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Via libera ai progetti non oil

Un piano di investimenti, approvato nell’ambito dell’Accordo Progetti di Sviluppo tra Regione Basilicata, Eni e Shell Italia E&P, che disegna una vera e propria “Agenda trasformativa” del sistema produttivo ed economico regionale. Chiave di volta: la transizione.

21 luglio 2023
7 min di lettura
21 luglio 2023
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Innovazione come motore della crescita economica. Una crescita che non può non essere coniugata con la sostenibilità ambientale. Vanno in questa direzione i primi cinque progetti approvati nell’ambito dell’Accordo Progetti di Sviluppo tra Regione Basilicata, Eni e Shell Italia E&P. Un piano di investimenti che disegna una vera e propria “Agenda trasformativa” del sistema produttivo ed economico regionale nel contesto della transizione. Le parole d’ordine sono ineludibili: rendere efficienti i processi produttivi e decarbonizzare l’economia.
La giunta regionale guidata da Vito Bardi ha così dato corso a uno dei punti più qualificanti degli accordi connessi alla proroga della concessione Val d’Agri dello scorso anno. I progetti finora approvati sono quelli che Eni e Shell si sono impegnati a realizzare direttamente investendo 90 milioni di euro in dieci anni, su 190 milioni complessivi stabiliti da Protocollo sui progetti non oil, inclusa la quota destinata alla Regione, perché provveda lei stessa allo sviluppo da programmare e finanziare.

Dall'elettrico all'Argi-Hub, i progetti

Il primo motore da accendere è quello elettrico. E infatti il primo progetto si chiama “Basilicata Electric Region” e mira alla creazione del più grande polo per la mobilità elettrica sostenibile nel Sud Italia, con la realizzazione di una rete di ricarica su tutto il territorio regionale. Il progetto mira a colmare il gap della Basilicata
in termini di e-mobility rispetto al quadro nazionale.
“Basilicata open lab” è il secondo progetto e mira a creare un hub di Joule (la scuola di Eni per l’Impresa) in Basilicata dedicata alle attività di incubazione e avviamento all’impresa. Le attività andranno a supportare lo sviluppo imprenditoriale sul territorio dalle prime fasi di orientamento, formazione e mentoring, fino alla co‐innovazione tra start up e aziende locali su aree tematiche d’interesse regionale. Da dove nasce questa esigenza? Guardando i dati, al 31 dicembre dello scorso anno, sul totale nazionale (14.262) la Basilicata conta solo 135 start up che rappresentano appena lo 0,95 della percentuale nazionale.  Sia la provincia di Potenza sia quella di Matera non compaiono nella classifica delle 20 province che presentano più start up sul suolo nazionale (fonte Registro Imprese). Il progetto vuole contribuire a potenziare l’ecosistema dell’innovazione regionale supportando la nascita e il posizionamento di nuove imprese nei settori più avanzati dei nuovi paradigmi di business. A questo progetto andranno quattro milioni di euro in quattro anni. C’è poi un terzo progetto che riguarda la produzione di biometano da scarti agricoli.  Al momento, in Italia sono presenti 27 impianti di biometano, con capacità complessiva di produzione da 25.445 m3 l’ora e circa 2.000 impianti di produzione di biogas. Dei 27 impianti di biometano presenti in Italia, solo 2 sono localizzati al Sud Italia, uno in Calabria e uno in Sicilia.
Quanto al biogas, stando ai dati forniti dal Consorzio Italiano Biogas (CIB), In Italia sono operativi circa 1.500 impianti di biogas (di cui 1.200 in ambito agricolo). Attualmente la maggior parte degli impianti di biogas italiani produce energia elettrica, anche se di recente sono stati introdotti diversi incentivi per la produzione di biometano. Poco più di otto milioni di euro è il costo di questo progetto.
“Agri Hub Basilicata” è il quarto progetto destinato alla produzione di olio vegetale a fini energetici. Il progetto punta a realizzare un centro di estrazione di olio vegetale (agri‐hub), che lavorerà semi oleaginosi provenienti dalla filiera agricola per alimentare le bioraffinerie Eni. Anche un’occasione di recupero e rigenerazione di terreni scarsamente utilizzati a fini produttivi e occupazionali. A questo progetto vanno altri 11 milioni e 900 mila euro.
In ultimo c’è anche un “Programma di rigenerazione urbana sostenibile” da tre milioni di euro in tre anni. L’obiettivo è quello di supportare la Regione Basilicata nella definizione e nel monitoraggio di progetti e azioni diffuse di rigenerazione territoriale, al fine di conseguire uno sviluppo sostenibile a scala urbana e territoriale, la valorizzazione e la promozione del patrimonio ambientale e culturale, e la massimizzazione delle opportunità di sviluppo per il tessuto economico basato sul turismo. Per questo progetto sono previste quindici persone da impiegare a tempo pieno oltre a professionisti con specifiche competenze.

Un'azione partecipata e sostenibile

“I progetti – ha commentato il governatore Bardi – sono del tutto in linea con le vocazioni e le risorse principali del territorio lucano: bioeconomia ed economia circolare, energia e mobilità sostenibile, innovazione e rigenerazione territoriale. Nello spirito di Agenda 2030, questi progetti coinvolgono non solo l’istituzione di governo, ma un’ampia rete di soggetti pubblici e privati, e contribuiscono a segnare la strada per un’azione ampia e partecipata, di efficacia capillare sul territorio e diversificata nei settori della società e del sistema economico-produttivo”. 
“La cifra di questi progetti – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Territorio ed Energia Cosimo Latronico – è tutta sull’economia circolare e sulla transizione energetica, perché sono progetti che utilizzano gli scarti agricoli per realizzare carburanti vegetali o biovegetali. Un fatto importantissimo per la filiera agricola che utilizza le sue potenzialità, oggi assolutamente disperse, per farne uno strumento di valore e dare forza alla transizione energetica. Vogliamo creare le condizioni infrastrutturali e produttive perché la regione diventi un hub, sia dal punto di vista della mobilità che dal punto di vista delle risorse energetiche rinnovabili. Una misura che non sottovaluterei è quella che prevede di utilizzare alcune risorse di compensazione per avere competenze per la rigenerazione urbana della Basilicata. I nostri centri storici sono stati per lo più abbandonati da processi economici nel tempo, ora dobbiamo rilanciare questi punti di criticità per farne luoghi di vita dal punto di vista produttivo, sociale, artistico. E da ultimo, c’è un tema assai interessante che riguarda la capacità di fare impresa in Basilicata: c’è un’azione finanziata per il sostegno delle start up, noi dobbiamo investire risorse perché chi ha un progetto d’impesa abbia non solo l’incentivo economico ma anche il sostegno in termini di competenze, management e prospettiva”. La Basilicata, ha concluso Latronico, “deve valorizzare le sue risorse: il paesaggio, i paesi, l’agricoltura, i beni ambientali, storici e culturali, utilizzando anche le nuove competenze, la tecnologia, la ricerca per l’innovazione. Abbiamo tutte le carte per diventare un luogo accogliente, se costruiamo un’infrastruttura all’altezza la Basilicata può diventare attrattiva anche dal punto di vista del lavoro e dei nuovi lavori”.