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La grande occasione

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, varato dal Consiglio dei Ministri, punta su digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.

di Serena Sabino
22 gennaio 2021
10 min di lettura
di Serena Sabino
22 gennaio 2021
10 min di lettura

Next Generation EU è “la grande occasione per lo sviluppo italiano di questo decennio”. Così si legge in una delle prime pagine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) approvato dal Consiglio dei Ministri del 12 gennaio scorso e approdato in Parlamento per proseguire il percorso che lo condurrà a Bruxelles. Così si sente ripetere dai politici di ogni schieramento, dai rappresentanti delle forze economiche e sociali e dalla quasi totalità dei commentatori. Una grande occasione, che il Paese non può permettersi di sprecare: i finanziamenti stanziati per l’Italia, pari a oltre 209 miliardi di euro cui si aggiungono i 13 miliardi del fondo ReactEu, non solo sono linfa vitale per un’economia messa a dura prova dalla pandemia, ma rappresentano anche uno stimolo fondamentale per traghettare l’Italia verso un modello di sviluppo più equo e sostenibile.

L’azione di rilancio del Paese delineata dal Piano è guidata da tre priorità strategiche concordate a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Realizzando tali priorità, il governo punta ad affrontare e risolvere anche tre questioni che rappresentano il tallone d’Achille dell’Italia: le donne, i giovani, il Sud. Solo recuperando il divario strutturale tra Nord e Sud e valorizzando il ruolo delle donne e dei giovani all’interno del tessuto socio-economico e culturale sarà possibile sfruttare a pieno le nostre potenzialità e tornare a crescere.

Le linee di intervento e le politiche da attuare con il Piano sono accompagnate da riforme di contesto che recepiscono le Raccomandazioni all’Italia da parte dell’Unione europea, a partire dalla riforma della giustizia, da quella fiscale e da quella del mercato del lavoro.

Il PNRR è costituito da 6 missioni, suddivise in 16 componenti in cui si concentrano 47 linee di intervento. Vediamo quali sono.

Missione 1: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (46,2 miliardi)

Obiettivo della missione è la modernizzazione del Paese attraverso la rivoluzione digitale, sia nella pubblica amministrazione (PA) sia nel sistema produttivo e culturale. La prima componente riguarda la digitalizzazione della PA, per cui è previsto uno stanziamento di 11,45 miliardi.

La seconda componente riguarda l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese, la realizzazione di reti ultraveloci in fibra ottica, 5G ed investimenti per il monitoraggio satellitare. Lo stanziamento totale per questa componente è di 25,9 miliardi, integrati da 800 milioni di ReactEu.

La terza componente, “Turismo e cultura”, mira ad incrementare il livello di attrattività del sistema turistico e culturale italiano grazie alla modernizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali e alla formazione e al potenziamento delle strutture ricettive. Lo stanziamento totale per questa componente è di 8 miliardi.

Missione 2: rivoluzione verde e transizione ecologica (68,9 miliardi)

La missione si struttura in 4 componenti ed è volta a realizzare la transizione verde della società e dell’economia italiana coerentemente con il Green deal europeo. La prima componente, “Agricoltura Sostenibile ed Economia Circolare”, punta da un lato a conseguire una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando logistica e competitività delle aziende agricole e le loro prestazioni climatico-ambientali, dall’altro allo sviluppo di impianti di produzione di materie prime secondarie e all’ammodernamento e alla realizzazione di nuovi impianti, in particolare nelle grandi aree metropolitane del Centro e Sud Italia, per la valorizzazione dei rifiuti. Lo stanziamento totale per questa componente è di 5,2 miliardi, a cui si aggiungono 1,1 miliardi di ReactEu.

Obiettivo della seconda componente, “Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile”, è incrementare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e stimolare lo sviluppo di una filiera industriale in questo ambito. L’aumento della produzione da fonti rinnovabili sarà realizzato in misura importante tramite lo sviluppo di parchi eolici e fotovoltaici offshore. Un’ulteriore linea progettuale riguarda gli investimenti nella filiera dell’idrogeno. Oltre il 34% degli investimenti previsti nell’ambito di questa componente andrà al Mezzogiorno. Lo stanziamento totale è di 17,5 miliardi, a cui si aggiungono 690 milioni di ReactEu.

La terza componente, “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”, punta all’efficientamento energetico e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico e privato. Per quanto riguarda quest’ultimo, è prevista l’introduzione di un incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l’adeguamento antisismico, attraverso una detrazione fiscale pari al 110% dei costi sostenuti per gli interventi. Lo stanziamento totale per questa componente è di 29,03 miliardi, a cui si aggiungono 320 milioni di ReactEu.

La quarta componente riguarda la tutela del territorio e delle risorse idriche, attraverso interventi sul dissesto idrogeologico, sulla forestazione e tutela dei boschi, sugli invasi e la gestione sostenibile dell’acqua. Lo stanziamento totale è di 14,8 miliardi, a cui si aggiungono 200 milioni di ReactEu.

Missione 3: infrastrutture per una mobilità sostenibile (32 miliardi)

La missione è divisa in 2 componenti e si pone l’obiettivo di realizzare un sistema infrastrutturale di mobilità moderno, digitalizzato e sostenibile dal punto di vista ambientale. La prima componente, “Alta velocità di rete e manutenzione stradale 4.0”, si focalizza sulle grandi linee di comunicazione del Paese, innanzitutto quelle ferroviarie, in un’ottica di mobilità rapida, sostenibile e tecnologicamente avanzata. Le risorse complessive per questa componente sono pari a 28,3 miliardi.

La seconda componente, “Intermodalità e logistica integrata”, prevede un programma nazionale di investimenti per un sistema portuale competitivo e sostenibile dal punto di vista ambientale per sviluppare i traffici collegati alle grandi linee di comunicazione europee e valorizzare il ruolo dei Porti del Sud Italia nei trasporti infra-mediterranei e per il turismo. Le risorse complessive per questa componente sono pari a 3,7 miliardi.

Missione 4: istruzione e ricerca (28,5 miliardi)

Questa missione è focalizzata in particolar modo sulle generazioni future. La prima componente è dedicata al potenziamento delle competenze e del diritto allo studio, alla lotta contro la povertà educativa e ai divari territoriali nella quantità e qualità dell’istruzione. Le risorse complessive per questa componente sono pari a 15,4 miliardi, a cui si aggiungono 1,35 miliardi di ReactEu.

La seconda componente, “Dalla ricerca all’impresa”, mira a rafforzare il sistema della ricerca lungo le diverse fasi della maturità tecnologica e a innalzare il potenziale di crescita del sistema economico, agendo sulla leva degli investimenti in R&S in modo da tenere conto dei divari territoriali e della tipicità delle imprese. Le risorse stanziate sono pari a 11,3 miliardi, cui si aggiungono 480 milioni di ReactEu.

Missione 5: inclusione e coesione (27,6 miliardi)

La prima componente, “Politiche per il lavoro”, si concretizza nella revisione strutturale delle politiche attive del lavoro, nel rafforzamento dei centri per l’impiego e della loro integrazione con i servizi sociali e con la rete degli operatori privati; nella modernizzazione del mercato del lavoro al fine di migliorare l’occupazione. Le risorse complessive ammontano a 6,6 miliardi, cui si aggiungono circa 6 miliardi di ReactEu.

La seconda componente, “Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore”, mira a intercettare e supportare situazioni di fragilità sociale ed economica. Le risorse per questa componente sono pari a 10,5 miliardi a cui si aggiungono 380 milioni di ReactEu.

La terza componente, “Interventi speciali di coesione territoriale”, prevede il rafforzamento della Strategia nazionale delle aree interne rilanciata dal Piano Sud 2030, con interventi sulle infrastrutture sociali e misure a supporto dell’imprenditoria giovanile e alla transizione ecologica. Le risorse ammontano a 4,2 miliardi.

Missione 6: salute (19,7 miliardi)

La prima componente, “Assistenza di prossimità e telemedicina”, è finalizzata a potenziare e riorientare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) verso un modello incentrato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria; a superare la frammentazione e il divario strutturale tra i diversi sistemi sanitari regionali; a potenziare la prevenzione e l’assistenza territoriale. Lo stanziamento totale per questa componente è di 7,5 miliardi, a cui si aggiungono 400 milioni di ReactEu.

La seconda componente, “Innovazione dell’assistenza sanitaria”, è finalizzata a promuovere la diffusione di strumenti e attività di telemedicina, a rafforzare i sistemi informativi sanitari e gli strumenti digitali a tutti i livelli del SSN. Lo stanziamento totale ammonta a 10,5 miliardi, cui si aggiungono 1,3 miliardi di ReactEu.

Secondo le stime del governo, gli investimenti previsti nel PNRR avranno un impatto sul Pil italiano compreso tra lo 0,6% di quest’anno e i 3 punti percentuali nel 2026 (vedi grafico a pagina 18). A registrare la crescita maggiore sarà il Sud: già alla fine del primo triennio del Piano, il Pil delle regioni del Mezzogiorno dovrebbe aumentare in misura compresa fra quasi 4 punti percentuali e quasi 6 punti percentuali. Assai significativi sarebbero anche gli impatti occupazionali, che si situerebbero in un intervallo fra i 3 e i 4 punti percentuali. Naturalmente il condizionale è d’obbligo, non solo perché parliamo di simulazioni, ma anche perché la strada che il Piano deve percorrere prima di trovare attuazione è ancora lunga: passa per il confronto interno, in Parlamento e con le parti sociali, per arrivare a sostenere l’esame finale da parte della Commissione europea alla fine del mese di aprile.