A chi gli chiedeva cosa fosse il Parco Letterario Isabella Morra, Stanislao Nievo rispondeva “un quadrato definito per tre lati. Il quarto è il lato della fantasia, dell’immaginazione…”. Così Gennaro Olivieri, presidente della Pro Loco di Valsinni e referente del Parco Letterario “Isabella Morra”, comincia a raccontarci il parco dedicato a Isabella e alla sua poesia. Si tratta di uno dei sei Parchi Letterari presenti in Basilicata, unica regione italiana a ospitarne così tanti. Un luogo che ogni anno attrae migliaia di turisti.
Da Isabella, oltre Isabella
In termini meno poetici ma non per questo meno calzanti, il presidente Olivieri definisce il Parco “un contenitore culturale all’interno del quale trovano spazio Isabella Morra, con le sue poesie e le sue opere, ma anche altre attività legate a tutte le forme d’arte”. Un incontro tra musica, pittura, scultura che ogni anno, d’estate, è forte richiamo per il turismo, tanto da rendere Valsinni una delle mete più amate della Basilicata. L’Estate di Isabella è una manifestazione che viene organizzata da 32 anni e nel 2020 ha festeggiato i 500 anni dalla nascita della poetessa. La vita di Isabella viene raccontata da diverse iniziative, tra cui lo spettacolo teatrale itinerante intitolato “Il borgo racconta”. Si tratta di un vero e proprio viaggio attraverso il centro storico, con i menestrelli del parco che animano Valsinni, a cura di Erminio Truncellito, direttore artistico del Parco.
Dal Parco al Castello
Ma c’è un’altra definizione che il presidente Olivieri usa e che racchiude lo spirito che ha dato vita al Parco, definito come “una metodologia di studio”. Lo scopo è far sì che siano i luoghi a raccontare agli ospiti del parco l’autrice. E per questo non è possibile ignorare il Castello di Valsinni, anche noto come Castello Morra, “suggestivo nell’architettura e imponente nella pienezza delle forme, classico nella fuga dei merli e delle feritoie”, per usare le parole di Benedetto Croce, che visitò questi luoghi nel 1928. Dalle mura del Castello, che si erge su “un alto monte onde si scorge il mare”, lo sguardo abbraccia il panorama sottostante, mentre all’interno è possibile visitare la sala che ospita la mostra permanente dedicata alla visita del Croce, tra documenti e immagini che ne testimoniano la venuta. Ad ora (e dalle parole del presidente Oliveri traspare un po’ di rammarico) il Castello non è visitabile a causa della pandemia, ma l’augurio è che possa riaprire presto i battenti. Del resto, la famiglia Rinaldi, che abita nella parte superiore del maniero, ha sempre mostrato massima disponibilità e collaborazione con il comune e la Pro Loco, aprendo le porte a turisti e visitatori.
Il ritorno al passato
E dunque in estate Valsinni si spoglia dei suoi abiti moderni per indossare le affascinanti vesti cinquecentesche, accogliendo i visitatori e accompagnandoli nel Parco e nel Castello, sulle orme di quella che fu la vita di Isabella, condannata dal fato ad una esistenza solitaria. E questa sofferenza è ben visibile nelle rime della poetessa, che accusa la sorte (“contra Fortuna alor spargo querela”1), spesso definita “crudele”.
Valsinni (all’epoca nota come Favale) è stato il teatro della triste vicenda di Isabella. Unica gioia fu, per lei, il rapporto (d’amore o d’amicizia) con Diego Sandoval de Castro, Barone di Bollita (oggi Nova Siri), con cui intratteneva un rapporto epistolare. Si ha anche notizia di fugaci incontri clandestini ma la natura di questi appuntamenti rimarrà probabilmente per sempre avvolta nel mistero. Tuttavia, la felicità della giovane poetessa durò poco: perse la vita a 26 anni, per mano dei suoi fratelli che, scoperta la corrispondenza con Diego, pensarono subito ad una relazione illecita. La stessa sorte toccò anche al Barone, pochi mesi dopo, ma qui vicende storiche e politiche si intrecciano in un nodo complesso da sciogliere.
Però Valsinni, il Castello e il Parco Letterario sono lì e contribuiscono a tenere viva la memoria di una giovane poetessa lucana, a lungo dimenticata dalla Storia ma che è tornata ad abitare ancora una volta nella sua casa.
[1] I versi di Isabella Morra sono stati raccolti nelle Rime (https://it.wikisource.org/wiki/Rime_(Morra))