Con la pandemia e le lezioni a distanza, l’accesso ai dispositivi tecnologici diventa un’esigenza primaria. Ne parliamo con Caterina Policaro, dirigente scolastico a Matera: “Altro ancora offriremo, sempre pronti a integrare metodologie innovative”
Oggi Dad, domani in presenza, anzi no, in Dad perché ci sono due positivi. Però solo i positivi in Dad, gli altri possono venire in classe. Però se poi sono positivi e non lo sanno? Meglio tutti in Dad.
Insomma, “the song remains the same” come cantavano i Led Zeppelin nel 1976. In Italia, come anche in Basilicata, il virus ha rappresentato e ancora rappresenta la variabile impazzita, l’incognita difficile da calcolare ma con cui, senza eccezioni, tutti devono fare i conti. A proposito di digitalizzazione e scuola, abbiamo parlato con Caterina Policaro, Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo Torraca di Matera.
“La pandemia ha praticamente costretto tutte le scuole della Basilicata a ripensare il concetto di digitalizzazione per applicarlo sia alla parte amministrativa e documentale, anche con gestione del personale degli uffici in possibile smartworking, sia soprattutto nell’integrazione delle tecnologie e del digitale nella didattica. Sono oramai due anni che, diffusamente sul territorio, le scuole lucane hanno dovuto adeguarsi. E con esse le famiglie, il personale docente”. Lo abbiamo detto più e più volte: l’emergenza pandemica globale ha accelerato quei processi che, di norma, avrebbero avuto bisogno di qualche tempo ancora per arrivare naturalmente a compimento. Uno di questi processi riguarda la rivoluzione digitale. O, meglio, la transizione digitale che va di pari passo con quella ecologica.
“Grazie anche ai finanziamenti ministeriali abbiamo potuto e - in alcuni casi - dovuto attrezzarci con portatili, tablet anche da dare in comodato d’uso a quanti si sono trovati a casa, per la didattica digitale integrata, ma anche di smartboard, piattaforme per la didattica, soluzioni per gestire le questioni legate alla privacy. Abbiamo dovuto formare velocemente i docenti a gestire lezioni e contesti di apprendimento online. Grazie a finanziamenti del Piano Nazionale Scuola Digitale, la scuola che dirigo (l’Istituto Comprensivo Torraca di Matera, ndr), essendo Polo Formativo Future Labs per la formazione dei docenti lucani alle competenze digitali, si è distinta per aver organizzato pacchetti formativi di cui, nel biennio di emergenza, hanno potuto usufruire circa 1.500 insegnanti della Basilicata”.
La risposta della Basilicata è stata rapida, perché “l’accelerazione digitale” ha richiesto di agire su due direttive. Da un lato, infatti, la formazione, che ha coinvolto i docenti lucani (e non solo), chiamati a doversi confrontare con un metodo di insegnamento innovativo ma anche disruptive, nel senso che è stato implementato, per forza di cose, in tempi molto rapidi, forse anche troppo. Dall’altro la strumentazione, quindi la necessità di ricorrere a tablet e portatili in maniera ampia e diffusa. E questo non è scontato. Stando ai dati Istat relativi al periodo 2018-2019, nel Mezzogiorno il 41,6% delle famiglie non possiede un computer in casa e quasi un quinto (circa 470 mila tra ragazze e ragazzi) di bambini e adolescenti tra i 6 e i 17 non ha accesso a computer o tablet. Questi dati fotografano una situazione in cui il grande ricorso alla Dad ha causato non pochi problemi e per questo è rimarchevole lo sforzo portato avanti in Basilicata per consentire a tutti gli studenti l’accesso all’istruzione.
Il lavoro è ben lungi dall’essere finito. Tutto si evolve, l’evoluzione è un requisito fondamentale per riuscire ad andare avanti in un futuro sempre più complesso ed interconnesso. La scuola, istituzione tra le più antiche, deve mostrare quelle capacità di resilienza che hanno caratterizzato la Basilicata e l’Italia in quasi due anni di emergenza sanitaria. Dello stesso avviso è anche la preside Policaro: “Altro ancora offriremo in questo anno scolastico. Perché si possa essere, nonostante le innumerevoli criticità, sempre pronti a integrare metodologie innovative e tecnologie nella didattica quotidiana, non solo in quella emergenziale. La pandemia ci lascerà almeno questo: l’accelerazione e lo svecchiamento della scuola, che ha potuto continuare a garantire il diritto all’istruzione insieme a quello alla salute, proprio grazie al digitale”.
Il web, che è forse la più grande delle creazioni umane, ha consentito proprio l’evoluzione e il miglioramento in un mondo che, improvvisamente, non ha più consentito di incontrarsi vis-à-vis. È chiaro che molto lavoro ancora resta da fare. Sia per quanto riguarda la formazione che per le infrastrutture. Però la strada è segnata. E allora non resta che percorrerla ma non in previsione di altre pandemie o situazioni emergenziali, no. Semplicemente perché le chiavi del futuro, lucano, italiano, mondiale, sono digitali. E i giovani, che sono di fatto dei digitarians, ovvero dei nativi digitali, devono essere messi in condizione di appropriarsi di queste chiavi.