grumento_are_archeologica.jpg

Un “Grande progetto Lucano” sul modello di Pompei

Ne parliamo con Annamaria Mauro, direttrice della Direzione regionale Musei Basilicata che ha partecipato alla XXIV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.

di Luigia Ierace
27 ottobre 2022
6 min di lettura
di Luigia Ierace
27 ottobre 2022
6 min di lettura

C’era anche la Basilicata con i suoi musei e parchi archeologici alla XXIV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (Bmta), di Paestum, nell’ex Tabacchificio Cafasso, dal 27 al 30 ottobre. Oltre 7.000 visitatori, 20 paesi esteri, 150 espositori, 550 relatori, 110 conferenze in 5 sale in contemporanea: sono i numeri di un evento teso a sviluppare nuove destinazioni, facendo rete e dando vita a nuovi percorsi che partendo dal Sud possano diventare un attrattore per il Paese e a livello internazionale.

“Un grande contenitore e un incubatore di opportunità che ogni anno mette in campo visioni e proposte che trasferisce ai soggetti deputati a metterle in campo. Un evento - ha spiegato Ugo Picarelli, fondatore e direttore della Bmta – che guarda al Mare Nostrum quale crocevia di civiltà, in cui l’archeologia è la testimonianza di come il Mediterraneo, che aggrega tante culture, di fatto abbia consentito la conservazione e l’identità, valori da trasmettere alle future generazioni”.

E la Bmta è un’importante occasione di incontro per operatori e policy maker, ma anche di approfondimento e divulgazione di temi inerenti la fruizione, gestione, valorizzazione del patrimonio archeologico e la promozione di questo segmento del turismo culturale. Ne parliamo con Annamaria Mauro, direttrice della Direzione regionale Musei Basilicata (Drm Bas): “È il secondo anno che partecipiamo alla Borsa Mediterranea del turismo archeologico. È molto importante che la cultura esca fuori dai musei e partecipi a eventi come questo, importanti non solo per gli operatori turistici ma anche dal punto di vista divulgativo e scientifico perché in Basilicata c’è un patrimonio straordinario, si fa ricerca, scavi e restauro”.

E a Paestum, con il Ministero della Cultura ne avete portato un piccolo assaggio.

Abbiamo individuato, come Drm Bas, due musei e i loro parchi a Venosa e Grumentum. Il Museo archeologico nazionale “Mario Torelli” di Venosa, tappa principale dell’Appia Regina Viarum e candidata al Patrimonio Unesco, con il suo nuovo allestimento in chiave moderna e quello Nazionale dell’Alta Val d’Agri di Grumentum, esempio virtuoso di digitalizzazione.

Con il Pnrr si apre una stagione importante per l’archeologia lucana?

Stiamo lavorando sul tema dell’accessibilità e dell’efficientamento energetico per rendere tutti i musei accessibili e inclusivi, guardando a tutte le forme di disabilità, e migliorando impianti e illuminotecnica nell’ottica di un’energia sostenibile. Un progetto digitale comune in tutti i musei lucani, che si connettono con il “Ridola” e il “Lanfranchi” di Matera, dando vita a un’unica piattaforma con la catalogazione di tutti i reperti in vetrina e nei depositi. Insomma è un periodo di grandi cantieri. Grazie ai finanziamenti Pon (Programma operativo nazionale) ogni museo è interessato da lavori su più fronti: dalla ricerca, al restauro, alla conservazione e valorizzazione anche con altri enti e istituzioni.

E il museo sta sempre più cambiando volto.

È il luogo in cui si valorizzano i reperti, si amplia l’offerta culturale con mostre ed eventi, ma va sul territorio, incontra le tradizioni, si raccorda con i cittadini, le associazioni, gli stakeholder, in sinergia con le istituzioni pubbliche. Perché un museo, prima di essere il museo di tutti, è il museo della comunità che lo ospita.

Però c’è anche un patrimonio sotterraneo nascosto e da valorizzare. Uno dei focus della Btma è stato proprio dedicato alle sue enormi potenzialità.

Penso all’ipogeo di palazzo Lanfranchi a Matera, ma tutta la città è piena di ipogei e ce ne sono anche nei nostri musei, da scoprire e aprire al pubblico creando un’offerta culturale diversa in ambienti non conosciuti che mettono in contatto con una nuova realtà di architettura e di spazi entrando nel silenzio e nella profondità di quella che era la vita di un tempo. Penso alla Matera di oggi piena di turisti e quanto contatto con sé stessi ci fosse nel passato. La stratificazione della città dovrebbe essere la chiave di lettura di quando si arriva a Matera. Bisognerebbe strutturare un percorso del celato, dell’incompiuto, più immersivo. Entrare negli ipogei è come entrare nel grembo della città, là dove inizia la sua storia. Matera è una città capovolta. Ma penso anche alle catacombe ebraiche di Venosa e al meraviglioso e inedito contatto con la natura tra caverne e gravine.

Se potesse replicare un “Grande Progetto Pompei” in Basilicata, in quale area lo vedrebbe?

Per me che ho avuto la fortuna di aver lavorato a questo progetto e di essermi formata sul campo in ogni settore, la vera sfida sarebbe di non puntare a un singolo parco, ma ad un “Grande progetto lucano” delle aree archeologiche coinvolgendo tutti i parchi e mettendoli in connessione con i loro rispettivi musei: dall’architettura emblematica dell’Incompiuta a Venosa, alle Tavole Palatine a Metaponto, al teatro a Grumentum, al Tempio di Demetra a Policoro. Un grande progetto di valorizzazione che va dall’epoca romana alla Magna Grecia. È il mio sogno. Poter candidare sul modello Pompei, questi quattro siti meravigliosi che si connettono con i musei, i laboratori, i depositi con un’adeguata rete di trasporti anche d’intesa con i comuni. Un insieme di saperi, di ricerca che metta insieme esperti di ogni parte del mondo, tavoli multidisciplinari in un fervore di lavori che possa restituire, una volta studiati, tutti i reperti in depositi nuovi e accessibili a tutti. Ma questo grande Progetto che mette insieme due parchi potentini e due materani sarebbe anche un ponte di cultura tra le città di Potenza e Matera.

Annamaria Mauro

È direttrice della Direzione regionale Musei Basilicata e dirigente del Museo Nazionale di Matera. In precedenza, è stata funzionario architetto presso il Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo. 

Annamaria-Mauro.png