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Il ritorno e la restanza

Esprimono concetti ben diversi, che non vanno confusi. E che fanno la differenza, anche e soprattutto in una regione come la Basilicata.

08 settembre 2023
2 min di lettura
08 settembre 2023
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08/09/2023 - Puntuale come la fine di ogni agosto torna la discussione sulla dicotomia tra partenza e “restanza” al Sud. La Basilicata non si è sottratta alla discussione avviata in verità a inizio stagione con una bella riflessione sul Mattino di Napoli fatta dallo scrittore lucano Andrea Di Consoli e proseguita nelle scorse settimane a vari livelli, tra condivisioni e distinguo. Il punto saliente della discussione è il senso del ritorno, che se è solo un passaggio estivo nel proprio paese d’origine è evidentemente una cosa diversa dalla scelta di restare. Scelta alla quale si collega l’altro grande tema più volte affrontato da Orizzonti e che tocca molto la Basilicata, quello di una seconda vita dei luoghi disabitati, che sono sempre di più.  “Restare, Raccontare, Ritornare sono inseparabili”, ha scritto il “padre” della teoria della restanza, l’antropologo Vito Teti. “Non riduceteli a un gadget, a un brand, a una scritta sulla maglietta, alla marca di una birra. Non facciamo il restare, il partire, il tornare i prodotti di quel Folkmarket, che tanti e tanti anni fa aveva analizzato Luigi M. Lombardi Satriani”. C’è in effetti un uso sempre più diffuso ma banale, retorico, rituale del termine restanza. Strumentale, spesso a beneficio di festival, rassegne e convegni. Ci sono invece - fa notare Teti - migliaia di ragazze e ragazzi che, quotidianamente, operano nei loro luoghi. Inventano, organizzano, producono, fanno cultura, creano comunità. La restanza è dunque consapevolezza, scelta, volontà e responsabilità: riempire il vuoto dei paesi, quando l’estate passa, non è un racconto o il ricordo di una spiaggia o una chiesa da tutelare. È il paese reale che lavora ogni giorno lontano dalla rassegnazione. Ancora le parole di Vito Teti: “Non sono concessi autocompiacimento, autoesaltazione ma neppure afflizione… È il luogo d’origine che si contamina con altri luoghi, sono le esperienze di chi viaggia e torna, mischiate a quelle di chi è rimasto. La restanza è un nuovo inizio che si ripete anche ogni giorno per evitare di sentirsi fuori luogo a casa propria” (Vito Teti, La Restanza, Einaudi 2022).

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