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L’ingegnere che “scala” la manutenzione del Cova

Alessio Santilli, 33 anni, ingegnere meccanico, esperto di CMMS, con la passione della montagna.

di Lucia Serino
30 novembre 2022
5 min di lettura
di Lucia Serino
30 novembre 2022
5 min di lettura

“Se la Basilicata esiste, il Molise non sappiamo ancora”. Scherza Alessio Santilli, 33 anni, specializzato in meccanica per laurea e in informatica per competenza, esperto di gestione informatica della manutenzione, originario di un paese di ottocento abitanti in provincia di Isernia, Pescolanciano, Appennino. “Mi trovo bene in Basilicata, è un po’ come a casa, amo la montagna, la natura”. Scala le vie ferrate, seguendo la mappa delle arrampicate su roccia come se fosse una di quelle schede tecniche che ti indicano un processo che devi monitorare nella vita quotidiana di una realtà industriale e passo dopo passo ti portano alla meta della soluzione che stai cercando, ma devi fare attenzione a non saltare i passaggi, nemmeno uno. Immaginate la mappa – naturalmente digitale – del sistema delle linee del Centro Olio, con quell’enorme apparato arterioso di tubi, cavi, condotte che entrano ed escono, si collegano, si separano, tra mille sensori, bocche, camini. Ogni valvola ha una funzione, ogni funzione ha un codice, la “regia” di tutte le attività volte a garantire il corretto e sicuro funzionamento dell'insieme è in un CMMS, acronimo inglese che sta per “Computerized maintenance management system”, in pratica un software gestionale che supporta i processi di manutenzione partoriti da un piano aziendale. L’ingegnere Santilli è uno specialista di CMMS.

Una manutenzione intelligente

“Mantenere gli asset al massimo delle prestazioni è un processo complesso, non finisce mai. Non bisogna confondere il sistema informatico di manutenzione con l’applicazione che supporta. Ciò che è presente in un sistema informatico è frutto del lavoro di ingegneri e tecnici, del lavoro quotidiano delle persone senza il quale nessun miglioramento sarebbe possibile. È il primo passo, ha lo scopo di progettare, organizzare e gestire la manutenzione, nasce dai bisogni concreti di una realtà aziendale, e un CMMS, cioè l’applicazione software, è il principale strumento a supporto della manutenzione. Serve monitorare, analizzare e migliorare le prestazioni, ridurre i costi, migliorare l’efficacia delle azioni manutentive, per la diagnostica, la reportistica e per la gestione dei ricambi, al fine di garantire la continuità del processo produttivo e soprattutto la sicurezza degli impianti e delle persone”

Tutto digitalizzato, e il fattore umano?

«È fondamentale, come dicevo prima. La grande conquista della digitalizzazione è, semplifico, nel passaggio dalla semplice reazione a un evento a un’operatività più predittiva e preventiva”.

Insomma non proprio un “pacchetto office”, ma tu sei un ingegnere meccanico passato all’informatica?

«Sono sicuramente competenze connesse. Nel mio caso, Appena conseguita la laurea sono stato chiamato da una grande azienda leader nell'ambito dell'IT (information technology) a Milano. Per quattro anni mi sono occupato esclusivamente di progetti IT per Eni…”

E alla fine sei passato direttamente in Eni

“Sì, diciamo che ormai mi ero formato su quel tipo di skill necessarie, incrociando la meccanica con l’informatica. Eni aveva una posizione aperta che richiedeva l’utilizzo di tool che ormai possedevo. Mi sento una specie di Minotauro, scherzo ma non troppo. In una realtà industriale come la nostra la settorializzazione come specializzazione deve essere comunque compatibile con una visione e una lettura d’insieme di tutto ciò che significa un processo manutentivo. Dal 2019 sono in Val d’Agri. Per la verità con la pandemia ho lavorato molto da remoto, da giugno scorso ho portato tutte le mie cose a Villa D’Agri, anche la chitarra.”

Anche musicista

“Suonavo da ragazzo in una garage band, la passione mi è rimasta. Serve a stare insieme”

Il famoso team building

“No, quello è un’altra cosa”

L’altra cosa è anche lo spirito di affiatamento cameratesco che si respira nella stanza di lavoro tra i molti addetti del “maintenance dream team”, si autodefiniscono così in una stampa affissa alla parete tra un invito del Cral e schermate minuziose zeppe di codici che ognuno segue dal proprio desktop.

Ma questo lavoro di controllo, Alessio, è a monte o a valle dei processi produttivi?

«E’ un meccanismo che va di pari passo, da monte a valle e aggiungerei soprattutto durante. Questo restituisce il livello di massima sicurezza in cui si opera.

A che punto sei della tua carriera?

«Quando sei sul campo unisci la conoscenza all’operatività in un ambiente di contaminazione e di competenze trasversali. Durante la fermata generale del Cova, per esempio, la mia è stata una figura di supporto alla fase di pianificazione e consuntivazione nel CMMS di tutte le attività eseguite in campo relative a tutte le discipline tecniche coinvolte. Dopo l’esperienza in Basilicata potrei andare ovunque. È chiaro che ogni business ha il suo modello gestionale, ma il Cova è una realtà complessa, non solo dal punto di vista impiantistico, ma anche legislativo, sociale. Una palestra formidabile».  

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