destagionalizzazione per una crescita realmente sostenibile e stabile.
Queste, che sono poi le linee guida della narrazione strategica ministeriale, sono alla base dell’operato strategico di ENIT SpA, una società che è stata creata per essere un braccio operativo stabile, digitalizzato, innovativo ed efficace per realizzare la visione Ministeriale sul turismo e sul benessere del Paese attraverso esso.
I dati più recenti mostrano che le sagre e le feste di paese stanno registrando un notevole incremento di presenze, con un +63,8% rispetto al 2023. Quali sono, secondo lei, i fattori che trainano questo successo e che le rendono così attrattive per i turisti?
I fattori chiave sono legati alla capacità che hanno questi eventi di arricchire il contenuto dell’offerta turistica delle aree interne, quello che io ritengo il vero snodo chiave per essere efficaci negli obiettivi su esposti.
La sagra, piuttosto che la rievocazione storica, contribuisce alla creazione di una narrazione diversa, unica, profonda, che rende l’esperienza di visita unica e irripetibile e che fidelizza perché rende veramente l’idea dell’originalità e della ricchezza culturale ed enogastronomica del luogo.
Sono molti i giovani che partecipano, ma anche le famiglie. Non solo italiani, anche gli stranieri stanno scoprendo le aree interne. Dobbiamo sicuramente lavorare, con tutti gli stakeholders, affinché questo arricchimento della narrazione possa coincidere con anche degli investimenti nei luoghi, sia in termini di connettività che di ospitalità, sempre in ottica sostenibile.
Con 290 eventi sportivi, 17 milioni di presenze e 2.000 spettacoli musicali, i grandi flussi turistici significano anche molti spostamenti. Come affrontare le sfide della connettività e dell'intermodalità nei trasporti? In che modo l'Italia può migliorare la sua infrastruttura di trasporto per rendere più accessibili le destinazioni turistiche e facilitare il movimento dei turisti tra aerei, treni e autobus?
Sfruttando la connettività con i grandi punti di attrazione, gli snodi aeroportuali ma anche ferroviari, guardando in maniera seria anche alle modalità di trasporto lento. Penso ai treni storici, risorsa incredibile e assolutamente perfetta per le destinazioni interne, per i borghi. Ma penso anche alle piste ciclabili che sono state realizzate in molte aree del Paese. Intermodalità, come dice giustamente, è la parola chiave che deve essere la linea guida degli interventi. Ovviamente sempre in ottica orizzontale, ossia in maniera integrata rispetto a degli obiettivi ed alla programmazione strategica.
Quali mercati internazionali mostrano un maggiore interesse per il sud Italia e quali strategie sta adottando ENIT per essere competitivi con le nuove destinazioni turistiche emergenti?
Sicuramente gli americani, in questo momento, rappresentano il segmento internazionale più consistente. Come stranieri si confermano anche gli europei, tedeschi, francesi e spagnoli e come overseas segnaliamo il ritorno dell’Asia (Corea del Sud e Giappone tra tutti, ma anche cinesi) e l’interesse forte di Canada e Brasile. Ora però dobbiamo iniziare a focalizzarci non solo sui segmenti classici ma iniziare a perseguire anche i più giovani e quindi adattare il prodotto anche secondo le esigenze di questi nuovi target, includendo sostenibilità e innovazione con fattori chiave.
Il 2024 è stato designato come l'anno del turismo delle origini, un tema di grande rilevanza per la Basilicata che ha ospitato l'evento Roots-in lo scorso autunno. Quali strategie intende adottare ENIT per valorizzare e promuovere il turismo delle origini a livello internazionale, con un'attenzione particolare alle regioni come la Basilicata?
Il turismo delle origini o turismo delle radici è un progetto incredibilmente interessante e dalle potenzialità enormi. Sia perché si rivolge a target molto sensibili ma anche perché ha come prodotto (destinazioni italiane) esattamente quelle aree interne di cui parlavo e che sono il pivot per lo sviluppo sostenibile del turismo cui tanto agogniamo. È dunque strategico e spero il progetto si consolidi ben oltre quest’anno. Il nostro patrimonio di tradizioni oltre che di luoghi, così diverso e così bello, è un prodotto impareggiabile e unico. E abbiamo il dovere di valorizzarlo al meglio.
L'approccio integrato e sostenibile di ENIT mira a creare un turismo più inclusivo e responsabile, capace di attrarre visitatori da tutto il mondo e di valorizzare i tesori del nostro territorio. Queste iniziative rappresentano un passo importante verso un futuro ancora più prospero per il turismo italiano.