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Agritech in Basilicata, si parte

Tre startup hanno vinto “South up! Agritech e Startup, la Basilicata riparte”, il premio messo in palio da Joule. Affiancheranno tre aziende lucane per sperimentare insieme soluzioni tecnologiche studiate ad hoc.

di Orazio Azzato
08 ottobre 2021
5 min di lettura
di Orazio Azzato
08 ottobre 2021
5 min di lettura

La tecnologia più innovativa al servizio dell’attività agricola, per ottimizzarne il funzionamento e la resa. Questo succederà nei prossimi tre mesi, quando tre startup del Mezzogiorno affiancheranno tre aziende lucane per affinare e sperimentare insieme soluzioni tecnologiche studiate ad hoc.

Le tre startup sono le vincitrici della prima edizione di “South Up! Agritech e Startup, la Basilicata riparte”, un’iniziativa di Eni Joule, la scuola di Eni per l’impresa, nata con l’intenzione di individuare e raccogliere progetti imprenditoriali innovativi e sostenibili in ambito agritech e agroenergia provenienti dalle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna), per accelerarne la crescita attraverso il coinvolgimento attivo delle aziende agricole lucane. Dagli oltre 40 progetti, presentati alla scadenza della call lo scorso mese di giugno, si è passati alle tre finaliste, che sono state premiate il 30 settembre scorso, presso il Centro Ricerche di Alsia, a Metaponto, nel corso della presentazione delle sei startup finaliste che, selezionate a luglio scorso, per un mese sono state affiancate da un mentor di PoliHub e da un tutor di Alsia per sviluppare un business case con un’azienda agricola lucana, verificando quindi sul campo la fattibilità del proprio progetto. A selezionare i vincitori, ai quali va un premio di 30 mila euro ciascuno e un programma di affiancamento e consulenza da parte degli esperti Eni, una giuria composta da rappresentanti di Eni Joule, Alsia, PoliHub e delle Università partner (Università degli Studi della Basilicata, Politecnico di Bari, Università della Calabria, Università Federico II di Napoli, Università degli Studi “G. d’Annunzio Chieti – Pescara” e Università degli Studi di Messina).

Le startup vincitrici sono la siciliana Daiki e le abruzzesi Farm4Trade e Regrowth, e ora avranno tre mesi per sviluppare i prototipi di prodotto e servizio presso le aziende che supportano. Nello specifico, Daiki realizzerà un monitoraggio di percezione reale dell’umidità del terreno, del fabbisogno idrico reale della pianta, nonché dello stato di fertirrigazione e livelli di concimazioni. Avvierà la sperimentazione con l’azienda La Fonte Antica, che si occupa della produzione e della vendita di prodotti ortofrutticoli, di spezie pregiate come lo zafferano e di lombricoltura. Farm4Trade, invece, fornirà applicativi digitali in cloud per la raccolta dei dati e il miglioramento dei processi di gestione degli allevamenti, utili per una migliore tracciabilità e qualità dei prodotti. A beneficiarne l’azienda Bioagrimar, un’azienda biologica che dal 1994 si occupa di cerealicoltura, di zootecnia e di olivicoltura. Infine Regrowth sperimenterà tecnologie per l’allevamento rigenerativo di precisione, progettate per adattarsi ai piccoli agricoltori di tutto il mondo. Avvierà il progetto con la Masseria La Fiorita, un’azienda agricola di produzione biologica certificata. Ora, dunque, le tre realtà vincitrici avranno tre mesi per sviluppare i prototipi di prodotto e servizio presso le aziende che supportano.

“South Up!” è un’iniziativa nata con l’intenzione di individuare e raccogliere progetti imprenditoriali innovativi e sostenibili in ambito Agritech e Agroenergia provenienti dalle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna), per accelerarne la crescita attraverso il coinvolgimento attivo delle aziende agricole lucane, generando così ricadute dirette positive sul territorio della Regione Basilicata. Un successo per Mattia Voltaggio, responsabile Startup Acceleration di Joule, la Scuola per l’Impresa di Eni: “Abbiamo portato startup, piccole e medie imprese e aziende lucane a dialogare tra loro individuando bisogni reali e condivisi che hanno portato alla creazione di business case concreti, pronti a trasformarsi in relazioni commerciali con ricadute dirette sulla produttività del comparto. Uno scambio reciproco, arricchito dalle competenze apportate dai nostri partner, Alsia e PoliHub, ciascuno per i propri ambiti di competenza”. Positivo anche il bilancio di Aniello Crescenzi, direttore di Alsia: “L’azione di ingaggio delle imprese agricole nell’ambito della call di “South Up!”, condotta da ALSIA, ha interessato le confederazioni agricole e le più importanti organizzazioni di produttori e filiere presenti in regione”.  Infine la soddisfazione di Enrico Deluchi, Direttore Generale di PoliHub: “Siamo felici di poter contribuire a SouthUp! e portare l’innovazione, creata da eccellenti startup, ad aziende agricole che stanno guardando con mente aperta al futuro, mostrandosi pronte a introdurre cambiamenti che migliorano quantità, qualità e redditività della loro produzione”.