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La "forza amica" del Paese per ripartire dalla terra

Le nuove sfide del comparto agroalimentare nazionale e regionale. “Cambiamento climatico e eventi bellici internazionali non rendono la vita facile agli agricoltori”. Ne parliamo con il presidente di Coldiretti Basilicata, Antonio Pessolani.

di Luigia Ierace
01 dicembre 2023
8 min di lettura
di Luigia Ierace
01 dicembre 2023
8 min di lettura

“Cali di produzioni e oscillazioni irrazionali dei mercati mettono a rischio tutti i settori produttivi. Per il comparto agricolo è un bilancio segnato da alti e bassi”. Dopo cinque anni caratterizzati da tante criticità: dalla pandemia alla guerra in Ucraina, al cambiamento climatico, nuove importanti sfide metteranno a dura prova l’agroalimentare nazionale e regionale. Tracciamo un bilancio dell’anno che si sta chiudendo con Antonio Pessolani, confermato ad agosto presidente di Coldiretti Basilicata per il quinquennio 2023-2028.

Quali sono i principali risultati raggiunti?

Dal giusto riconoscimento del prezzo del prodotto ai produttori primari, al divieto di produzione, trasformazione e commercializzazione di cibo sintetico in Italia, cui la Basilicata ha contribuito con migliaia di firme a sostegno della petizione nazionale. Una conquista epocale per il Paese che tutela, oltre alla salute, anche le nostre aziende che da millenni preservano le tradizioni, producono cibo e danno lavoro.

L’agricoltura è un comparto fondamentale per l’economia lucana?

In Basilicata, il numero di aziende agricole si è fortemente ridotto (-34,65%) passando da 51.772 nel 2010 a 33.829 nel 2020. Cresce la dimensione media aziendale da 10,03 ettari a 13,65 ettari. Prevale l’impiego di seminativi (59,75% della Superficie Agricola Utilizzata), poi prati permanenti e pascoli (24,7%) e coltivazioni legnose agrarie (6,56% - di cui agrumi e coltivazione della vite, 18% e 13,23%, e olivo, 68,74%). Le aziende zootecniche sono 5.879.

Guardando al 2024, che anno sarà?

Sono ottimista. Almeno nelle aspettative, dovrebbe essere migliore del precedente. Progetti di filiera, “Io sono lucano”, Consorzio agrario CAI, Consorzio di Bonifica, Associazionismo allevatoriale, i distretti agroalimentari del cibo, “Campagna amica” con i mercatini di Coldiretti saranno il fulcro della nostra azione con attenzione alle dinamiche di programmazione in campo europeo, nazionale e regionale.

Quali le opportunità offerte da queste ultime?

Dall’attuazione del Pnrr nazionale con bandi istruiti e da attuare, alla chiusura del IV Bando nazionale delle filiere e l’avvio del V Bando di filiera del Masaf con una dotazione di ben 690 milioni di euro iniziali cui si sono aggiunti su nostra richiesta 2 miliardi. Tante aziende potranno innovare le proprie strutture operative e rientrare in un sistema di contrattazione aggregata con i vantaggi conseguenti. I CSR (Complemento Sviluppo Rurale) regionali sono un’altra grande opportunità per l’agroalimentare lucano, con circa 650 milioni di euro di dotazione.

Quali i progetti più importanti avviati?

A breve sarà presentata alla Regione la candidatura del “Distretto agroalimentare DIVINO” con un comitato promotore che unisce Consorzi di Tutela dei vini lucani, aziende vitivinicole e attori istituzionali per portare in Italia e nel mondo un’immagine unita della Basilicata. Più incisiva sarà la battaglia sindacale per il riequilibrio della fauna selvatica, e soprattutto l’abbattimento dei cinghiali ormai in numero fuori controllo che minano colture e sistema agroalimentare. Da segnalare il progetto Bosco, con il primo Consorzio Forestale con il Comune di Calvello, con finanziamenti ministeriali e Gefocal, una grande comunità energetica. Nel 2024 partiranno anche le progettualità messe in campo da Eni a valere sui fondi di compensazioni ambientali per Agri-Hub, Biogas e Biomonitoraggio; contiamo di intercettare le risorse disponibili e mettere in campo progettualità di alto livello.

Dalla gestione delle acque all’innovazione per un’agricoltura 4.0…

Temi di interesse strategico. La gestione delle acque va affrontata con approccio immediato e pragmatico. In Basilicata lo strumento a disposizione dell’agricoltura del Consorzio di Bonifica va rafforzato e gestito dagli agricoltori, veri detentori della conoscenza delle esigenze dei territori.

Qual è l’apporto della Basilicata al Made in Italy?

È una regione piccola dal punto di vista demografico ma tanto grande in campo agricolo: la provincia di Potenza è la terza come superficie agricola coltivata a grano con 90.000 ettari, segue Matera con 65.000 ettari che fanno della Basilicata il terzo granaio d’Italia, dopo Sicilia e Puglia. In campo ortofrutticolo è la prima produttrice di fragole con circa 1.100 ettari coltivati nel 2023.

Tante piccole eccellenze e l’importanza di fare rete…

Noi lucani per storia e cultura siamo restii a collaborare, ma nell’ultimo decennio c’è un’inversione di tendenza rispetto alla capacità di creare cooperazione e fare massa critica per risolvere le tante debolezze del settore. Il progetto “Io Sono lucano”, attraverso la cooperativa La Nuova Aurora, con circa 500 produttori e 50 soci fondatori è al centro di un mercato locale e nazionale.

Dignità del lavoro e giusto reddito agli agricoltori sono temi a lei cari?

Tanto da portare all’approvazione di una legge specifica contro le “pratiche sleali”. L’agricoltura andava liberata dal caporalato a danno dei lavoratori, ma anche da quello a danno delle imprese da parte delle grandi distribuzioni. Non era corretto che il prezzo dei prodotti venisse fatto da attori diversi dai produttori. Le speculazioni portano i prodotti a giungere sugli scaffali a prezzi esorbitanti, di contro poco arriva nelle casse degli agricoltori. La legge pone fine a contrattazioni sleali e le basi per far ragionare in modo imprenditoriale tutta la catena agricola.

Campagna Amica per una filiera a km zero?

È il nostro fiore all’occhiello. I mercati contadini sono la reale possibilità di evoluzione per la nostra società. Consumatori e produttori sono messi in relazione diretta permettendo uno scambio di conoscenza e di rispetto tra gli attori. Tanti sono i mercati all’aperto a Matera e Potenza oltre allo store “Io Sono Lucano” nella centrale via Pretoria a Potenza.

Ma le eccellenze lucane trovano spazio nei ristoranti lucani?

Oggi poca ristorazione usufruisce di tutto l’assortimento agroalimentare delle eccellenze di Basilicata. Tante le problematiche collegate, a partire dalla scarsa organizzazione del prodotto e dalla poca conoscenza delle aziende di eccellenza. Per questo serviva un unico hub logistico organizzativo su cui centralizzare l’offerta lucana per poi comunicarla e metterla a disposizione di tutti. Con “Io sono lucano” e “Tipico Cash and Carry” (partner logistico) si colmerà questo gap.

Parliamo di export.

Oggi tante eccellenze sfondano sul mercato internazionale ma con numeri risicati e per referenze singole: dal settore ortofrutticolo, al vino, alla pasta. Occorre aggregazione e massa critica altrimenti continueremo a parlare di export senza poter servire il mercato interno già disponibile. I numeri dell’export sono in crescita ma solo grazie alle singole capacità aziendali.

Quali i punti di forza della Coldiretti lucana?

La grande rete associativa nazionale e regionale consente di essere capillari sui territori anche se la nostra vera forza è la reputazione costruita in anni di battaglie a favore del sistema, diventando una “forza amica” del Paese.

I giovani e l’agricoltura? Cambio generazionale o scelta consapevole di ripartire dalla terra?

I giovani sono il futuro della nazione e della agricoltura. Penso al lavoro incessante di questi decenni, come la legge di orientamento del 2001 che ha consentito a tante aziende di diversificare la propria attività con la vendita diretta e di far conoscere tante eccellenze agroalimentari mettendo al centro l’agricoltore e cambiando il paradigma agricoltura uguale povertà e sacrificio, in agricoltura uguale opportunità e ricchezza. Lo scenario internazionale, con il fallimento della globalizzazione, consente di affermare che il ritorno alla terra è un’opportunità di crescita di lavoro e di affermazione della propria identità.