L’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando molte industrie, tra cui anche quella del turismo. Ma quali sono le sue potenzialità in questo campo? Innanzitutto, l’AI può essere utilizzata per analizzare i dati di viaggio e le preferenze dei viaggiatori. Ciò consente ai fornitori di servizi turistici di offrire pacchetti personalizzati che soddisfano le esigenze dei singoli viaggiatori. Ad esempio, se un viaggiatore preferisce fare attività all’aperto, l’AI può suggerire pacchetti che includono escursioni, trekking, sport acquatici e così via. Questo, ad esempio, può aiutare a rispondere meglio alle esigenze dei viaggiatori e a creare un’esperienza di viaggio personalizzata che aumenti la soddisfazione del cliente.
Inoltre, l’AI può essere utilizzata per migliorare l’esperienza di prenotazione. Ad esempio, un chatbot alimentato dall’intelligenza artificiale può assistere i viaggiatori nel processo di prenotazione, rispondendo alle domande in tempo reale e offrendo consigli personalizzati. Ciò aiuta i viaggiatori a risparmiare tempo e a prendere decisioni informate sulle prenotazioni di viaggio. E ancora, l’AI può essere utilizzata per la gestione delle recensioni. Gli algoritmi di intelligenza artificiale possono analizzare le recensioni dei clienti per identificare i problemi e le preoccupazioni comuni e fornire soluzioni. Ciò può aiutare i fornitori di servizi turistici a migliorare i propri servizi e a fornire un’esperienza di viaggio migliore ai loro clienti.
L’intelligenza artificiale, dunque, può essere utilizzata in molti modi per raccontare la bellezza e la storia della Basilicata in modo coinvolgente ed emozionante. Può, ad esempio, attraverso l’utilizzo di algoritmi di machine learning, analizzare grandi quantità di dati relativi alla regione, come immagini, video, testi e informazioni storiche, per creare un profilo dettagliato della regione. In questo modo si possono utilizzare i dati prodotti per sviluppare guide turistiche intelligenti che forniscano informazioni dettagliate e personalizzate sulle bellezze del territorio, così come per creare tour virtuali interattivi che permettano ai visitatori di esplorare i luoghi più importanti della regione in modo immersivo e coinvolgente.
Il terreno dell’intelligenza artificiale è certamente affascinante ma anche pieno di rischi e potenziali pericoli. Per comprendere meglio quali possono essere le prospettive di utilizzo dell’AI nel racconto dei territori, abbiamo coinvolto uno dei maggiori esperti in Italia, Vincenzo Cosenza, più noto come Vincos, consulente di marketing e innovazione. Cosenza da qualche tempo a questa parte interviene anche pubblicamente, è spesso ospite in programmi televisivi e appare spesso nei Tg nazionali, come esperto e studioso del settore. Con Cosenza, che è lucano di Lauria, abbiamo dialogato di terra, territori, anima e meccanica.
L’uso dell’AI per il racconto di un territorio è un esercizio affascinante o un orizzonte inevitabile?
Al momento è un esercizio affascinante, ma diventerà presto un orizzonte inevitabile perché ogni nostra attività sarà impregnata di intelligenza artificiale. Non ce ne accorgeremo nemmeno perché sarà l’energia che potenzierà gli strumenti che già utilizziamo (assistenti vocali, computer, smartphone e tutti i software). Quello che dobbiamo fare, fin d’ora, è di capirne limiti ma soprattutto potenzialità, ossia come sfruttarla al meglio per rendere il nostro lavoro quotidiano meno gravoso e più stimolante.
Foto e video prodotti dall’AI possono arricchire il racconto, ma anche alterarlo. Se penso a quelle foto del Papa...
Sicuramente la produzione semplificata di immagini, attraverso una semplice descrizione del risultato che si vorrebbe ottenere, unita ai meccanismi di diffusione virale della rete sono un’arma micidiale nelle mani di coloro che vogliono inquinare l’ecosistema informativo. Ecco perché dobbiamo imparare a sviluppare degli anticorpi che ci permettano di interpretare meglio questa società delle immagini, che diventerà via via una società di immagini sintetiche ed in misura minore “reali”. Un ruolo importante dovrebbe averlo la scuola che, anziché ignorare o demonizzare gli strumenti come ChatGPT, farebbe meglio ad adottarlo come strumento per elevare l’apprendimento.
Un luogo come la Basilicata è fatto di storie e di storia, cosa ne sa l'AI?
L’AI ne sa poco se non è addestrata in tal senso. I modelli generativi attuali sono addestrati da aziende statunitensi e fanno affidamento su un corpus di testi, soprattutto web, che comprende tante informazioni sui luoghi, ma probabilmente quelli più scontati. Sarebbe bello, e probabilmente accadrà, riuscire ad avere dei sistemi di AI più verticali sul turismo e sui territori meno noti. Da essi, il cittadino potrebbe ricavare informazioni, e i più creativi anche la possibilità di generare nuove storie a partire da quelle date.
Meccanica e anima, poesia e algoritmi. Per citare Sinisgalli, siamo di fronte ad una nuova “Civiltà delle Macchine”?
Assolutamente sì, ma le macchine di oggi sono soprattutto cervelli che auto apprendono. Inoltre, non si limitano ad automatizzare attività, ma creano manufatti inediti riuscendo a creare connessioni invisibili da miliardi di tasselli della conoscenza umana. E, a volte, tutto ciò produce qualcosa di inspiegabile, una scintilla che sarebbe poetico chiamare anima, ma che gli scienziati chiamano “proprietà emergente”, qualcosa che non fa parte del materiale di addestramento della macchina, ma che essa è riuscita ad apprendere autonomamente. Alcuni temono questa evoluzione, altri continuano a cercare un modo affinché l’uomo rimanga al centro e non perda il controllo delle sue creazioni.