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Transizione digitale, andamento lento

Una Basilicata più connessa per il piccolo tessuto imprenditoriale lucano ma con un divario rispetto all’Italia. La fotografia dell’Istat.

di Luigia Ierace
19 maggio 2023
6 min di lettura
di Luigia Ierace
19 maggio 2023
6 min di lettura

“Le Pmi si connettono di più, ma la transizione digitale procede con lentezza”. In un Paese come l’Italia e ancor più in Basilicata, regione per lo più popolata da piccole e medie imprese, fa riflettere la fotografia dell’Istat sulla situazione del Paese, nel suo report annuale su “Imprese e Ict - 2022”, che coinvolge circa 30.000 imprese, attive in tutti i settori dell’economia. La rilevazione sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle imprese si riferisce al 2022, ma è appena partita quella del 2023 che si svolgerà da maggio a luglio. L’indagine (campionaria per le imprese con almeno 10 e meno di 250 addetti e censuaria per quelle di maggiore dimensione) misura il grado di digitalizzazione delle imprese italiane e, in particolare, la diffusione e il grado di utilizzo delle Ict di base (come Internet, banda larga, sito web e social media), commercio elettronico, utilizzo, scambio e analisi di dati, servizi di cloud computing, intelligenza artificiale e fatturazione elettronica. La rilevazione permette di fornire all’Unione europea la base informativa per la comparazione tra Stati membri (ad esempio attraverso l’indicatore Desi, Indice dell’economia e della società digitale) e la valutazione delle politiche nazionali per cogliere le potenzialità del progresso tecnologico. Dall’Italia, al Mezzogiorno, alla Basilicata i numeri si riducono, trattandosi di un campione che si assottiglia a livello locale, rendendo però la fotografia territoriale dell’Istat un punto di partenza per ulteriori analisi e approfondimenti.

Nel 2022, in Basilicata ha accesso a Internet il 99,4% delle imprese, con almeno 10 addetti che svolgono attività economiche, dal manufatturiero ai servizi (escluso le attività finanziarie e assicurative), in linea con quanto avviene nel resto del Paese. Ha accesso alla banda larga fissa (DSL e altra fissa in banda larga) il 97,9% (in Italia 97,6% e nel Sud 96,6%). Fin qui è evidente che in Basilicata ci sia un piccolo tessuto imprenditoriale più connesso, al pari di quanto avviene per le pmi nazionali che sembrano così superare il gap digitale con le grandi imprese; ma, procedendo nella lettura dei dati territoriali, è evidente che nella piccola regione del Sud il divario cresce guardando a velocità di connessione, commercio on line, utilizzo di computer connessi alla rete internet.

In dettaglio, il 79,9% di aziende in Basilicata ha accesso alla banda larga fissa (DSL e altra fissa in banda larga) con velocità massima di connessione a Internet contrattata in download almeno pari a 30 Mb/s contro l’84,9% nazionale e l’86,3% nel Mezzogiorno. E scendono al 37,5% (47% in Italia e ben 50,9% al Sud) quelle che viaggiano alla velocità almeno pari a 100 Mb/s.

Quanto al commercio elettronico, per tipo di attività commerciale svolta on-line, vendita on-line via web e/o sistemi di tipo EDI, le imprese in Basilicata sono il 16,7% (18,3% Italia e 19,5% Sud). Gli addetti che utilizzano computer connessi alla rete Internet almeno una volta la settimana sono il 43,4% (55,8% in Italia e 47,5% nel Mezzogiorno), mentre quelle con un livello base di digitalizzazione in Basilicata sono il 65,2% (70,4% Italia e 66,6% Sud).

Per altri indicatori, i dati Istat disponibili sono relativi solo al 2021 e confermano performance più basse in Basilicata rispetto al resto del Paese. In particolare, il 67,6% ha un sito Web/home page o almeno una pagina su internet (74,8% Italia e 65,2% Sud) e quelle che hanno fornito agli addetti dispositivi portatili e connessioni mobili a Internet per scopi lavorativi sono il 58,2% (64,3% Italia e 54,8% Sud). In Basilicata utilizzano almeno un social media il 49,4% delle imprese (56,2% Italia e 56,5% Sud), ma quelle che utilizzano 2 o più social media sono solo il 17,2% (27,3% Italia e 22,4% Sud). Il 50,3% di imprese acquista servizi di cloud computing (CC) in Basilicata (60,5% Italia e 59,3% Sud). Ma solo il 38% acquista quelli di livello medio-alto (41,9% Italia e 39,7% Sud) e il 44, 5% di livello intermedio o sofisticato (51,9% Italia e 48,5% Sud).

Fin qui i dati territoriali per la Basilicata, in un’indagine Istat, in parte campionaria, che offre uno spaccato sul comportamento delle imprese italiane con riferimento a 12 indicatori della transizione digitale in azienda (numero di addetti connessi superiore al 50%, presenza specialisti Ict, velocità di download, uso riunioni on line, sicurezza e formazione Ict, accesso remoto a email, documenti e app aziendali, utilizzo di robot,  vendite on line o web e loro valore), utili per definire il cosiddetto Digital Intensity Index (DII), importante per identificare le aree in cui le imprese italiane e europee incontrano maggiori difficoltà.

Quello che emerge è che sono due i più grandi ostacoli all’adozione di tecnologie digitali in Italia a preoccupare: la mancanza di una cultura digitale in azienda e la carenza di competenza informatiche. Lo si evince dalla difficoltà di trovare specialisti in Ict e nuove figure professionali in grado di affrontare anche le sfide della sicurezza informatica avanzata e dell’e-commerce. Un problema nazionale, ma più volte sollevato anche dalle aziende lucane, soprattutto del settore, che spingono sulI’istituzione di un Istituto tecnico superiore (Its) sul digitale, per costruire un sistema di formazione specialistica, determinante e trasversale in tutti i campi.

Tra le curiosità offerte dal Report Istat, si evidenzia che per la maggior parte degli indicatori di connessione, sicurezza e formazione Ict, le migliori performance in Italia sono registrate proprio dalle imprese appartenenti al settore della domanda di Ict specializzata e strategica, come quello connesso alla fornitura di energia, in cui operano l’86,4% delle imprese che hanno almeno il 50% degli addetti che accedono a Internet. Le attività manifatturiere emergono per l’utilizzo della robotica (19,1% a fronte di una media dell’8,7%) mentre con il 36,8% quelle di alloggio e ristorazione sono le prime per l’utilizzo delle vendite online per valori superiori all’1% del fatturato totale a fronte del 13,4% delle imprese con almeno 10 addetti.

Infine, va sottolineato il fatto che l’edizione 2022 della rilevazione Istat, per la prima volta, ha indagato l’adozione di alcune semplici misure che incidono indirettamente sull’ambiente, come il controllo del consumo di carta (68,0%) o del consumo di energia delle apparecchiature Ict (52,2%). Sei imprese su dieci in Italia sono attente ai consumi e all’impatto ambientale dell’Ict. Dati nazionali che sarebbe interessante poter declinare anche sul territorio della Basilicata.