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Bisogna alimentare il motore dell’industria

Abbiamo straordinarie potenzialità, in primis nel settore energetico - la Basilicata può giocare un importante ruolo nel progetto di hub del Paese- e poi in tutte le specializzazioni produttive, dalla meccanica all’industria alimentare. Parla il Presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma.

di Lucia Serino
22 febbraio 2024
6 min di lettura
di Lucia Serino
22 febbraio 2024
6 min di lettura

Insieme al Presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma, esaminiamo le dinamiche economiche e infrastrutturali della regione e i progetti di sviluppo, in particolare la realizzazione delle grandi opere e la connettività del territorio. Un bilancio di potenzialità e criticità del tessuto imprenditoriale lucano.

Presidente, ci troviamo a metà percorso rispetto al timing di attuazione del PNRR. Intravede ricadute strutturali reali sul sistema economico meridionale?

È del tutto evidente che i molteplici fattori di contesto, inattesi e del tutto imprevedibili, nel frattempo intervenuti, hanno provocato inevitabili rallentamenti. I prossimi mesi saranno decisivi. Ad oggi, non possiamo ancora registrare una significativa inversione di rotta: dopo le buone performance di crescita dell’immediato post Covid, il Sud rallenta nuovamente e si allontana ulteriormente dal Nord. C’è anche una certa preoccupazione rispetto alla realizzazione di molte grandi opere. Un problema che riguarda tutto il Paese, ma che al Mezzogiorno è di assoluta gravità, in considerazione del consolidato gap infrastrutturale. L’impennata dei costi delle materie prime spiega i ritardi ma solo in parte. C’è anche e soprattutto una burocrazia troppo lenta. Snellimento delle procedure e velocizzazione sono le principali “incompiute” che mancano ancora all’appello, allontanandoci da un modello di Paese più connesso, più coeso e anche più sostenibile.

E con specifico riferimento alla Basilicata?

Per la Basilicata la situazione è ancora più complessa. Le grandi opere del PNRR che la interessano sono sicuramente molto importanti e l’auspicio è, pertanto, che si proceda sulla tabella di marcia senza intoppi. Ma anche in questo caso, il problema sarà tutt’altro che risolto. La rete ferroviaria lucana che presenta grandissime criticità è fuori da altri nuovi significativi investimenti. Per quanto riguarda le nuove infrastrutture stradali strategiche, si registrano forti ritardi e incertezze di realizzazione. E poi abbiamo una situazione disastrosa su tutta la viabilità interna lucana che rappresenta l’80 per cento della nostra rete viaria. La rete transeuropea di trasporto si sviluppa intorno alla Basilicata, senza interessarla in maniera diretta. Se aggiungiamo a tutto questo l’assenza di aeroporti e porti commerciali la conclusione è scontata: rischiamo di rimanere ai margini delle principali traiettorie di sviluppo.

Come si concilia questo con le opportunità che dovrebbero derivare dalla Zona Economica Speciale?

Semplicemente, a queste condizioni, non si concilia. Abbiamo sempre creduto nelle straordinarie potenzialità della ZES per l’avvio di quella nuova stagione di sviluppo industriale di cui il Sud e, in particolare, la nostra regione, hanno assolutamente bisogno. Ma per la Basilicata si rischia di vanificare ogni opportunità. A parità di agevolazione, perché qualcuno dovrebbe scegliere di investire su un territorio così periferico rispetto alle grandi reti di trasporto? A nostro avviso la Zes Unica potrà funzionale solo in presenza di strumenti perequativi per compensare i deficit di competitività.  Vanno previsti, quindi, differenti livelli di intensità di agevolazione, valorizzando la naturale posizione geografica di regione “cerniera”. Anche perché, rispetto alle altre regioni limitrofe, siamo già gravemente e ingiustamente penalizzati dalla minore intensità di agevolazioni alle imprese attualmente previste della Carta degli Aiuti di Stato a finalità regionale.

A questo si aggiungono le preoccupanti dinamiche demografica. Quali prospettive di sviluppo intravede per questo territorio?

È evidente che si tratta di un circolo vizioso: meno residenti, meno servizi e quindi sempre più persone che vanno via. I dati sono allarmanti. Ma questa non deve suonare come una resa. Sono fortemente convinto che ci siano le condizioni per un’inversione di rotta. O meglio, abbiamo gli strumenti per crearle. Il presupposto però non può che essere uno: va alimentato il potente motore dell’industria. Va innanzitutto difeso e consolidato l’esistente. Nulla va dato per scontato, come ci sta chiaramente mostrando la vertenza Stellantis che ci pone davanti a un serio rischio di desertificazione industriale. E servono, poi, nuovi investimenti: condizione necessaria per creare nuovo lavoro, compensando le eventuali perdite occupazionali, e incidere in maniera significativa sullo sviluppo socioeconomico del territorio. Abbiamo straordinarie potenzialità da continuare a valorizzare. In primis nel settore energetico: la Basilicata può e deve giocare un importante ruolo nel progetto di hub energetico del Paese, che la veda protagonista nello sviluppo dell’intera filiera, dalla ricerca alla trasformazione. E poi in tutte le specializzazioni produttive della Basilicata, dalla meccanica, all’industria alimentare, fino al polo del salotto e alla chimica farmaceutica. Credo che mai come in questo momento ci sia consapevolezza diffusa: se c’è un futuro per questa regione, esso è indissolubilmente legato a una stagione di industrializzazione sostenibile che aiuti anche a ricomporre i divari generazionale e di genere.

Con quali strumenti, a suo avviso, bisognerebbe intervenire?

Sicuramente vanno avviati subito i bandi per l’area di crisi complessa per sostenere l’indotto automotive che, dopo una brusca frenata, rischia addirittura lo stop. Così come va accelerato il percorso istitutivo della Zona Franca Doganale in Valbasento con la rapida realizzazione della Piattaforma logistica integrata, valorizzando appieno la posizione geografica di questa area industriale che ancora oggi vanta tante eccellenze. C’è poi una questione che ci sta particolarmente a cuore: da tempo chiediamo l’attivazione di un regime di aiuti a favore delle imprese lucane in ambito energetico. Siamo convinti che ci siano le condizioni per estendere lo sconto sulla bolletta del gas anche alle imprese, così come già avviene per le famiglie lucane. In questi mesi abbiamo condotto approfondimenti tecnici che ci confermano la possibilità di attivare questo beneficio cogliendo l’opportunità della proroga fino a giugno del Temporary crisis framework: sarebbe davvero un importante aiuto e uno stimolo a nuovi investimenti. Non ci sono più motivi per tentennare. Occorre fare in fretta. Perdere questa occasione sarebbe imperdonabile.