20/08/2021 - Grande successo per il Ponte tibetano di Castelsaraceno, il più lungo d’Europa. Più di 5.000 biglietti staccati dal primo agosto. Fatto dunque il turismo, in Basilicata, ora tocca fare i turisti; e per fare i turisti, in Basilicata, bisogna dare emozioni forti, altrimenti il rischio è la noia, che qui non manca mai. Certo, sono in tanti a teorizzare i benefici del silenzio, della semplicità, della contemplazione. Ma poi, alla fine, pure i più mistici e bucolici si annoiano, e cercano qualche emozione forte. E il successo del ponte tibetano – come, del resto, del Volo dell’angelo – è proprio determinato dal bisogno di adrenalina finanche nei turisti più ascetici. Ricordo che negli anni ‘80 ci si chiedeva per quale ragione le località di mare della Basilicata non riuscissero ad attrarre un turismo di massa come a Rimini e a Riccione. Ricordo che qualche raffinato analista rintracciò le cause del mancato decollo della costa jonica nella penuria di pratiche libertine. In pratica, perché si parlava più di Magna Grecia e di Pitagora che di turiste svedesi. Insomma, forse si è capito che non bastano la bellezza e la pace. Il turista moderno è anche annoiato, e dopo qualche giorno di estasi buddista non sa più cosa fare, e dunque inizia a sbuffare, a smaniare, a cercare qualcosa che dia emozioni. Ecco perché questi attrattori sono benedetti, perché iniettano un po’ di serotonina in una terra tendente alla calma piatta, se non alla mestizia. La Basilicata riparta dall’adrenalina. Senza ipocrisie. Perché le emozioni forti piacciono a tutti.