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Lavoro e benessere, oltre i Millenials

Più spazio alla vita personale che al profitto, non lo fanno solo i giovani. E il mercato ne risente

17 ottobre 2024
2 min di lettura
17 ottobre 2024
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17/10/2024 - L’emorragia legata alla Great Resignation, le grandi dimissioni volontarie in massa, incominciata con l’arrivo del Covid-19 e legata ad un malessere, ben lontana dal paradigma di organizzazione del lavoro del Novecento che comportavano la spersonalizzazione del lavoro, continua ad aggiungere ulteriori elementi che ci fanno comprendere quanto si stia ribaltando la scala valoriale: non domina più il modello del benessere economico e del lavoro indispensabile, bensì quello basato sul benessere personale e sulla felicità. Si parla molto di Generazioni X e Millenials ma in realtà i dati rivelano che questi nuovi comportamenti, che inducono gli individui a fare scelte anche rivoluzionarie nelle proprie vite, riguardano persone di ogni età, settore e posizione professionale. Per queste persone i nuovi obiettivi, il rilancio professionale, le collaborazioni fanno parte di un nuovo mindset in cui le scelte sono non solo informate ma anche pensate e vanno considerate come conseguenza di una idea di sostenibilità più consapevole e di un benessere mentale. Tutta questa premessa per sottolineare che la situazione, vista dal punto di vista dell’impresa, crea un vuoto e un fabbisogno che non riesce ad essere soddisfatto solo dall’offerta interna di lavoro. In Italia le quote di lavoratori extracomunitari autorizzate hanno toccato le 151 mila unità. In Basilicata siamo a 255, rispetto a un fabbisogno che sfiora le 10mila unità. Edilizia, agricoltura, servizi e ristorazione i segmenti dove c’è maggiore bisogno (fonte Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura). Ma è evidente che ciò che vale per un lavoratore italiano in termini di nuovi modelli di lavoro vale anche per un lavoratore che qui cerca una nuova vita. Le parole dell’imprenditrice Stefania Brancaccio, una delle testimoni più autorevoli della nuova economia del lavoro e del benessere (Corriere del Mezzogiorno, intervista di Simona Brandolini): “Prima il sacrificio, la manualità, erano la condizione naturale del lavoro. Oggi vicino a una macchina a taglio laser ci può stare un ingegnere donna con tacco dodici. La differenza è che la tecnologia ci sta aiutando a lasciare tanto spazio al pensiero e alla relazione. Ed è una cosa bellissima. È la filosofia dell’industria 4.0, mettere in connessione macchine e persone. Ormai misurare il lavoro in termini di ore e non di progetto è sbagliato. Si è vecchi».

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