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I giovani tornino al centro

Nelle politiche, negli investimenti, nei processi decisionali. Intervista a Maria Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani.

di Michele Vitiello
24 febbraio 2021
11 min di lettura
di Michele Vitiello
24 febbraio 2021
11 min di lettura

“Il coinvolgimento dei giovani nei processi decisionali, un intervento legislativo organico sulle politiche giovanili e l’istituzione di un obbligo di valutazione dell’impatto generazionale, per ogni legge e provvedimento pubblico”. Queste sono le prime cose che Maria Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG), chiederà al governo Draghi. Pisani, napoletana cresciuta in Basilicata, chiede per le nuove generazioni un futuro migliore.

L’occasione del Recovery Plan, offre la possibilità all’Italia di rilanciarsi, per recuperare un gap antico e profondo. Ritiene che l’Europa stia offrendo uno stimolo adeguato agli Stati membri nell’azione verso le prossime generazioni?

L’Europa ha dato una risposta tempestiva e adeguata alla crisi economica e sociale che la pandemia ha causato. In poco tempo l’Ue ha messo in campo un vero programma di ripresa, con misure e strumenti che prima di questa pandemia risultavano impensabili: l’attenta politica monetaria della Bce, il SURE, il MES “leggero”, la sospensione delle regole del Patto di stabilità e, soprattutto, il Next Generation Eu.

A questo proposito, lo scorso 22 gennaio sono state pubblicate le nuove Linee guida che gli Stati membri dovranno seguire nella stesura dei Piani nazionali. Tra le novità c’è il riconoscimento delle politiche per le nuove generazioni come sesto pilastro, accanto a transizione verde, trasformazione digitale, crescita sostenibile e inclusiva, coesione sociale e territoriale, salute e resilienza.

Ritengo che l’Ue abbia dato direttive chiare rispetto alle politiche per le nuove generazioni, invitando gli Stati membri a elaborare Piani nazionali che prestino particolare attenzione a temi quali l’istruzione, le competenze digitali, l’occupazione e l’equità intergenerazionale.

L’Italia come ha risposto?

L’Italia è uno dei maggiori beneficiari dei fondi messi in campo con il Next Generation Eu e, attualmente, risulta tra i 19 Paesi che hanno già presentato la bozza non ufficiale del Piano nazionale. Tuttavia, nell’attuale proposta, non viene data la giusta attenzione alle politiche per le nuove generazioni. Queste rimangono soltanto un obiettivo trasversale del Piano, non un “pilastro” specifico, come suggerito dalle nuove linee guida della Commissione. Per questo stiamo lavorando per ridare centralità, anche in Italia, alle politiche per i giovani, prevedendo l’impiego di specifici indicatori dell’impatto generazionale, per monitorare l’andamento della spesa, la qualità dei servizi e il numero degli effettivi beneficiari delle misure. Gli altri Paesi europei, in primis la Francia, li hanno immaginati già così. Ciononostante, l’ultima versione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) presentata dal Governo è certamente più elaborata e precisa della precedente, grazie all’introduzione di maggiori indicazioni su obiettivi, risorse e destinazione dei fondi. Tuttavia, per accedere a queste ingenti somme, il nostro Paese dovrà essere in grado non solo di presentare un piano adeguato, ma anche di mantenere e portare a termine i traguardi previsti nel PNRR, al fine di scongiurare una sospensione dei finanziamenti.

Che cosa chiede il Consiglio Nazionale dei Giovani al governo Draghi?

Come già è evidente gli effetti di questa crisi sono, e saranno, devastanti per le giovani generazioni. Perciò chiediamo al governo di affrontare in maniera organica e strutturale la questione generazionale. A tal fine riteniamo essenziale il coinvolgimento dei giovani nei processi decisionali, un intervento legislativo organico sulle politiche giovanili (in materia di occupazione, formazione e digitalizzazione), con la definizione di un nuovo patto sociale, e l’istituzione di un obbligo di valutazione dell’impatto generazionale, per ogni legge e provvedimento pubblico. Inoltre, affinché le istanze giovanili siano adeguatamente rappresentate nel Piano di ricostruzione del Paese, chiediamo al nuovo Governo di prevedere nel PNRR un Pilastro unico dedicato alle politiche per le nuove generazioni, trasformando la priorità trasversale in una “missione” specifica. A tal proposito, dallo studio condotto dal CNG insieme alla Fondazione Bruno Visentini sull’ultima versione del PNRR, emerge che il totale delle risorse messe a disposizione per le giovani generazioni, ossia tutti quei provvedimenti capaci di incidere sul divario generazionale, ammonta a complessivi 4,53 miliardi di euro per il periodo 2021-2026: un dato assolutamente insufficiente. Riteniamo necessaria la costruzione di un pilastro nel quale convergano, oltre a queste misure che definiamo generazionali, misure potenzialmente generazionali già presenti nel PNRR, ovvero tutti quei provvedimenti che non perseguono necessariamente finalità di natura generazionale ma che potrebbero incidere positivamente sulle giovani generazioni attraverso l’inserimento di target; e, infine nuove misure per l’occupazione giovanile. In sintesi, un unico pilastro dedicato ai giovani, che preveda uno stanziamento di almeno 20 miliardi euro.

Molte risorse saranno destinate alla sostenibilità e alla transizione energetica. Cosa sta facendo il CNG per la lotta ai cambiamenti climatici?

Da sempre il CNG ha prestato particolare attenzione ai temi della sostenibilità ambientale, della transizione energetica e della lotta ai cambiamenti climatici. In tal senso, costante e proficua è la nostra interlocuzione con il ministero dell’Ambiente, grazie innanzitutto alla nostra partecipazione al Forum per lo sviluppo sostenibile promosso dallo stesso ministero. Inoltre, da qualche mese stiamo lavorando con il ministero dell’Ambiente alla costituzione di un Comitato di consultazione giovanile sul cambiamento climatico, in linea con l’impegno preso dall’Italia attraverso la sottoscrizione della Dichiarazione “Kwon-Gesh” nel 2019 – in occasione del Climate Action Summit delle Nazioni Unite – al fine di coinvolgere maggiormente i giovani nelle politiche di attuazione dell’Accordo di Parigi sul clima. Negli scorsi mesi, altresì, è iniziato il lavoro di collaborazione con il ministero per l’organizzazione dell’evento dedicato ai giovani nell’ambito della COP26 che si svolgerà a Milano a settembre 2021. Di recente, infine, il Consiglio Nazionale dei Giovani è entrato a far parte dell’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) all’interno di uno specifico Gruppo di lavoro dedicato alle politiche giovanili. Infatti, come Consiglio Nazionale dei Giovani, crediamo che il processo che guiderà verso una transizione verde non possa non passare dall’adeguamento dei sistemi formativi, scolastici e universitari e dalle opportunità di formazione sul lavoro. Riteniamo, pertanto, importante l’acquisizione delle nuove competenze dalle quali dipende fortemente il futuro del sistema produttivo, se è vero che le imprese saranno sempre di più chiamate ad adattarsi alle sfide della transizione energetica.

 

Pensa che l’essere cresciuta al Sud, precisamente in Basilicata, abbia avuto un impatto importante nello stimolare il suo attivismo politico?

Sicuramente la mia terra mi ha permesso di sviluppare particolari sensibilità e attenzioni nei confronti di alcune problematiche politiche e sociali, che al Sud sono più evidenti che al Nord.  Questo non può che aver suscitato in me la necessità di affrontare in prima linea le disuguaglianze e le difficoltà di cui molte donne giovani del Sud sono vittime, nonostante io viva a Roma ormai da molti anni.

Che cosa vuol dire oggi essere una giovane donna impegnata in politica?

Questo è un tema di cui nel nostro Paese ci ritroviamo a discutere frequentemente, basti pensare alla composizione dell’ultimo Governo dal punto di vista della rappresentanza di genere. Quello della parità di genere è un tema molto serio. E ovviamente la presenza di poche donne nell’attuale governo ha una conseguenza contingente: meno donne hanno ruoli di responsabilità, più difficile sarà per le altre donne acquisirne. Funziona così. E il problema è che la sensibilità, la competenza, la differenza femminile deve avere spazio nelle istituzioni e nella società. Kamala Harris, diventando la prima donna Vice Presidente degli Stati Uniti, ha detto che da quel momento ogni bambina americana avrebbe ritenuto possibile diventare Presidente. Ed è la verità, la più importante delle verità. È tempo di lavorare a una leadership femminile riconosciuta. Non tanto per noi, ma per quelle bambine che devono sapere che è davvero possibile.  Se a questo si aggiunge la giovane età, credo sia indispensabile un reale cambiamento culturale, che pensi ai giovani come interlocutori politici principali, per discutere di provvedimenti e misure che incideranno proprio e soprattutto sulle loro vite. Ciò è ancora più vero oggi, se consideriamo che sono proprio le donne e i giovani a pagare più duramente gli effetti di questa crisi economica e sociale.

Ha mai pensato di lasciare il Paese?

Numerose sono state negli anni le occasioni che mi hanno permesso di girare l’Europa e il mondo, spesso grazie alla partecipazione ad eventi e iniziative internazionali legate alla mia attività politica. Questo mi ha consentito di tenere una finestra sempre ben aperta sul mondo e di capire quanto la globalizzazione abbia reso interconnesse tutte le nostre azioni.  Tuttavia, è sempre rimasta viva in me la volontà di continuare a guardare le cose da questo punto di vista, dall’Italia, il Paese nel quale ho scelto di portare avanti il mio impegno politico, soprattutto nell’interesse dei giovani e delle giovani italiane.

Quali pensa che siano le priorità da garantire ai giovani italiani oggi?

Se guardiamo agli ultimi dati Istat ed Eurostat, notiamo un aumento preoccupante dei giovani under 35 attualmente inattivi. Lo scorso anno, il dato sulla disoccupazione giovanile (under 25) era al 28,4%, mentre quest’anno si attesta al 29,7%. Tuttavia, quel -1,3% è un dato parziale, poiché molti giovani sono infatti impiegati con altre forme contrattuali, diverse da quelle del lavoro dipendente. A questo scenario allarmante, si aggiungono in Italia i 2 milioni di NEET (giovani che non studiano e che non lavorano). Pertanto, sembra chiaro che, tra le priorità da portare avanti attraverso il PNRR, dovranno rientrare la riduzione del numero dei NEET e lo sviluppo di una strategia per l'occupazione giovanile, così come previsto dagli obiettivi dell’Agenda 2030.

Che messaggio vuole lasciare alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi?

La pandemia ci ha messo di fronte a una crisi economica e sociale senza precedenti, che noi giovani stiamo pagando aspramente già adesso e che, soprattutto, saremo chiamati a pagare nei prossimi anni, a causa dell’inevitabile aumento del debito pubblico. Siate coraggiosi, non lasciate che l’incertezza del domani vi costringa ad abbandonare i vostri sogni e le vostre speranze, ma lavoriamo insieme per scrivere un futuro nuovo, all’altezza delle nostre aspettative. Con coraggio e con passione.