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Agricoltura, serve un rilancio

Parla Antonio Pessolani, presidente Coldiretti Basilicata. Oggi il settore, con la pandemia e la guerra, è in serie difficoltà. Ma “il territorio lucano, terzo granaio d’Italia, può contribuire fortemente alla meta della sovranità alimentare”.

di Luigi Santoro
24 giugno 2022
4 min di lettura
di Luigi Santoro
24 giugno 2022
4 min di lettura

Quello agricolo è un settore fondamentale per la Basilicata, sia per gli aspetti economici che per quelli sociali. Alla pari di tutti gli altri settori produttivi, ha dovuto fare i conti prima con la pandemia e poi con le conseguenze del conflitto russo-ucraino. In particolar modo, la cosiddetta crisi del grano ha effetti su tutta la filiera agricola lucana. Il territorio lucano, che è il terzo granaio italiano – come ha ricordato il presidente Pessolani – ha il compito di spianare la strada verso la sovranità alimentare. Certamente è la tecnologia a venire in aiuto all’agricoltura. Se un tempo l’aratro pesante era considerato il top delle invenzioni agricole, oggi agricoltura 4.0, smartfarming, sensoristica avanzata e soluzioni IoT costituiscono l’immediato futuro di un settore che, per quanto tradizionale, non può esimersi dall’innovarsi. Ben vengano, dunque, soluzioni innovative se si traducono in produttività e, soprattutto, sostenibilità. Restano poi la burocrazia, che spesso rallenta processi già complessi, e ovviamente la carenza di manodopera, problema che affligge tutta la penisola e non ha risparmiato la Basilicata.

L’agricoltura costituisce uno dei capisaldi dell’economia regionale. Pandemia e guerra rappresentano sfide importanti per il settore. Che situazione vive, oggi, chi si occupa di agricoltura in Basilicata?

La pandemia ha rimesso al centro dell’agenda internazionale il cibo prodotto dall’agricoltura e ha innescato un meccanismo virtuoso per il settore. Il caro energia prima e la crisi internazionale in ucraina dopo hanno decretato la fine di un modello di economia globalizzato in equilibrio. La Basilicata non poteva essere estranea a queste dinamiche per cui, oggi, i vari settori dell’agricoltura sono in affanno, al limite del collasso. In particolare, il settore zootecnico con il caro dei mangimi e dei concimi.

Più nello specifico, in che modo la crisi del grano dall’Ucraina impatta sulla filiera lucana? E qual è il contributo che questo territorio può offrire?

Aumento dell’energia elettrica, del gas, del gasolio e di tutte le materie prime, non ristorato da un adeguato aumento dei prezzi di vendita degli stessi prodotti agricoli, hanno generato perdite importanti perle aziende agricole. Il territorio lucano, che è il terzo granaio d’Italia dopo Puglia e Sicilia con circa 200 mila ettari coltivati a grano, può contribuire in maniera importante alla meta, oggi imprescindibile, della sovranità alimentare.

Le tecniche e le tecnologie cambiano rapidamente. Come si possono migliorare competitività e produttività delle filiere tenendo sotto controllo, allo stesso tempo, il consumo di suolo?

L’agricoltura 4.0 oggi è già una realtà, bisogna a mio parere investire ancora di più in ricerca e innovazione delle tecniche produttive.

Quello della sostenibilità è un tema trascendentale, che interessa tutti i settori di produzione. Qual è, in particolar modo in Basilicata, lo stato dell’arte in merito ad economia circolare e agricoltura rigenerativa?

In Basilicata siamo ancora ben lontani dall’applicazione di un modello virtuoso di economia circolare, pur avendo delle punte di eccellenza, ad esempio, nel campo dell’utilizzo dei reflui negli impianti di biogas nel settore zootecnico. Ad oggi non si riescono ancora a definire delle azioni pragmatiche per l’avvio di programmi mirati. La semplificazione burocratica e il riconoscimento del ruolo fondamentale dell’agricoltore, quale custode di un territorio, possono determinare fattori di crescita importanti per l’economia agricola.

Il presidente Prandini ha segnalato la mancanza di circa 100 mila lavoratori stagionali per quanto riguarda l’agricoltura. Com’è la situazione in Basilicata?

Nel nostro territorio la situazione non va meglio che nel resto d’Italia. I vari settori denotano carenza di manodopera agricola per migliaia di unità. Il settore più in crisi di manodopera è il settore ortofrutticolo del metapontino. Solo la produzione delle fragole, eccellenza lucana, necessita di circa 18 mila unità stagionali. La situazione poi si complica in tante zone con i temi, da noi della Coldiretti sempre attenzionati, dell’accoglienza e della lotta al caporalato, temi su cui non bisogna mai abbassare la guardia.

Biografia Antonio Pessolani

Dopo anni di libera professione tecnica e una lunga esperienza amministrativa nel Comune di Abriola conclusasi con la carica di sindaco, Pessolani ha deciso di intraprendere la via imprenditoriale, rilevando e gestendo l'azienda di famiglia. È presidente di Coldiretti Basilicata dal 2018.

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