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La Basilicata, un modello virtuoso 

Il bilancio 2022: intervista all’ingegnere Eugenio Lopomo, responsabile del Distretto Meridionale di Eni.

di Lucia Serino
28 novembre 2022
7 min di lettura
di Lucia Serino
28 novembre 2022
7 min di lettura

Un altro anno difficile, ma anche un anno carico di opportunità per la Basilicata. Mai come nel 2022, volendo rimanere alla Storia degli ultimi decenni, la linea d’incontro tra le risorse di un territorio, i bisogni emergenti - ed improvvisi - della comunità residente e la strategia di intervento di tutti gli attori dello sviluppo, istituzionali e industriali, ha trasformato la Basilicata in un modello virtuoso al quale sta guardando con attenzione il resto del Paese e anche l’Europa. “E io non posso che esserne orgoglioso”, dice l’ingegnere Eugenio Lopomo, potentino, alla guida del Distretto meridionale dell’Eni dalla primavera del 2021.

Dalla pandemia alla crisi energetica, ingegnere.

La tempesta perfetta. Non era facile, non lo è ancora, riuscire a conciliare le esigenze di un’attività industriale come la nostra con il carico di emergenze sociali di cui abbiamo sempre sentito forte la responsabilità. È la nostra filosofia, in tutti i paesi in cui operiamo, quella cioè di considerare i territori in cui si svolge la nostra attività non semplicemente come il perimetro di un business ma anche come luogo in cui condividere un percorso di crescita. Ciò che accade non ci è indifferente, meno che meno quando ci troviamo davanti a fatti epocali come quelli degli ultimi anni. Il benessere di una comunità è la precondizione in cui poter immaginare insieme prospettive di futuro. Gestire la pandemia ha significato non solo mettere al riparo la salute di chi lavora con noi, preoccupandoci ovviamente di garantire la continuità della produzione, ma anche farsi carico dei bisogni degli altri. Abbiamo condiviso quello che serviva nei momenti più drammatici dell’emergenza. Poi è arrivata la guerra, la crisi energetica e…

E la Basilicata ha portato a casa il bonus gas.

Sì, è la cronaca degli ultimi mesi, il rimborso della componente energia del prezzo del gas fornito per le utenze domestiche dei residenti nella Regione Basilicata. Un risultato molto importante. È una legge del consiglio regionale della Basilicata, frutto di mesi di trattativa tra i titolari della Concessione Val d’Agri, cioè Eni e Shell, e l’amministrazione regionale per la definizione dei negoziati di compensazione ambientale connessi alla proroga della Concessione per le estrazioni. Un ulteriore impegno rinnovato è quello con gli 11 comuni dell’Alta Val d’Agri per il “Bonus Energia”, ovvero il rinnovo dell’ex accordo denominato “Bonus Gas”. Abbiamo sottoscritto un impegno quinquennale pari a 4,5 milioni di euro all’anno: l'80% delle risorse andrà ai nuclei familiari sulla base dei consumi, la parte restante ai comuni per progetti di efficientamento energetico”.

Partiamo dalla proroga della Concessione Val d’Agri per i prossimi dieci anni. Si è rinnovato il patto con la Basilicata in un contesto però totalmente diverso da quello di 20 anni fa.

Considerati i termini di scadenza della prima concessione e vedendo le cose da quando è stata firmata la proroga, sono in realtà meno di dieci anni, ma gli effetti degli accordi con la Regione Basilicata hanno valore retroattivo, a partire dal 26 ottobre 2019. L’accordo pone al centro la sostenibilità e lo sviluppo del territorio in un contesto globale totalmente cambiato, come ricordava lei, rispetto a venti anni fa. Parole come sostenibilità e transizione ecologica oggi acquistano nuovo senso alla luce non solo di diverse sensibilità ma anche di nuovi modelli industriali. I contenuti dell’accordo testimoniano la volontà di rafforzare ulteriormente la relazione con la comunità lucana e favorirne la crescita, anche su nuove linee di indirizzo rivolte, per l’appunto, alla transizione energetica e all’economia circolare.

Vogliamo ricordare cosa prevedono gli accordi compensativi?

È previsto che Eni e Shell versino alla Regione un contributo parametrato alla produzione effettiva pari a 1,05 euro per ogni barile prodotto. Per il finanziamento di progetti di sviluppo, inoltre, è previsto un contributo di 95 milioni di euro per ogni quinquennio. L’accordo, infine, impegna le compagnie petrolifere a fornire alla Regione Basilicata un quantitativo di gas pari a 160 milioni metri cubi all’anno.

È stato aggiornato anche il patto di sito, fermo al 2012.

Sì, è stato aggiornato il patto di sito del 2012 tra Regione, i sindaci dei comuni interessati alle estrazioni, Eni e le organizzazioni sindacali, sia per la qualità del lavoro nel distretto dell’energia sia per pianificare investimenti futuri per la transizione energetica.

Però, ingegnere, la crisi energetica, non solo in Basilicata ma in tutto il mondo, ci ha riportato a un più realistico cammino rispetto agli obiettivi di sostenibilità europea. La transizione, cioè, rallenta?

Assolutamente no. Neppure in Basilicata. Basti ricordare che gli accordi prevedono investimenti in progetti non oil per dieci milioni di euro all’anno per quanto riguarda i progetti regionali e per altri nove da parte nostra. Per dieci anni. Le risorse ci sono, l’intesa istituzionale anche, da parte nostra il cammino è tracciato. Bisogna darsi da fare.

La “piccola” Basilicata fa scuola.

Lo ripeto spesso, qui la sfida della transizione si può vincere più che altrove. Vorrei ricordare che ci sono già progetti pre-pandemici di sostenibilità, basti l’esempio dell’Energy Valley o quello per la realizzazione di un impianto di trattamento delle acque che derivano dall’estrazione del greggio, al fine del loro riutilizzo all’interno del Centro Olio Val d’Agri, esempio di economia circolare. Ma oggi ci sono nuove straordinarie opportunità all’orizzonte, rispetto alle quali occorre una serena e leale intesa di comunità, un confronto ragionevole e realistico con i sindacati, una capacità, in fin dei conti, a guardare lontano. I cambiamenti che in genere ci spaventano e che oggi potrebbero apparire come una messa in discussione delle nostre certezze e delle nostre posizioni sono un acceleratore di futuro che in prospettiva porteranno nuovi risultati. Ovviamente è sacrosanto farsi carico del peso sociale delle transizioni. Questo ci è ben chiaro ma a volte ho la sensazione che non è mai troppo ribadirlo.

Questo è il bilancio del 2022, ma dicembre è anche il mese delle previsioni…

Direi che gli ultimi anni sono sfuggiti a qualunque possibile previsione. Quindi sarei cauto. Sicuramente abbiamo dimostrato, pur nei momenti di drammatica emergenza, di non essere mai rinunciatari. La sfida del futuro continua, per tutti. Mi lasci aggiungere con una punta di orgoglio quello che oggi, grazie ai nuovi accordi, significa la presenza di Eni per la Basilicata, la mia regione. Siamo ancora in campo e lo saremo per i prossimi anni. Al tempo stesso, come dissi quando mi sono insediato alla guida del Distretto meridionale, il valore strategico che la Basilicata ha nel quadro delle risorse energetiche del Paese non può essere una condizione di rendita infinita. Bisogna riconvertire orizzonti mentali prima ancora che modelli industriali. Ci sono tutte le premesse per vincere la partita, nessuno sprechi questa opportunità.