EU flags in front of European Commission

All we need is… coesione

Il contesto globale rischia di produrre impatti profondi sui territori e sulla vita dei cittadini europei, generando nuove disparità

27 marzo 2025
2 min di lettura
27 marzo 2025
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27/03/2025 -  Mai come in questo momento è centrale nel dibattito pubblico la questione della politica di coesione che riguarda tutte le regioni europee, in particolare le aree più svantaggiate come il Mezzogiorno d’Italia. I risultati, in termini di impatto sullo sviluppo (beneficiari prima le imprese, poi i comuni), sono fuori discussione. Un working paper della “Fondazione Ifel Anci” analizza i principali risultati: dal 2004, cioè dall’allargamento dell’Ue, il PIL medio pro capite negli Stati membri è passato da circa il 52% a quasi l’80% nel 2023. I tassi di disoccupazione in tali Stati membri sono diminuiti, passando da una media del 13% al 4% in tale periodo. Ma lo sviluppo non è stato omogeneo. Soprattutto le crisi ripetute, da quella economica del 2008 a quella pandemica a quella energetica per le guerre in corso, hanno prodotto un “dirottamento” degli investimenti verso altre emergenze. Eppure, alla fine del ciclo della programmazione europea 2014/2020 (ora siamo in quella che scadrà nel 2027) dai dati di Open coesione si registrano a livello europeo le seguenti realizzazioni: a) è stato dato sostegno a 4,4 milioni di imprese; b) sono stati offerti servizi per la salute di migliore qualità a 63 milioni di persone; c) nel campo dell’assistenza all’infanzia e all’istruzione sono state ampliate infrastrutture per oltre 24 milioni di bambini e giovani; d) sono state assicurate migliori prestazioni energetiche a 550.000 famiglie; e) sono stati creati 370 000 nuovi posti di lavoro nelle imprese destinatarie del sostegno UE; f) è stata data protezione estesa dalle inondazioni a 17 milioni di persone; g) è stata assicurata migliore connessione con banda larga per 7,8 milioni di famiglie.
In questi giorni siamo nel pieno di una nuova discussione sulla destinazione “ultronea” delle risorse di coesione. Il contesto globale, nel pieno di rivolgimenti strutturali con pochi precedenti, rischia di produrre impatti profondi sui territori e sulla vita dei cittadini europei, generando nuove disparità se non debitamente affrontate. Ciò vale soprattutto per le regioni negli Stati membri meridionali, ai quali l’Italia appartiene. Il programma di coesione 2021/2027 della Regione Basilicata ha una dotazione finanziaria di 983 milioni di euro, di cui il 70% proveniente da risorse di cofinanziamento dell’Unione europea e il 30% dal cofinanziamento nazionale basato su 11 priorità: ricerca pubblica, infrastrutture, agenda digitale, efficienza energetica da indirizzare sia al sistema produttivo che ai soggetti pubblici, operazioni per le energie rinnovabili con annessi interventi sul sistema depurativo, rifiuti ed economia circolare, mobilità per le aree urbane, politiche attive per il lavoro, politiche di inclusione sociale, competitività delle aree urbane e delle arre interne attraverso il rafforzamento delle governance locali.

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