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Un traforo dalla Val d’Agri al Vallo di Diano: la Basilicata apre “la cerniera”

Fa discutere tra le comunità dei due versanti regionali il tunnel che il comune di Viggiano si appresta a progettare. Resta il grande tema delle connessioni infrastrutturali della Basilicata lungo le reti trasversali mediane.

di Lucia Serino
28 febbraio 2023
6 min di lettura
di Lucia Serino
28 febbraio 2023
6 min di lettura

Il comune di Viggiano lo vuole. Se potesse, affretterebbe la corsa all’ultima picconata per un traforo che in circa trenta minuti collegherebbe la Val d’Agri al Vallo di Diano. Un tunnel che attraversa la geografia della vecchia Grande Lucania mai passata di moda nelle ricerche, nel racconto e spesso nelle nostalgie dei programmi politici delle due comunità confinanti.


Il sindaco di Viggiano, Amedeo Cicala, ci crede e, soprattutto, se ne fa carico con l’avviso di gara (chiuso a fine gennaio) per il progetto di fattibilità tecnico-economica della Dorsale trasversale di collegamento “Costa Jonica – Matera – Val d’Agri – Golfo di Policastro”. Avviso pubblicato proprio nei giorni in cui la grande nevicata di metà gennaio aveva interrotto la strada di montagna che collega la Val d’Agri con Padula.

Poco più di 900 mila euro il valore della gara, di cui oltre la metà per il progetto di fattibilità e circa 300 mila euro per i sondaggi geologici. Stiamo parlando, ovviamente, di uno studio, la fase esecutiva poi verrà. Non è d’accordo il sindaco del paese campano dove il tunnel dovrebbe sbucare, Montesano sulla Marcellana. Lo corregge Cicala, l’apertura sarà a Padula, aggiungendo che uno studio di fattibilità serve, per l’appunto, a verificare le difficoltà del tracciato. Un punto è certo, l’esigenza di aprire la cerniera tra i due territori è avvertita da entrambi i versanti.

L’ultima iniziativa pubblica risale a tre anni fa, quando si tenne in Val d’Agri un convegno sul tema “Uno scenario di sviluppo possibile per la Basilicata” al quale parteciparono i sindaci Amedeo Cicala (Viggiano), Marco Zipparri (Marsicovetere), Paolo Imparato (Padula) e Francesco Radesca (vicesindaco di Montesano sulla Marcellana). Anche allora l’esigenza posta era quella di uno sbocco più sicuro sulla Salerno-Reggio (A2) e si ipotizzava la realizzazione di un tunnel di pochi chilometri (5 o 6 in tutto) sotto la montagna, in prossimità dell’abitato di Paterno, collegandola così più rapidamente al Vallo di Diano (Padula) e, quindi, all’autostrada in circa 20 minuti.

Più volte ha posto la questione Vittorio Prinzi, presidente dell’associazione “Bene comune Viggiano”, che scrisse tempo fa anche una lettera pubblica indirizzata al governo regionale lucano per spiegare come uno sbocco più sicuro sulla Salerno-Reggio fosse fondamentale per la Val d’Agri e per le sue potenzialità di sviluppo. Tra gli scenari possibili un collegamento veloce tra il fondovalle dell’Agri e l’A2, il potenziamento della Ss 598 e il rafforzamento della Saurina-Basentana. Non proprio d’accordo, dicevamo, il primo cittadino di Montesano, Giuseppe Rinaldi, che in un lungo post sui social ha spiegato la sua contrarietà all’ipotesi del traforo che bucherebbe i monti della Maddalena, sede delle principali falde acquifere del Vallo di Diano e della stessa Val d’Agri. Si possono immaginare, suggerisce Rinaldi, progetti alternativi, innanzitutto bisogna puntare al rafforzamento della 103, come suggeriscono i comuni di Sarconi, Moliterno e Grumento Nova. Una cosa non esclude l’altra, controbatte Cicala, che va avanti col suo progetto.
Le due macroaree, questo è pacifico, devono integrarsi, per ammissione dello stesso sindaco campano.


Del resto il piano strategico regionale 2021-2030 ben pone in evidenza come la frammentazione del territorio regionale non ha impedito le dinamiche in atto nella geografia economica della Basilicata, disarticolando la regione con la formazione di sistemi interregionali nelle aree di confine (sistemi murgiano, ionico-tarantino, medio-ofantino, Golfo di Policastro).


I confini lucani si espandono, la geografia cambia. Che cos’è il sistema murgiano, perfettamente integrato da un punto di vista economico e sociale, se non una grande città tra Bari e Matera? E come mettere in discussione il sistema ionico-tarantino, con l’integrazione già in atto data la presenza strategica del porto a Taranto? E il sistema del Medio Ofanto? È quello nel quale gli insediamenti Fiat hanno consolidato la formazione di un bacino di utenza interregionale orientando relazioni verso le città pugliesi del Nord Barese e della Capitanata. E, infine, il sistema territoriale della Basilicata Sud-occidentale, è quello dove hanno rafforzato le relazioni con i bordi meridionali dell’area metropolitana Napoli-Salerno.
Di queste naturali espansioni, al di là delle rigidità amministrative, va colta l’opportunità, per i nuovi bacini di utenza, per i servizi interregionali, per uno sviluppo insomma che apra e non chiuda “la cerniera” della Basilicata senza per questo alimentare vecchie e nuove proposte di riorganizzazione del territorio in macroregioni che arrivano a prevedere la scomparsa della regione stessa.
Uno dei punti nodali della visione di futuro disegnata dal piano strategico è, al contrario, proprio quella di recuperare la centralità geo–economica e relazionale della Basilicata nel Mezzogiorno continentale immaginando nuove traiettorie infrastrutturali, non più lungo la dorsale Nord-Sud ma orientata verso Est-Ovest (Tirreno-Adriatico).


In pratica lo schema degli anni Sessanta, che contava sui tassi di sviluppo del Metapontino per propagarsi lungo le valli, va aggiornato secondo un corridoio mediano che si propone, in particolare di integrare l’asse Napoli–Bari (che è tangenziale al territorio lucano) con un asse a latitudine inferiore Salerno-Potenza-Matera-Bari (che invece attraversa la Basilicata). Puntando anche a ridurre i tempi di percorrenza tra le città di Potenza e Matera, per riportare verso l’interno il potenziale di crescita delle due città.
Non è mai chiaro se sia la geografia a inseguire la storia o viceversa. Trafori a parte, l’importante per la Basilicata è uscire dal tunnel dell’isolamento.