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Rocco Mazzola, il pugile lucano che ispirò Visconti

L’ icona del boxeur potentino si staglia nel capolavoro “Rocco e i suoi fratelli”. Fu l’ex sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, a far pubblicare il catalogo abbinato a una mostra sulle fotografie dei sopralluoghi del regista in Basilicata

di Lucia Serino
28 gennaio 2022
4 min di lettura
di Lucia Serino
28 gennaio 2022
4 min di lettura

“Come ti chiami?”, gli chiede l’allenatore di boxe (Paolo Stoppa). “Rocco”, risponde Alain Delon. “Rocco, come Rocco Mazzola”. C’era proprio il boxer lucano, campione degli anni Cinquanta, nella scena prima del capolavoro di Luchino ViscontiRocco e i suoi fratelli, film monumento del cinema italiano, un caposaldo della filmografia su emigrazione e questione meridionale.

Lo spunto creativo cui attinse il regista è letterario e proviene da un racconto in due parti, di Testori, che sviluppano una trama di periferia milanese nel mondo della boxe. Ma in “Ras” non c’è ambientazione lucana. Una straordinaria pattuglia di sceneggiatori amplierà la vicenda dopo lunghi sopralluoghi (anche in Basilicata) e frequentazioni di emigrati e palestre. Non va dimenticato che tra gli illustri sceneggiatori c’era anche Pasquale Festa Campanile, originario di Melfi.

Visconti intromise la sua aristocrazia nel sudore della boxe. E venne colpito dalla vicenda sportiva di Rocco Mazzola, che compare anche nei credit del film. L’icona del pugile potentino si staglia nel capolavoro visconteo in palestra, nelle scene in cui avvengono gli allenamenti. Scrive Teresa Megale nel volume edito da Marsilio “Visconti e la Basilicata” (2003, ente promotore l’amministrazione provinciale di Potenza): “Rocco Mazzola, lucano e campione di pugilato, così come sarà nello svolgimento della trama Rocco Parondi, confermò in qualche misura la scelta del nome. La sua brevissima ma importante apparizione nel film fu l’omaggio che il regista rese al mondo della boxe in generale e al campione in particolare, ed insieme il segnale di un nome a forte connotazione etnica che fu tutt’uno con la percezione che della morfologia fisica ed etica dei lucani avevano sviluppato gli “altri”, i cittadini milanesi”. La studiosa ben ricostruisce “l’omen nomen” del protagonista. I sopralluoghi di Visconti fecero scoprire la diffusa presenza del nome Rocco in Basilicata e il conseguente culto del santo. Nella scelta pesò anche il mito poetico di Rocco Scotellaro. E infine, appunto, quello di Rocco Mazzola.

La ricerca filologica sulla boxe lucana non può trascurare la sfida di Simone Parondi (l’interpretazione qui è di Renato Salvatori), atleta de “L’Aurora” di Milano, che deve sfidare un corregionale della “Virtus” di Potenza. In questo caso sono chiari i riferimenti alla boxe come sport dei poveri, che mette a confronto uomini della stessa terra.

Rocco Mazzola era nato a Potenza il 20 ottobre 1933. È scomparso il 18 marzo 2012. Potenza lo omaggiò con una camera ardente a Montereale. È passato alla storia della boxe nazionale per essere stato il settimo pugile italiano ad aver conquistato il titolo in due categorie, nei mediomassimi e in quella dei massimi. Ida Leone, potentina, una delle punte della macchina organizzativa di Matera 2019 racconta:Nella Potenza degli anni ‘70, al rione Francioso, il gas metano non era ancora arrivato. La cucina funzionava a bombole, che ogni tre mesi circa si esaurivano e andavano sostituite. Mia mamma aveva all’uopo un numero magico nella sua agenda di casa, e qualche tempo dopo una magica telefonata, bussavano alla porta. Entrava un omone che a me bambina sembrava gigantesco, di carnagione scura, in tuta da lavoro, il naso storto dei pugili, la bombola portata a spalla con noncuranza come se fosse di cartone. Entrava in cucina, scaricava, armeggiava con chiavi e valvole e dopo pochi minuti usciva, la bombola vecchia sempre in spalla, più leggera che mai. Io, curiosa come sempre, assistevo all’armeggiamento più da vicino che potevo, e il mago delle bombole metteva nei suoi gesti ancora più cura, attento a non urtarmi, e ogni tanto illuminava il suo faccione scuro con un gran sorriso. L’omone si chiamava Rocco Mazzola e da giovane – ma io lo seppi anni dopo – era stato un pugile di livello internazionale”.
Fu merito dell’ex sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, all’epoca presidente della Provincia, far pubblicare il catalogo abbinato a una mostra sulle fotografie dei sopralluoghi di Visconti in Basilicata. In quell’occasione, molti ricordano Rocco Mazzola presenziare orgoglioso e partecipe all’inaugurazione della mostra. A lui oggi è intitolata la palestra di via Roma, trasformata, per la pandemia, in un hub vaccinale.