13/03/2025 - L’ultimo appello, in ordine di tempo (il 5 marzo scorso) è del presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco. Più attenzione alle aree interne, ai centri al di sotto dei dieci mila abitanti, perché non si sentano periferia. Un appello rivolto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro della cultura, Alessandro Giuli. Il quale, in verità, proprio il giorno prima, parlando del Pnrr borghi, aveva ribadito che questi territori sono fondamentali nell’agenda del Mic. “È fondamentale accorciare le distanze tra centro e periferia, tra grandi città e borghi”, aveva sottolineato, comparando la realtà italiana con quella di altri stati europei, che l’Italia si conferma prima non solo per il più alto numero di siti Unesco ma anche per la quota più alta di risorse destinata, in attuazione dei progetti del Pnrr, alle piccole realtà italiane. Con un incredibile endorsement per i piccoli borghi lucani: “La Basilicata è la regione italiana che, più di ogni altra, incarna l’essenza delle aree interne, dove i borghi rappresentano veri e propri scrigni inesplorati di arte, storia e tradizioni millenarie”. Già un mese fa, sempre Giuli, aveva incontrato al ministero i sindaci del piano borghi di Basilicata, Calabria e Puglia per incoraggiare contro lo spopolamento e la “siccità culturale”. Parole che non sono passate inosservate a Potenza, e che il presidente Bardi ha poi rilanciato per sottolineare che proprio in questa fetta del territorio lucano spesso nascono i progetti più innovativi. Sembrava un’occasione servita su un piatto d’argento per promuovere la candidatura di Aliano a Capitale della Cultura italiana per il 2027, l’unico piccolo paese (poco più di 800 abitanti, Sant’Andrea di Conza, in Irpinia ne ha circa 1400 abitanti). Così non è stato, peccato. Ma Aliano resta il luogo dove l’altrove – che è innanzitutto un pensiero – continua a trovare cittadinanza.

