Il Congresso internazionale “The Geoscience paradigm: resources, risks and future perspectives”, ospitato dal 19 al 21 settembre, è il congresso più importante sul tema in Italia.
Potenza capitale delle Geoscienze per tre giorni. Si è svolto presso il campus dell’Università degli Studi della Basilicata, dal 19 al 21 settembre scorsi, il Congresso internazionale “The Geoscience paradigm: resources, risks and future perspectives”. Si tratta del congresso più importante sul tema in Italia, organizzato con cadenza annuale da Società Italiana di Mineralogia e Petrologia (SIMP), Società Geologica Italiana (SGI), Società Geochimica Italiana (SoGeI) e Associazione Italiana di Vulcanologia (AIV), tre delle tante “famiglie” che compongono il variegato mondo delle geoscienze.
Tre giorni in cui si sono susseguite 44 sessioni scientifiche, 400 comunicazioni orali e 360 comunicazioni poster, con 4 conferenze plenarie. Numeri imponenti per un appuntamento ospitato da UniBas all’interno del campus universitario di Macchia Romana.
A tracciare un bilancio dell’iniziativa è Giovanna Rizzo, professoressa associata di petrografia all’UniBas e Presidente locale del congresso: “Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto. Il congresso è stato un importante momento di incontro e scambio di esperienze tra esperti e professionisti del settore. Ospitare in una città piccola come Potenza, in un campus universitario giovane ma funzionale, oltre 900 partecipanti in tre giorni, è stata una sfida vinta. Abbiamo raccolto feedback positivi da allievi, professori e studiosi provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Il resto l’ha fatto la Basilicata”.
La professoressa Rizzo ha poi precisato: “Noi diciamo sempre che la Basilicata è un laboratorio a cielo aperto per chi si occupa di geoscienze. E nel confronto scaturito dal congresso, ne abbiamo avuto conferma. Una regione interessantissima dal punto di vista geologico, che si pone di fronte allo studioso come una possibilità irripetibile di studio e approfondimento. Non a caso l’evento è stato aperto e chiuso da alcune escursioni nel territorio, dalla Val d’Agri al Vulture, fino al Pollino, per poi spingerci fino in Calabria”. Quanto all’accoglienza di Potenza nei confronti di tutti i visitatori, Rizzo ha commentato che “Potenza ha risposto benissimo, garantendo ospitalità di livello ai relatori e agli ospiti. Una bella prova e un ottimo biglietto da visita per la città e per la sua università”.
Alla base delle numerose relazioni incentrate su tematiche che spaziano dalla conservazione dell’ambiente, al clima, alla prevenzione dai disastri naturali, fino alla ricerca di materie prime, una riflessione d’obbligo per la comunità scientifica: quale ruolo per le geoscienze in un futuro più sostenibile, etico e sicuro rispetto ai rischi naturali e quale funzione queste possono avere nella formazione civica e scientifica dei cittadini.
Anche per questo alcune sessioni sono state rivolte agli insegnanti, così che questi concetti possano essere riportati nelle scuole. Inoltre, particolare attenzione è stata rivolta ai giovani ricercatori, ai dottorandi e agli studenti mediante l’organizzazione di eventi e incontri mirati alla creazione di reti di collaborazione volte a promuovere e facilitare lo scambio di conoscenze e l’implementazione degli studi futuri.
Nell’ambito del congresso, il professor Bradford Hager, Direttore dell’Earth Resources Laboratory, Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, ha presentato in conferenza plenaria nell’aula magna dell’Università della Basilicata lo studio dal titolo “A process-based approach to understanding and managing triggered seismicity in the Val d’Agri region”.
Il lavoro è stato realizzato da un team integrato di professori del MIT, dell’Università di Harvard, dell’Università del Texas a Austin e dell’Università della California Riverside, ed è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.
Lo studio, attraverso la costruzione di modelli numerici fluidodinamici e geomeccanici, ha permesso di definire condizioni operative sicure per la coltivazione degli idrocarburi e ha evidenziato che l’attività di produzione in Val d’Agri ha avuto un effetto stabilizzante sulle maggiori faglie dell’area, che è di natura sismicamente attiva, determinando un decremento della sismicità regionale.
E ora Potenza passa il testimone a Bari, sede della prossima edizione del congresso.