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Via Appia in cammino verso l’Unesco

La Regina viarum, testimone di 2000 anni di storia e cultura, candidata alla Lista del Patrimonio Mondiale. Il ruolo importante anche per la Basilicata.

di Francesca Santoro
28 febbraio 2023
4 min di lettura
di Francesca Santoro
28 febbraio 2023
4 min di lettura

Non lo immaginiamo, un mondo senza strade. Le cartine, che fino alla diffusione di Internet sui dispositivi mobili popolavano i cruscotti e i portaoggetti delle auto, sono fitte di segni che si intersecano. Nel corso di centinaia, migliaia di anni, i confini si sono allargati, siamo ormai cosmopoliti, cittadini del mondo. Nessun posto è troppo lontano, le strade portano ovunque, sono una rete che unisce le città e, soprattutto, le persone.

L’Appia, crocevia di popoli e culture

Era il 312 a.C. quando iniziò la costruzione della via Appia, per volontà di Appio Claudio Cieco, da cui il nome. Sono 2000 anni ormai che collega Roma a Brindisi, tagliando in due il Meridione. La via Appia ha attraversato epoche storiche, culture e lingue diverse. Nata per scopi bellici, quindi per facilitare lo spostamento delle truppe dall’Urbe al Sud, divenne ben presto molto, molto di più.

Era un legame, forte e continuo, fra Roma e la Magna Grecia, l’insieme delle ex colonie greche dell’Italia meridionale che mantenevano rapporti con la madrepatria e rappresentavano, quindi, un ponte fra mondo greco e latino, fra Oriente e Occidente. Sulla via Appia viaggiavano truppe per la difesa dei confini, commercianti e viaggiatori, che portavano storie, merci e notizie, culture e linguaggi. Citata da Orazio nelle Satire, chiamata da Stazio la Regina viarum, “Regina delle strade”, è un vero monumento, anzi, un patrimonio dell’Italia Meridionale.

La candidatura all’Unesco

La “Regina delle stradeunisce ancora oggi, letteralmente e metaforicamente, i territori del Sud Italia toccati dal suo tracciato. Basilicata, Campania, Puglia e Lazio, insieme al ministero della Cultura, hanno promosso la candidatura della via Appia alla Lista del Patrimonio Mondiale Unesco, agendo insieme a decine di province, città metropolitane, comuni, parchi, università e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. L’iter è iniziato a maggio 2022 con l’allora ministro della Cultura, Dario Franceschini. “La Regina viarum unisce territori ricchi di uno straordinario patrimonio culturale, archeologico e paesaggistico e ha le caratteristiche per divenire uno dei più grandi cammini europei”, furono le parole del Ministro all’avvio dell’iter.

Capolavoro dell’ingegneria romana, la via Appia e la sua storia millenaria sono da valorizzare, proteggere e tutelare. E la candidatura, nonché l’eventuale riconoscimento, offrono un significativo supporto. Il 10 gennaio alle Terme di Diocleziano a Roma, durante la cerimonia della firma del Protocollo di intesa per la candidatura, è stato di nuovo sottolineato il valore e il ruolo di crocevia fra culture che la “Regina viarum” ha rivestito sin dalla sua realizzazione. Una vera “strada di cultura per il mondo romano”, secondo il sottosegretario di Stato per la Cultura, Gianmarco Mazzi, che ha ricordato le ricadute economiche positive di questo genere di iniziative.

Il patrimonio lucano

 

Anche il Presidente della Regione Basilicata. Vito Bardi, intervenuto insieme ad altri rappresentanti delle regioni coinvolte, ha sottolineato l’importanza della candidatura della via Appia, “una via che per duemila anni ha unito, e che con questa iniziativa potrà tornare a unire, più viva e funzionale che mai, le nostre ambizioni di sviluppo turistico e culturale, come Basilicata e come Mezzogiorno d’Italia”.

La via Appia “lucana” inizia nel Vulture, passa per Melfi, Venosa, Rapolla, Banzi, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania e Matera. A Venosa riposano le spoglie di Roberto D’Altavilla detto “Il Guiscardo” e “Terror Mundi”. Dopo la costruzione della Via, Melfi divenne capitale durante il regno di Federico II di Svevia, sottolineando la centralità del territorio e il suo valore strategico. Il Castello e la cinta muraria di Melfi, di epoca normanna, sono state anche oggetto di un dibattito organizzato dall’Istituto Gasparrini della città: gli studenti, in sinergia col territorio, hanno preparato un progetto per il recupero del Castello, inserito in un parco fluviale aperto a comunità e turisti. L’obiettivo degli studenti è che anche il Castello e le Mura siano proposti per la candidatura all’Unesco, esaltandone la rilevanza storica e culturale.

L’Italia è il paese con il più alto numero di siti inseriti nella lista dell’Unesco. La via Appia sarebbe il 59esimo. Questi dati sono un’ulteriore testimonianza di come l’incontro fra popoli e culture nella penisola, grazie al suo ruolo centrale nel Mediterraneo, abbia prodotto un patrimonio inestimabile e ammirato in tutto il mondo.