Il settore è in notevole sofferenza, a causa del Covid-19. I numeri in crollo da febbraio 2020. Una speranza per la Città dei Sassi può essere il South Working.
Da sempre le calamità naturali, le guerre e le pandemie creano instabilità, molto spesso durature nel tempo, e forti squilibri economici e socioculturali. E la ripartenza è difficile, anche per i territori molto resilienti.
La pandemia da Covid-19 che da mesi imperversa in tutto il mondo sta mettendo in ginocchio, o almeno danneggiando seriamente, il sistema economico e socio-culturale. Tra i settori duramente colpiti c’è sicuramente il turismo, che probabilmente per rialzarsi avrà bisogno di molto tempo. Si, perché è un settore che, per tornare a crescere rapidamente, necessita di una mobilità libera da quelle restrizioni che, oggi, ci obbligano a non scegliere ma a seguire delle regole di buona condotta per il bene di tutti.
Il turismo garantisce in Europa 30 milioni di posti di lavoro l’anno. Basti pensare che solo in Italia rappresenta, sia in termini di domanda che di offerta, il 13 percento del Pil. Un driver decisivo per l’economia nazionale.
Nel 2019 – secondo i dati analizzati dalla Fondazione Eni Enrico Mattei (Feem) – il turismo in Italia ha registrato 130,2 milioni di arrivi e 434,7 milioni di presenze negli esercizi ricettivi, con un aumento di 42 milioni rispetto al 2015 (rilevazione Istat). Dati da capogiro che il Covid-19 ha decisamente ridimensionato.
Difatti, l’Istat ci dice che nei primi 9 mesi del 2020 le presenze sono state circa il 50,9 percento in meno rispetto al periodo dello stesso anno. I primi effetti negativi della pandemia sono riconducibili a febbraio 2020; poi, con il diffondersi dell’epidemia in molti paesi, a marzo si è avuto un azzeramento di alcuni indicatori economici per molte attività. Una ripresa lenta c’è stata nel corso dell’estate, ma non è bastata a far recuperare il gap accumulato nei primi mesi dell’anno.
In Basilicata, dove il settore turistico da sempre rappresenta un comparto fondamentale per lo sviluppo economico e per la crescita occupazionale, la situazione non è diversa dal resto del Paese. Dai dati forniti da Federalberghi, nel primo semestre del 2020 si sono registrate perdite di fatturato superiori al 95% rispetto al 2019, legate a tutta la filiera turistica. Dati allarmanti, che hanno pesato sulle strutture lucane ricettive alberghiere ed extralberghiere e sui ristoranti per oltre 80 milioni di euro rispetto al primo semestre del 2019: di questi 80 milioni di euro “persi”, 60 milioni riguardano la provincia di Matera (di cui 30 milioni solo per la città di Matera) e 20 milioni di euro riguardano le strutture della provincia di Potenza.
È necessario, a questo punto, avere una strategia per cogliere nell’immediato e in futuro nuove opportunità. L’eredità di European Capital of Culture (ECoC), lasciata a Matera e a tutta la Basilicata, potrebbe essere una delle strade da seguire. Va ricordato che Matera, con la designazione del 17 ottobre 2014 a Capitale Europea della Cultura 2019 - prima città del Meridione a ricevere questo riconoscimento -, è diventata una delle principali città attrattive per i turisti a livello nazionale e internazionale, affermandosi sempre di più come destinazione turistica culturale. I dati ufficiali mostrano fino al 2019 un trend in crescita in arrivi (388.158, +12,57 percento) e presenze (730.434, +33,40 percento), confermando le potenzialità di questa destinazione. Potenzialità che la pandemia ha decisamente frenato. I dati forniti da Confcommercio mostrano nel 2020 un calo di prenotazioni dell’80 percento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Perdite confermata dai dati dall’Agenzia di Promozione Territoriale (Apt) Basilicata. Secondo l’Apt Basilicata, la città dei Sassi ha fatto registrare nel solo mese di aprile 2020 un calo delle presenze del -99,75 percento (- 75.963) rispetto all’anno precedente e di arrivi del – 99,96 percento (- 39.209). Già i dati di gennaio mostravano un andamento inatteso, con -1.144 (-7,28 percento) di arrivi e - 4.593 (-15,37 percento) di presenze rispetto al 2019 ma i dati di febbraio, marzo e aprile hanno registrato un vero crollo dei flussi turistici.
La ripresa di Matera potrebbe passare, in questo momento, attraverso un turismo di lavoro legato allo smartworking dove il turista sceglie la città come luogo fisico da cui lavorare. Per candidarsi tra le mete del South Working è necessario costruire, però, un’offerta dove rientrino infrastrutture affidabili. Il recupero della legacy di Matera 2019, necessità di un progetto strategico-politico complessivo e un’azione che non tenda unicamente alla tutela e conservazione dei patrimoni e processi culturali, ma anche allo sviluppo di nuovi valori nell’economia di produzione.