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Una Basilicata da podio

“Basilicata state of mind”: la campagna d’immagine per il 2024 si affida ai volti e alle storie di cinque campioni lucani. Sono Domenico Acerenza, Francesca Palumbo, Terryana D’Onofrio, Claudio Coviello e Domenico Pozzovivo.

di Lucia Serino
01 dicembre 2023
6 min di lettura
di Lucia Serino
01 dicembre 2023
6 min di lettura

Una Basilicata da podio. Ma di chi è figlia la vittoria, della forza o della mente? Corre la Basilicata verso i suoi obiettivi, con la forza e il tempo costante del maratoneta, passo dopo passo, in un tempo in cui attorno ci sono più discese che risalite. Occorrono impegno, disciplina e concentrazione per scansare il peso dello scoraggiamento e rimettere in moto l’energia.  E chi più di un atleta può indicare, simbolicamente, la strada?
La Basilicata ne sceglie cinque, i campionissimi della sua terra, per presentarsi rafforzata nel nuovo anno, nell’immagine e negli intenti. La grande sfida resta, come negli ultimi anni, quella di cercare sempre di più un equilibrio tra l’uomo e il suo ambiente. Servono competenze, fatica e talento.
In coerenza con un percorso tracciato a cavallo del 2019 e del 2020, quell’anno orribile che fu paura e morte per tutto il mondo e che spegneva le luci su una stagione mirabile per la Basilicata, la Regione sceglie la sua proposta comunicativa per il 2024 con i volti e la tenacia di cinque formidabili campioni:  Domenico Acerenza, 1995, il nuotatore di Potenza cresciuto in montagna, a Sasso di Castalda, medaglia d’oro ai mondiali; Francesca Palumbo, classe 1994, la schermitrice di Potenza, un oro mondiale, due europei, stella della scherma italiana che sogna Parigi 2024; Terryana D’Onofrio, 1977 di Marsicovetere, medaglia d’oro europea; Domenico Pozzovivo, il superciclista di Policoro, 1982, anche lui una costanza formidabile nei piazzamenti a tappe. E poi l’etoile della Scala, Claudio Coviello, che iniziò a danzare nella sua città, Potenza. “Il talento più evidente che ho visto, una gemma pura da coltivare”, ha detto di lui Roberto Bolle.
Costanza, merito, fiducia, sono i tratti comuni di cinque campioni nati e cresciuti tutti in Basilicata da dove poi sono partiti per conquistare il podio. Hanno raggiunto l’alloro nel resto del mondo, con la forza e la tensione delle proprie radici, ripetendo, tutti, che si portano dietro le origini, come uno stato mentale. Non è un caso che la campagna, promossa dalla regione Basilicata attraverso l’Apt, si chiama – per l’appunto – “State of mind”. Regista dello spot è Luca Curto, Art director di Digital Lighthouse dal 2015 specializzato nella direzione di progetti cinematografici incentrati sulla sfida e lo sport. Se, dopo il Covid, la Basilicata aveva puntato sulla libertà di muoversi che la Basilicata, con i suoi spazi all’aperto, offre (“Basilicata free to move” il riuscito claim per un biennio), ora sposta il messaggio dal luogo alla persona.

Domenico Acerenza ha trovato la gloria nell’acqua ma il fuoriclasse azzurro viene dall’Appenino lucano, da un paesino, Sasso di Castalda, meno di 1000 abitanti, che ha dovuto lasciare per competere a livelli europei: “La mia fortuna è stata la piscina di Satriano di Lucania, vicino casa mia, dove ho cominciato a nuotare all’età di cinque anni”. Acerenza racconta spesso che la mamma e il papà non sapevano nuotare, ma lui, seguendo l’esempio dei fratelli e i consigli del pediatra, si è tuffato in vasca e non ne è più uscito. Sasso rimane il suo approdo, qui; l’anno scorso, sposò una ragazza del suo paese, Nicoletta Cerrone.  
Cominciò in una palestra di Potenza anche Francesca Palumbo, la campionessa che, dopo qualche anno di nuoto, incrociò i maestri della Schermistica lucana e, incoraggiata dai genitori, si avviò alle fatiche della nuova avventura dopo gli anni passati “a Montereale”, allieva del compianto Giuseppe Pinto, uomo che tanto ha dato al mondo delle pedane nella sua Basilicata.
Ha scalato le vette del mondo anche la campionessa di karate Terryana D’Onofrio, i primi passi con il fratello Francesco nella palestra di papà Vincenzo, da Marsicovetere a Sant’Arcangelo, e medaglia d’oro a squadre femminili di Kata, strameritata, ai campionati europei di Porec in Croazia. “Sono certa che il lavoro fatto in Basilicata mi abbia aiutato tanto, perché era come una piccola famiglia”.
Partì da Potenza anche Claudio Coviello, danzatore solista del corpo di ballo della Scala. Un ex primo ballerino del teatro dell’Opera di Roma, Salvatore Capuozzi, lo notò e gli propose un’audizione. La superò, aveva 10 anni, partì con i nonni, pensionati, perché i genitori avevano ancora da lavorare. Da quel giorno non si è più fermato. Quando può torna, “ricordo che quando ero piccolo – disse in occasione di una serata in cui si esibì nel capoluogo per i 30 anni dell’Asd (centro studi danza Loncar, la sua prima scuola di ballo) – avrei molto desiderato vedere qui nella mia città esibirsi grandi danzatori”. All’inizio fu quasi un gioco, oggi di lui scrivono che è il nipotino di Nizhinskij.

Il senior del quinquetto è il ciclista Domenico Pozzovivo, oggi quarantenne, non solo una grande atleta ma anche un carattere straordinario nei momenti di difficoltà come quando, nell’agosto del 2019, fu investito da un’auto in Calabria affrontando ben otto interventi chirurgici per scongiurare l’ipotesi di una protesi. Poi riprese gli allenamenti, nel 2022 concluse il Giro d’Italia all’ottavo posto in classifica generale, divenendo, all'età di 39 anni, il corridore più anziano a concludere la competizione nella top 10 dai tempi di Giovanni Rossignoli, era il 1924.  
Cosa ci dice la storia dei cinque campioni lucani? “L’obiettivo – dice Antonio Nicoletti, direttore dell’Apt – è quello di comunicare una regione la cui bellezza, affascinante e incontaminata, esiste in relazione all’essere umano, ai suoi valori e alle sue emozioni. La persona è al centro, con il suo benessere e il suo equilibrio interiore, in armonia con la bellezza dell’ambiente e del paesaggio che ci ha nutriti dalla nascita. In Basilicata, infatti, esiste un rapporto speciale fra persona e territorio, e questo lo leggiamo anche nelle esperienze di vita di questi eroi positivi. La loro carriera e i loro successi sono un modo di interpretare la bellezza, attraverso cui possiamo leggere i valori più sani del nostro territorio”. Dunque, equilibrio tra mente e corpo, ed armonia tra uomo e ambiente. “Associare questo concetto alla comunicazione turistica – aggiunge Nicoletti - trova una forte relazione con le peculiarità del territorio lucano. Nel progetto di comunicazione, i valori legati al benessere psicofisico si legano anche a principi come la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente, in cui il viaggiare attivo è capace di trasformarsi in un’autentica esperienza rigenerante per la mente e per il corpo”.
Porte aperte al futuro, dunque, in gran velocità, sapendo che la tecnica aiuta, è indispensabile, ma che l’obiettivo resta una direzione mentale degli uomini e delle donne che sono in pista.