Il Centro Olio Val d’Agri è stato il primo impianto integralmente digitalizzato di Eni. Crediamo nella trasformazione digitale, investendo non solo nell’ambito tecnologico, ma anche in quello formativo e culturale.
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Dario Pagani Executive Vice President Digital & IT di Eni
22 aprile 2022
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Dario Pagani Executive Vice President Digital & IT di Eni
Gli importanti investimenti nel settore ICT e digital negli anni della pandemia Covid-19 fanno emergere la Basilicata come una delle prime regioni in Italia a puntare fortemente sul digitale, tanto da essere considerata come la regione del Sud più all’avanguardia nell’adozione di tecnologie digitali e di esempio per l’Italia intera nell’ambito della transizione digitale del nostro Paese. Anche nel contesto Eni, la Basilicata ha sicuramente ottenuto un importante primato: è infatti partita proprio da qui, e in particolare dal Centro Olio Val d’Agri (COVA), la nostra esperienza di digitalizzazione degli impianti industriali.
Un sito digital
Fin dal 2017, ovvero l’anno in cui è partito al COVA il primo progetto di digitalizzazione di impianto, Eni ha percepito l’importanza della trasformazione digitale all’interno della più ampia trasformazione energetica, proprio come leva fondamentale per migliorare i risultati in termini di salute, sicurezza e ambiente, efficienza energetica e produttiva, gestione e integrità degli asset. Abbiamo deciso di far partire il nostro processo di digitalizzazione da siti produttivi, che rappresentano il cuore delle attività di Eni, per dimostrare le capacità dei nuovi sistemi, modelli e metodologie digitali.
La digitalizzazione del COVA ha riguardato i temi di asset integrity e smart operations, ha visto l’integrazione di professionisti Eni del digital con il personale operativo di stabilimento. Attraverso la condivisione di competenze ed esperienze sono stati realizzati nuovi processi digitali dell’impianto che hanno portato alla realizzazione dell’Integrated Operations Center (IOC): una piattaforma che raccoglie i dati di processo e di impianto, consultabile anche da smartphone.
Una strategia di supporto alla transizione energetica
Ma cosa significa realmente ambire ad un percorso di digitalizzazione di una grande azienda come Eni? Abbiamo visto qual è stata la nostra scelta di partenza, ma dove siamo giunti oggi nel percorso? La strategia digitale di Eni abbraccia e sostiene il tema della transizione energetica e della sostenibilità da differenti prospettive, ed in particolare oggi il digitale ci permette di:
Fornire strumenti digitali ai nostri impianti al fine di migliorare la sicurezza e le prestazioni in termini di efficienza sia energetica, con una riduzione dei tempi non produttivi, sia ambientale;
Dotare i nostri operatori di nuove tecnologie e strumenti digitali che permettono alle persone di operare in maniera più sicura ed efficiente;
Creare i digital twin dei nostri asset, che ci permettono di analizzare, prevedere e controllare operazioni e formare i nostri operatori rispetto a potenziali situazioni di pericolo in anticipo;
Digitalizzare i processi operativi, sia di business che industriali, al fine di renderli più snelli e agili, migliorando in questo modo la user experience dei clienti e degli utenti Eni;
Accelerare lo sviluppo di nuove frontiereenergetiche come, ad esempio, la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica, la produzione di energia elettrica da moto ondoso (ISWEC) e la fusione a confinamento magnetico;
Supportare, attraverso la sinergia tra ricerca interna ed esterna ed azioni di open innovation, l’individuazione di soluzioni innovative a supporto di progetti di avanguardia.
Indubbiamente, il digitale rappresenta un abilitatore per molti progetti di innovazione tecnologica, ma è necessario sottolineare che non è l’unico ingrediente per una buona ricetta. Il percorso di trasformazione digitale implica l’ampliamento delle conoscenze e una trasformazione culturale. Per questo motivo vanno messi a punto programmi specifici di change management, che prevedono iniziative diversificate volte ad accompagnare la trasformazione culturale delle persone e a far assumere una nuova consapevolezza digitale. In affiancamento al processo di change management, vanno previsti adeguati programmi di formazione sull’applicazione e l’uso delle nuove tecnologie digitali e sullo sfruttamento dei dati presenti in azienda attraverso un apposito programma di data culture.
La trasformazione in corso richiede, inoltre, di immaginare nuove filiere e nuovi modelli di business che si baseranno sempre di più su un concetto di ecosistema, cioè un network di player che lavorano insieme per definire, costruire e portare sul mercato soluzioni per consumatori e clienti su scala globale. Le piattaforme digitali ci consentono di favorire la collaborazione tra aziende e centri di ricerca, con l’obiettivo di favorire la cultura del cambiamento e innovare l’intera filiera.
Proprio muovendosi su questi principi, Eni in partnership con Google e Boston Consulting Group (BCG) ha sviluppato Open-es, una piattaforma digitale aperta dedicata a tutti i fornitori impegnati nel percorso di transizione energetica, con l’obiettivo di mettere a fattor comune e valorizzare informazioni, best practice e modelli di sostenibilità lungo la filiera.
Nel digitale oggi lavorare insieme è fondamentale, attraverso le piattaforme digitali ma anche attraverso Competence Center e Digital Hub, dove grandi aziende e piccole e medie imprese possono cooperare, accelerando l’innovazione attraverso l’aggregazione di dati e competenze.
Eni intende rivestire anche un ruolo di promozione, all’interno del Paese, nel favorire meccanismi virtuosi di contaminazione, come ad esempio attraverso il programma Joule, dedicato alla formazione di competenze manageriali e alla creazione di iniziative a supporto dell’imprenditoria start-up in ambito di economia circolare, sostenibilità e transizione energetica.