Teens remotely controlling robots in a laboratory

La sfida delle competenze

In Basilicata in questi anni si sono moltiplicati i progetti di formazione, dai primi gradi della scuola ai corsi universitari. Ma il meglio lo offrono gli ITS Academy, e qui la regione deve recuperare un forte ritardo.

di Mariateresa Labanca
22 gennaio 2024
5 min di lettura
di Mariateresa Labanca
22 gennaio 2024
5 min di lettura

È un dato da far saltare sulla sedia: circa il 47 per cento delle imprese pronte ad assumere cerca ma non trova profili professionali idonei. È la fotografia dell’assurdo paradosso che penalizza il mercato del lavoro lucano scattata dall’ultimo Bollettino del Sistema informativo Excelsior (Unioncamere e Anpal). Il fenomeno ha una dimensione tutt’altro che locale ed è trasversale ai diversi settori - dalla meccanica, all’accoglienza, fino all’edilizia – con un gap tra domanda e offerta di competenze che riguarda soprattutto i profili altamente specializzati. Ma lo skill mismatch sbalordisce soprattutto in realtà come la Basilicata. Qui, dove la percentuale di disoccupazione si attesta su valori rilevanti e l’Istat certifica numeri record di giovani ogni anno in fuga, la conclusione è ancora più amara: manca il lavoro ma mancano anche i lavoratori. L’ufficio studi della Cgia di Mestre, in un recente rapporto, stima in 4.060 i posti scoperti in regione: quasi un terzo della forza lavoro non occupata. Mancano tecnici Ict, progettisti di software, ma anche autisti, operai edili, elettricisti, meccanici, idraulici, acconciatori, estetisti, sarti, addetti al settore turistico. Se la pandemia ha acuito il problema, accelerando la domanda di nuove competenze, la tendenza per i prossimi anni è destinata a crescere. Il danno è doppio: la sofferenza del mercato del lavoro aumenta e la riconversione produttiva spinta dalla doppia transizione ecologica e digitale rallenta, con evidenti ricadute in termini di competitività.
Se si guarda alle previsioni di nuove assunzioni programmate nei prossimi mesi nel settore manifatturiero, le aziende danno priorità a competenze nel settore dell’automazione industriale, seguite dalla manutenzione predittiva e dalla meccatronica. Di fatto, figure quasi completamente introvabili nella nostra regione.
Il trend è in linea con il resto del Paese, fanalino di coda in Europa, per i limiti di un sistema formativo che non ha saputo rimanere al passo della domanda di professionalità. Per quanto sia chiaro da tempo che la soluzione passi da un maggiore dialogo tra mondo della formazione e mondo del lavoro, la strada è ancora lunga. Tutti concordi sulla necessità di un sistema di orientamento in grado di fare emergere le propensioni individuali, incrociandole con la reale richiesta di competenze presenti sui territori. Un obiettivo che chiama in causa e coinvolge tutti gli attori e gli interlocutori interessati. Le imprese possono giocare un ruolo fondamentale. Innanzitutto, puntando di più sulla formazione continua dei propri dipendenti e la riqualificazione professionale, per assecondare i tempi sempre più veloci dell’evoluzione dei mercati. Ma non solo. Il PNRR, infatti, assegna ad esse un ruolo chiave diretto nell’istruzione incentivando, anche attraverso i propri organismi di rappresentanza, un vero e proprio rapporto di collaborazione con le scuole, concorrendo alla progettazione di percorsi volti a favorire una scelta formativa e lavorativa più consapevole.
Anche in Basilicata, in questi anni, si sono moltiplicati i progetti di collaborazione che hanno coinvolto tutta la catena formativa: dai primi gradi della scuola – attraverso programmi quali “Eureka! Funziona!” o “Alternanza scuola lavoro” – ai corsi universitari, con la partecipazione diretta delle imprese ai corsi della Scuola di Ingegneria dell’Università degli Studi di Basilicata.
La punta più avanzata di un sistema formativo basato sul coinvolgimento diretto delle imprese è sicuramente rappresentata dagli ITS Academy (scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore), che le vede coinvolte sia nella governance che nella didattica. Una formula il cui successo è testimoniato dai numeri: secondo i dati del Miur, l’86,5% degli studenti degli ITS Academy che hanno concluso il proprio percorso di studi nel 2022 ha trovato un’occupazione. A che punto siamo in Basilicata? Sicuramente c’è da recuperare un forte ritardo. Fino a poco fa, in regione era presente un solo ITS “Efficienza energetica”. Ma qualcosa finalmente si sta muovendo: a seguito della incalzante richiesta giunta dal mondo delle imprese, sta per prendere avvio il corso ITS della Meccatronica.  
Non è certamente un caso che la corsa a compensare il deficit di competenze parta proprio dalle skills relative al mondo della meccanica, dell’elettronica, dell’informatica e la scienza dell'automazione, settori chiave della manifattura lucana.
Tanto che, accanto al prossimo Its, si registrano altre iniziative come la recente nascita dell’Academy MeccatroniXperience, frutto dell’accordo di partenariato tra l’istituto di istruzione superiore “Einstein De Lorenzo” e l’agenzia Tempor, con il coinvolgimento diretto delle imprese dell’area industriale di Tito.
L’impegno per il riallineamento dell’offerta formativa dovrà poi tener in debito conto della crescente necessità di contaminare i saperi e interconnettere competenze tecniche e competenze relazionali. Solo così si potrà assicurare un bagaglio di competenze adatto a tutte le stagioni della vita lavorativa. La sfida delle competenze non può più attendere.