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Europa, il decennio dell’innovazione

L’Ue dovrà sviluppare infrastrutture digitali adeguate ed efficienti, aumentando la connettività tra il suo mezzo miliardo di cittadini.

di Carmine Nino
22 aprile 2022
5 min di lettura
di Carmine Nino
22 aprile 2022
5 min di lettura

La guerra in Ucraina sembra mettere in secondo piano qualsiasi altra priorità politica dell’Unione europea. Tuttavia, l’onda d’urto della crisi umanitaria, geopolitica ed economica in corso rafforza, piuttosto che diminuire, l’importanza di completare l’agenda proposta dalla Commissione europea all’inizio del suo mandato. Come tutti sappiamo, una delle principali rivoluzioni lanciate dalla Commissione europea il 2019 è la lotta al cambiamento climatico. Ma il cambiamento climatico non è l’unica transizione che è al centro dell’agenda delle istituzioni europee. La doppia necessità di essere all’avanguardia negli sviluppi tecnologici e di rafforzare la sua sovranità digitale ha portato la Commissione europea a promuovere e sostenere con forza un grande progetto di rilancio digitale, che ha l’ambizione di costruire una vera e propria Unione Digitale. Il prossimo decennio, soprannominato dalla Commissione “il decennio digitale dell'Europa”, vedrà dunque il nostro continente affrontare molte sfide su questo fronte. L’Europa dovrà sviluppare infrastrutture digitali adeguate ed efficienti, aumentando la connettività tra il suo mezzo miliardo di cittadini.

Migliorare le competenze della gente comune e dei futuri esperti informatici è la vera sfida su cui la Commissione sta lavorando, promuovendo una serie di iniziative. Il percorso verso il 2030 è quindi già iniziato ed è una sfida ambiziosa per costruire un quadro di governance solido che garantisca all’Europa il raggiungimento gli obiettivi del decennio digitale. Per essere all’altezza della sfida è stato immaginato anche un meccanismo di cooperazione costante che coinvolga la Commissione e gli Stati membri.

Tale meccanismo consisterà in un sistema di monitoraggio strutturato, trasparente e condiviso che porti ad una “relazione annuale sullo stato del decennio digitale” con delle tabelle di marcia strategiche pluriennali in cui gli Stati membri delineano le politiche e le misure adottate o previste a sostegno degli obiettivi 2030. L’impostazione di un percorso così definito servirà per discutere e affrontare le aree di avanzamento ma soprattutto per correggere “in tempo reale” le eventuali aree insufficienti, attivando impegni specifici congiunti tra la Commissione e gli Stati membri. Questa impostazione così partecipata e questa serie di “principi” fa desumere che sotto il termine “digitale” si manifesteranno una vasta gamma di iniziative distribuite in una pluralità di settori. I macro obiettivi di questa “Bussola Digitale” sono stati divisi in 4 aree principali: competenze digitali, infrastrutture digitali, trasformazione digitale delle imprese e digitalizzazione dei servizi pubblici. Questo complesso e ambizioso processo dovrebbe quindi portare nel 2030 ad una serie di risultati concreti. Entro il 2025, sarà istituito nell’Unione europea il primo computer con accelerazione quantistica. Entro il 2030, invece, sono diversi gli obiettivi europei in cantiere: l’UE dovrebbe essere all’avanguardia delle capacità quantistiche e dovrà avere una popolazione digitalmente qualificata e 20 milioni di specialisti ICT; tutte le famiglie europee dovrebbero essere coperte da una rete Gigabit, con tutte le aree popolate coperte dal 5G; la produzione europea di semiconduttori all’avanguardia e sostenibili dovrebbe rappresentare almeno il 20% della produzione mondiale; il 75% delle imprese europee dovrebbe usare servizi di cloud computing, big data e intelligenza artificiale (AI); il 90% delle piccole e medie imprese europee dovrebbe raggiungere almeno un livello base di intensità digitale; l’Europa dovrebbe raddoppiare il numero di start up; il 100% dei servizi pubblici principali sarà disponibile online per i cittadini e le imprese; il 100% dei cittadini europei dovrebbe avere accesso alle cartelle cliniche elettroniche; l’80% dei cittadini europei dovrebbe usare carte d’identità digitali. In conclusione, la Bussola Digitale fissa obiettivi di vasta portata che sosterranno la transizione digitale in modo organico. Cosa ci aspetta è difficile prevederlo, vista anche la situazione di crisi internazionale che mai avremmo immaginato, ed è anche difficile immaginare se la serrata timeline può essere ancora rispettata. Pur non potendo prevedere cosa succederà, possiamo già dire che alla base di tutto questo importante lavoro di innovazione e trasformazione ci sarà bisogno di due ingredienti principali: una grande quantità di innovazione (non c'è tecnologia senza idee) e una grande quantità di capitale (non c’è tecnologia senza finanziamenti).

Ingredienti che al momento in Europa non abbondano e che, laddove sono presenti, non vengono sempre difesi ed esaltati. Speriamo di vedere nei prossimi mesi una via d’uscita dal lungo tunnel di incertezza che stiamo attraversando, per poter finalmente riversare tutte le nostre energie anche in questo ambizioso piano che ci deve vedere tutti, ognuno per propria parte di competenza, parte attiva, senza più paura per il futuro.